Oggi alle 19.54 si è consumata la prima giornata del campionato 2012/2013 del Milan, primo test del famoso "anno zero". Un esordio in cui i rossoneri hanno dimostrato come il disordine alberghi a Milanello da quando Ibra e Thiago sono partiti per Parigi.
Ma partiamo con ordine, bensì dalla formazione iniziale. Allegri ha schierato Abbiati tra i pali, Abate, Bonera, Yepes e Antonini in difesa. Centrocampo con Nocerino, Montolivo e Flamini e attacco pieno di incognite (non che dietro sia meglio). Il trio d'attacco è composto, almeno inizialmente, da El Shaarawy, Robinho e Boateng. Il problema è che lo schieramento degli effettivi é poco chiaro un po' a tutti, e la sensazione è che sia poco chiaro anche al mister Allegri. Il giovane Faraone ha giocato prevalentemente a destra, quasi come fosse un'ala, dall'altra parte Robinho e dunque si dovrebbe presumere che la punta sia Boateng, cosa impossibile da pensare dato che Boateng nasce mediano, è stato adattato trequartista incursore in passato e come attaccante esiste solo nei sogni del presidente Berlusconi.
Nel primo tempo il Milan impone il proprio gioco, come ci ha abituato da tempo con lunghi possessi di palla. Quest'anno al posto di Van Bommel c'è un regista, che non è Pirlo ma ha comunque buona tecnica, se non fosse che è incapace di esprimerla a causa del nullo movimento senza palla dei suoi compagni.
In difesa Bonera dovrebbe essere il difensore su cui puntare, ma é proprio lui che é ormai alla settima stagione al Milan si fa sfuggire Eder e rischia di far modificare la scritta nel tabellone luminoso di San Siro ben prima di quanto non abbia fatto. L'attacco durante i primi 45 minuti è stato a dir poco sterile. Nonostante la percentuale di possesso palla fosse superiore a quello blucerchiato, le statistiche alla voce "occasioni da gol" vedevano la Sampdoria in vantaggio.
Nella ripresa la musica cambia. Gli uomini sono gli stessi ma tra il 46' e il 49' il Milan si trova prevalentemente nell'area avversaria, segno di una bella lavata di capo di Allegri e Tassotti ai ragazzi.
Paradossalmente è proprio in quel periodo che da un calcio d'angolo scaturito da un contropiede dei liguri, nasce il gol di Costa, sul quale Bonera salta colpevolmente in ritardo. Ecco che il tecnico livornese del Milan capisce che c'è qualcosa che non va, forse un tantino in ritardo. Con un Pazzini già subentrato ad El Shaarawy da poco, Robinho lascia il suo posto ad Emanuelson e con Boateng largo a sinistra finalmente l'attacco comincia ad avere un minimo di senso e logica in più, con "Il Pazzo" punto di riferimento centrale. Purtroppo le cose non cambiano, il Milan impone ancora il suo gioco e, pur essendo maggiormente pericoloso davanti, non riesce a bucare Romero, che nel finale si supera e insieme a Gastaldello blinda l'1-0 per un esordio memorabile per i neopromossi in Serie A.
Vediamo insieme le note positive e negative della giornata:
Cosa non funziona:
Bonera: come detto lui è il veterano del reparto, ma ciò non basta per salvarlo dalle eclissi che lo hanno colpito nelle uniche azioni pericolose degli avversari, da cui è scaturito il gol nel secondo tempo.
Boateng (primo tempo) e Allegri: Max schiera il ghanese come "falso nueve" stile Fabregas ancora una volta e ancora una volta Boateng non sa come comportarsi, anche perché al Barça hanno un centrocampo di tutt'altro livello, per dirla con un eufemismo e hanno sotto contratto un certo Lionel Messi, mossa senza senso.
Movimento senza palla: la squadra ha tenuto il possesso palla per buona parte del match, lasciando alla Samp di Ferrara solo azioni di contropiede. Peccato però che se tutti i giocatori non creano spazi il possesso palla diventa inutile, e questo è ciò che è successo a San Siro oggi.
Cosa funziona:
Montolivo: Finalmente al centrocampo del Milan si aggiunge qualità, l'ex Viola si diletta in alcune idee e la palla passa sempre per i suoi piedi, se poi le offensive del Milan non sono pericolose non è certo colpa sua.
Boateng (secondo tempo): Si prende il Milan sulle spalle non appena si trova a giocare in una porzione di campo più consona a lui, anche se non ideale. Crea azioni e si prende la responsabilità di un tiro che per poco non porta al pareggio, fermato solo da un palo.
Pazzini: Molti ritengono che non serva a niente dato che i crosso dalle fasce dei terzini sono tutt'altro che pericolosi. Invece a dispetto dell'opinione pubblica, il buon Giampaolo è necessario per la manovra per la sua abilità nel tenere la palla e scaricarla ai compagni e inoltre sa lottare in area di rigore, non solo quando la palla è in alto.
Per concludere dunque abbiamo visto tutti che il Milan non ha giocato una buona gara, perché ci vuole tempo per ingranare o perché gli interpreti non sono gli stessi dell'ultimo scudetto, fatto sta che il ritorno di Kakà, almeno per riprovare, ora come ora serve come il pane.