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Dopo il secondo fallimento consecutivo ai Mondiali si preannuncia un cambio netto nella gestione della nazionale italiana: in una conferenza stampa convocata subito dopo la fine della partita persa per 0-1 contro l’Uruguay a Natal il CT Cesare Prandelli e il presidente della FIGC Giancarlo Abete hanno rassegnato le proprie dimissioni.

 

Il primo a parlare davanti ai microfoni è Prandelli, il cui commento iniziale («Quando un progetto tecnico fallisce è giusto prendersi le responsabilità») ha descritto il motivo che ha portato alle dimissioni da lui definite irrevocabili. C’è stato poi spazio per una polemica nei confronti di chi ha “aggredito” lui e Abete nelle scorse settimane dicendo di aver “rubato” i soldi ai contribuenti, negando tali accuse e confermando la volontà di lasciare il ruolo di CT, e infine un giudizio negativo sulla direzione di gara da parte dell’arbitro messicano Marco Rodríguez, reo di aver espulso in maniera esagerata Claudio Marchisio e di non aver visto il morso di Luis Suárez a Giorgio Chiellini, quest’ultimo molto di più da espulsione del fallo del numero otto italiano. Successivamente è stato il presidente federale a prendere la parola, affermando che nel consiglio federale, la cui convocazione sarà effettuata nei prossimi giorni, presenterà a sua volta le proprie dimissioni senza possibilità di un ripensamento. È ormai inevitabile quindi che la federazione italiana subirà un profondo stravolgimento, e visto il disastroso risultato al Mondiale, episodi arbitrali di oggi a parte (la qualificazione, come ha detto Prandelli, ce la siamo giocata contro la Costa Rica), non può essere altrimenti.

[Immagine presa da goal.com]