Inizia una nuova Era per la Lazio, marchiata Vladimir Petkovic. Il grande immobilismo sul mercato del primo club della Capitale, vuoi per la “solita” crisi economica e gli innumerevoli colpi sfumati, rende il compito del neo-tecnico bosniaco ancor più arduo: migliorare i risultati di un compianto Reja, utilizzando gli stessi mezzi.
La coppia Lotito-Tare non ha certo favorito il lavoro del “Dottore”, questo il soprannome del nuovo allenatore, che predilige moduli molto offensivi: negli anni alla direzione degli Young Boys Berna, i suoi schemi vertevano attorno al 3-4-3 ed alle sue varianti, sfiorò uno scudetto elvetico (perso all’ultima giornata) ed ebbe esperienze europee in Europa League ed in Champions; poi una stagione deludente in Turchia, esonerato dal Samsunspor, ed una salvezza miracolosa ai play-out con il Sion. I risultati non sono dalla sua, ma al direttore sportivo biancoceleste (si sa, ndr) piace scommettere, in lui ha visto potenziale e carisma, soprattutto una mentalità vincente ed è su ciò che si basa la “Petkovisione”: credere nelle proprie potenzialità, mettersi a completa disposizione e dare il massimo per la squadra.
“Bisogna fare il massimo con quello che si ha a disposizione.”
Petko non trova scusanti, la rosa della Lazio non è adatta e non è stata adattata secondo i suoi moduli prediletti, i vari test nel ritiro di Auronzo di Cadore ed in svariate amichevoli hanno dimostrato che sta cercando di far comprendere ai giocatori la sua nuova direzione tecnica senza stravolgere il 4-2-3-1 attorno al quale Reja aveva plasmato l’attuale squadra. Sicuramente più offensivi, una mentalità più aggressiva, con maggior pressing e forte spinta sugli esterni, palla a terra e gioco sempre ragionato, da dimenticare gli “speranzosi” lanci lunghi alla ricerca dell’accorrente di turno. Ovviamente, il cambio di mentalità è radicale, e la squadra non ha ancora mostrato una vera e propria identità, dimostrato dai risultati: brutti tonfi nelle amichevoli con Torino e Siena, molto pesante quello all’Olimpico con il Getafe, squadra abbordabile e per di più nel giorno di presentazione della rosa 2012-2013, le note positive sono arrivate dal test “di lusso” con il Galatasary (comunque, ennesima sconfitta) e dalla vittoria col Maribor. La dirigenza è comunque rimasta fiduciosa nel dargli tempo, i tifosi storgono un po’ il naso dato che la scommessa era già grande in partenza e lo è diventata ancor di più considerando i primi risultati, anche se “non ufficiali”. Il preliminare di Europa League contro il Mura 05, malgrado la vittoria, non è un test attendibile visto il curriculum dell’avversario (fanalino di coda del campionato sloveno, già cominciato da un mese) e s’attende il via della Serie A, domenica, che vedrà la Lazio impegnata nell’ostica trasferta di Bergamo, contro l’Atalanta.
Sicuramente, ciò che di buono sta facendo il nuovo allenatore sta nella selezione dei giovani dalla valorosa Primavera di Bollini: Onazi, mediano di rottura con gran fisico e potenza, si può definire il vero e proprio “acquisto” a centrocampo, seguito dal tecnico appena sbarcato a Roma, si è messo talmente ben in luce nel ritiro e nelle amichevoli che sembra essersi guadagnato un posto in mediana accanto a Ledesma, sicuramente permetterà a Cana di rifiatare ed i due s’alterneranno la titolarità; Rozzi, giovanissimo attaccante classe ’94, è già entrato in prima squadra a fare esperienza con campioni del calibro di Klose e bandiere come Rocchi; Berardi e Cataldi sono stati confermati nella lista UEFA come giovani nazionali provenienti dal vivaio; infine, Cavanda, rientrante dal prestito a Bari, sembra aver maturato abbastanza esperienza e, da sicuro partente qual’era all’inizio del mercato, ora si trova momentaneamente titolare sull’out di sinistra della difesa, vista la scarsità di giocatori in quel ruolo e le buone prestazioni evidenziate nel pre-campionato.
