Il CT lascia dopo la disfatta di Oslo: “Non ho raggiunto il livello di gioco che volevo. Domani l’ultima in panchina”
Due giorni dopo il pesante ko di Oslo contro la Norvegia, Luciano Spalletti ha confermato in conferenza stampa il suo esonero da commissario tecnico della Nazionale italiana. “Ieri sera ho parlato a lungo con il presidente Gravina, mi ha comunicato che sarò sollevato dall’incarico. Mi è dispiaciuto, io non avevo alcuna intenzione di mollare. Ma devo accettarlo”, ha dichiarato Spalletti visibilmente emozionato.
Il tecnico toscano, subentrato a Roberto Mancini nell’estate 2023, guiderà l’Italia per l’ultima volta domani sera contro la Moldova. “Sarà importante vincere e convincere per chi verrà dopo di me. Amo questa maglia e i ragazzi che ho allenato. Gli chiederò di dare tutto”, ha aggiunto.
Spalletti ha ammesso le proprie responsabilità per il rendimento deludente, culminato con il rischio concreto di non qualificarsi al Mondiale 2026: “Non sono riuscito a farli rendere al meglio. Ho visto tanti calciatori sottotono rispetto alle loro potenzialità. Sono deluso di me stesso”.
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, aveva anticipato in mattinata che il dialogo con Spalletti era ancora aperto, ma l’addio è ormai ufficiale. “Non c’è un appuntamento fissato, ma parliamo spesso. Luciano è una persona responsabile, gli faccio i complimenti”, aveva detto Gravina. (Fonte: FIGC.it)
Tra i possibili successori, i nomi più caldi sono quelli di Claudio Ranieri e Stefano Pioli, entrambi liberi dopo le rispettive esperienze con Cagliari e Milan.
Spalletti ha rifiutato l’idea di aver perso il feeling con lo spogliatoio: “Con tutti ho avuto un buon rapporto. Forse ho sbagliato ad essere meno ossessivo dopo l’Europeo. Sono stato più amico, meno allenatore”. E ha aggiunto: “Non voglio chiudere con l’immagine dell’altra sera. I ragazzi devono dimostrare di essere gli uomini giusti per questa maglia”.
La conferenza si è chiusa con un momento di forte commozione. Alla domanda se si fosse sentito tradito, Spalletti ha risposto solo con un “Perché?”, citando alcuni dirigenti federali, poi si è alzato ed è uscito dalla sala stampa, visibilmente scosso.