Negli ultimi anni il numero di giocatori spagnoli arrivati in Serie A sta aumentando sempre più: all’appello non poteva mancare il Napoli di Rafa Benítez, che ha acquistato l’attaccante Michu dallo Swansea.
Nome: Miguel Pérez Cuesta
Data di nascita: 21 marzo 1986
Nazionalità: spagnola
Ruolo: attaccante
Costo trasferimento: prestito
Quando nel luglio del 2012 lo Swansea annunciò l’acquisto di un giocatore proveniente dal Rayo Vallecano, Miguel Pérez Cuesta meglio noto come Michu, la maggior parte dei tifosi gallesi non l’aveva mai visto giocare e probabilmente nemmeno l’aveva sentito nominare. In breve tempo però l’aspettativa per lo spagnolo era diventata importante, perché guardando le statistiche si notava come, nella Liga 2011-2012, avesse segnato quindici gol in trentasette partite, peraltro non giocando da attaccante e nemmeno in una squadra di primissimo livello. L’esordio in Premier League fu sfavillante: doppietta nello 0-5 sul campo del QPR e conferma che non si trattava di un giocatore buono soltanto per il calcio spagnolo e inadatto fuori dai confini iberici (qualcuno ricorda Javi Moreno e José Mari, meteore milaniste di una quindicina d’anni fa?). A fine stagione i numeri furono addirittura superiori rispetto all’annata precedente, con ventidue gol totali di cui diciotto in campionato, i tifosi degli Swans tuttora se ne ricordano in particolare due realizzati in Capital One Cup, il primo nella semifinale d’andata vinta a Stamford Bridge contro il Chelsea e il secondo il 24 febbraio 2013 a Wembley, nella finale contro il Bradford finita 5-0 che ha dato ai gallesi il primo trofeo inglese della propria storia. Nell’ultima stagione Michu non ha potuto dare un grande contributo, non tanto per la scarsa vena realizzativa quanto per diversi infortuni che l’hanno limitato, in particolar modo uno al ginocchio e uno alla caviglia, nonostante ciò Rafa Benítez ha deciso di puntare su di lui acquistandolo in prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a sette milioni e mezzo, facendolo diventare il primo (e per ora unico) innesto del reparto offensivo e ritenendolo adatto al suo disegno tattico per via della grande duttilità: in carriera ha fatto sia il trequartista, al Rayo dove il centravanti era l’allora sconosciuto Diego Costa, sia l’attaccante, non facendo distinzioni tra prima e seconda punta. Si tratta di un giocatore molto potente e bravo nel gioco aereo, non soltanto finalizzatore visti i suoi passati da trequartista e molto bravo nei movimenti negli ultimi trenta metri di campo, condivide con Luca Toni non soltanto alcune caratteristiche fisiche e tecniche ma anche l’esultanza con cui festeggia le proprie reti. In Spagna, non avendo mai giocato in una delle grandi storiche, non ha la notorietà di cui godono i suoi connazionali e nuovi compagni di squadra Raúl Albiol e José Callejón, ma potrebbe rientrare nel nuovo corso della nazionale visto il recente fallimento della Roja ai Mondiali in Brasile e la necessità di aprire un nuovo ciclo con un ricambio quasi totale dei convocati: in fondo Vicente del Bosque lo conosce già, avendolo fatto esordire un anno fa in quella che finora è la sua unica presenza con la maglia rossa. Vice Higuaín? Sarebbe riduttivo, forse è meglio parlare di un titolare aggiunto o di un’opzione in più per l’attacco azzurro vista la sua capacità di poter ricoprire più ruoli, qualità che permetterà a Benítez di poter variare qualcosa rispetto al 4-2-3-1, aggiungendo al Pipita un altro attaccante e avendo così maggiori soluzioni per finalizzare le azioni, cosa mancata varie volte nel corso della scorsa stagione.
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