La sconfitta contro la Norvegia complica il cammino degli Azzurri: servirà vincere lo scontro diretto e sperare in una differenza reti favorevole.
Con il pesante 3-0 incassato a Oslo, l’Italia di Luciano Spalletti si trova già costretta a fare i conti con uno scenario familiare e angosciante: i play-off. La sconfitta contro una Norvegia brillante e determinata ha infatti spalancato le porte del primo posto agli scandinavi, che ora potranno essere superati dagli Azzurri solo in caso di vittoria nello scontro diretto del 16 novembre e di una migliore differenza reti. Un’impresa che, allo stato attuale, appare tutt’altro che semplice.
Dietro, il gruppo I non offre particolari insidie: Estonia, Israele e Moldova non sembrano avere la forza per minacciare la seconda posizione dell’Italia, né per sottrarre punti alle due favorite. Ma proprio questo scenario rende sempre più concreto il ritorno agli spareggi, come già accaduto nelle ultime due disastrose campagne mondiali.
Come funzionano i play-off?
A questa fase, in programma a marzo 2026, accederanno 16 squadre: le 12 migliori seconde dei gironi di qualificazione e le 4 migliori vincitrici dei gironi della UEFA Nations League 2024-2025 che non si saranno qualificate direttamente né come prime né come seconde.
Le 16 squadre saranno suddivise in quattro gruppi da quattro, con semifinali e finali a eliminazione diretta (in gara secca) che si disputeranno il 26 e il 31 marzo 2026. Le quattro vincitrici di ciascun mini-torneo staccheranno il pass per il Mondiale 2026.
Chi saranno le teste di serie?
Nei play-off, ogni gruppo conterrà due teste di serie e due non teste di serie. Le otto migliori seconde dei gironi saranno teste di serie e affronteranno in casa una delle non teste di serie in semifinale. Attenzione però: nei gruppi da cinque squadre, come quello dell’Italia, non verranno conteggiati i punti ottenuti contro l’ultima in classifica, un dettaglio che potrebbe rivelarsi determinante nella classifica generale.
Dopo la disfatta di Oslo, l’Italia dovrà ora non solo vincere, ma anche convincere. E soprattutto prepararsi mentalmente a un marzo che potrebbe tornare a essere decisivo.