Il CT Spalletti lascia dopo due anni difficili: “Non ho tirato fuori il meglio dai giocatori. Ora spero che chi verrà dopo di me faccia meglio.”
Luciano Spalletti si congeda dalla Nazionale con l’amarezza di chi sa di non aver lasciato il segno. A pochi minuti dalla sfida contro la Moldova, il tecnico di Certaldo ha tenuto la sua ultima conferenza stampa da commissario tecnico azzurro, tracciando un bilancio lucido e autocritico dei suoi due anni alla guida dell’Italia.
“Non ho migliorato la Nazionale, l’ho lasciata com’era”, ha dichiarato senza giri di parole. “Ho tentato, ho sbagliato, ho fatto delle prove. Non sono riuscito a tirare fuori il meglio dai giocatori. Tutti hanno reso al di sotto del loro potenziale, e di questo mi assumo la responsabilità.”
Spalletti ha ammesso di aver vissuto con difficoltà il finale del suo percorso, ma con la solita schiettezza ha rivendicato il suo approccio: “Io convivo bene con le difficoltà, le ho avute tutta la vita. Ma quando vedo compassione, reagisco. Non voglio scuse, ho fatto male il mio lavoro.”
Il tecnico ha raccontato di aver comunicato la sua decisione alla squadra pochi minuti prima della conferenza: “Sono stati zitti, non dovevano dirmi nulla. L’avevano capito. Così abbiamo evitato il polverone.” Ha poi aggiunto: “Non do le dimissioni perché penso di poter fare meglio, ma se mi dicono che non sono più quello giusto, firmo la risoluzione.”
Non sono mancati i riferimenti agli errori tecnici e alle scelte complicate, come quella riguardante Acerbi: “Gli ho chiesto scusa. L’avevo escluso per dare spazio a Calafiori e Buongiorno, ma alla fine Acerbi è stato il migliore. Ho fatto delle valutazioni in vista del Mondiale, ma alcune scelte mi hanno spiazzato.”
Spalletti ha lanciato anche un messaggio al futuro: “Dobbiamo puntare su giocatori con gambe feline e muscoli africani. Gente che salta l’uomo, che fa la differenza. Serve qualità fisica e tecnica, altrimenti non si compete.”
Infine, un pensiero struggente: “Il dispiacere più grande è per l’amore che ho per questa maglia. Stasera 7-8 bambini si sarebbero fatti investire dal pullman pur di salutarci. Se non riusciamo a restituire questo amore con le prestazioni, allora non abbiamo capito niente.”