ll presidente FIGC Gravina respinge l’ipotesi di lasciare l’incarico. Su Spalletti: “Attacchi ingiusti, ma serve una riflessione”
Gabriele Gravina non ha alcuna intenzione di lasciare la guida della FIGC. Dal palco del Festival della Serie A, in corso a Parma, il presidente federale ha ribadito la volontà di proseguire nel percorso già avviato, nonostante le critiche piovute dopo la pesante sconfitta della Nazionale contro la Norvegia. “Assolutamente no, come quasi il 99% dei delegati federali che mi ha dato fiducia mesi fa. Non vedo possibilità di mollare in un momento così delicato”, ha detto Gravina, rispondendo a chi ipotizzava le sue dimissioni.
Il numero uno della FIGC ha sottolineato come un suo passo indietro, oggi, potrebbe rappresentare un ulteriore danno per il sistema calcio italiano: “Se dovessi immaginare che ipotesi alternative possano dare un contributo innovativo e stravolgente, lo farei. Ma sono convinto del contrario. Abbiamo obiettivi precisi e dobbiamo portarli avanti, soprattutto con la Serie A. Era da anni che non c’era un dialogo così costruttivo”.
Diverso, invece, il discorso su Luciano Spalletti. Gravina ha evitato di blindare il commissario tecnico, lasciando aperti scenari futuri: “Non posso dirlo. Stiamo parlando con grande senso di responsabilità. Dobbiamo trovare un modo per rilanciarci già da domani sera e arrivare nelle migliori condizioni alle ultime sei partite, sapendo che la Norvegia verrà in Italia”.
Nonostante la prudenza, il presidente federale ha speso parole di grande stima nei confronti dell’allenatore: “Luciano è una persona straordinaria, di animo nobile. Gli attacchi che sta subendo sono immeritati. Lo dico con amarezza e con morte nel cuore. È un grande signore, fa bene al calcio. Ho parlato a lungo con lui e continueremo a confrontarci”.
Il futuro di Spalletti resta però in bilico. Tra riflessioni interne e pressioni esterne, la sensazione è che la partita decisiva si giochi nelle prossime ore. Gravina, intanto, tiene la barra dritta e rilancia il progetto federale, convinto che abbandonare la nave ora sarebbe un errore fatale.