“Voglio dare a tutti un’opportunità, chi dimostrerà di meritarselo resterà.”
Zarate e Floccari, un reparto offensivo che ripartirà da loro. Il primo è rientrato da una stagione altalenante ed è stato rimandato a casa da Stramaccioni che non lo vede di prospettiva per la sua Inter, ora cerca riscatto ed una stagione ai livelli del primo anno biancoceleste; il secondo tornato a Roma dopo una buona stagione a Parma, era uno scontato partente che, complice la volontà di Petko di puntare su di lui ed il “tesoretto” (5 mln) richiesto da Lotito per il 31enne di Nicotera, sembra proprio sia riuscito nel suo intento di essere confermato. C’è da dire che il mancato acquisto di Yilmaz, dopo l’estenuante trattativa durata da Maggio a Luglio, e le alternative non pienamente convincenti per un motivo od un altro, hanno fatto sì che i rientranti guadagnassero un posto in rosa. Che dire, a volte ritornano (forse)…
Chi invece è rientrato ed ha già fatto le valige è Stendardo, accasatosi all’Atalanta dopo aver rescisso consensualmente il suo contratto con la Lazio; altro svincolato è “il fantasma” Makinwa, la cui partenza è quasi passata inosservata, così come i suoi anni alla Lazio. Poi ci sono anche i giocatori solamente di passaggio: Foggia è in attesa di sistemazione dopo la parentesi alla Samp, Carrizo non è stato riscattato dal Catania e cerca disperatamente squadra visto che occupa anche una casella da extracomunitario, destino analogo per Sculli, mancato riscatto del Genoa e grande punto interrogativo viste le indagini del processo calcio scommesse. Ah, a proposito dell’ennesima triste parentesi sul calcio nostrano: il caso Mauri, sul quale gravano pesanti accuse, per ora sembra in via dell’assoluzione, ma ha fatto vivere un Giugno agitatissimo alla società capitolina…
Un bilancio che, per ora, quadra perfettamente: nessuna cessione importante, cosa precisata e rimarcata da Lotito per giustificare un mercato sicuramente sottotono, e neanche alcun acquisto esoso; 0, niente sborsi e niente incassi, oltre al cambio in direzione tecnica però un colpo è stato assestato: Ederson, svincolato dal Lione, centrocampista carioca in grado di spaziare in ogni angolo della trequarti, giocatore già seguito da molto tempo dalla dirigenza biancoceleste.
Petkovic è noto e l’aveva subito precisato: rispetto delle regole, uno dei suoi cardini, non è stato recepito da Matuzalem che dopo essere rientrato dalle vacanze con ritardo ingiustificato si è trovato sul mercato, senza possibilità di ricucire lo strappo nel rapporto col nuovo tecnico.
“Vorrei lavorare con una rosa essenziale, prima di comprare bisogna vendere.”
Ed ecco quindi che Garrido è stato rispedito in Premiership, là dov’era stato pescato dai Citizens nella vana speranza di trovare un sostituto di Kolarov, ora è in prestito con diritto di riscatto al Norwich City. Anche Zauri sembra ormai aver concluso definitivamente la sua avventura con la maglia biancoceleste, mentre Alfaro è pronto ad essere ceduto in prestito per fare esperienza ancor prima d’averla iniziata. Potrebbe invece essere uno dei colpi inaspettati e fruttuosi la cessione di Diakité: il francese non ha trovato accordo per il rinnovo del contratto in scadenza Giugno 2013, potrebbe essere ceduto per monetizzare e non lasciarselo scappare a parametro zero. Capitolo rinnovi, ad inizio pre-campionato hanno prolungato di un anno Bizzarri, Scaloni e Brocchi, sempre pronti quando chiamati a presenziare, mentre il promettente Candreva è stato riscattato ed ora è in comproprietà con l’Udinese.
Nell’ultima settimana di mercato sono attesi almeno un paio d’innesti importanti, soprattutto in difesa, reparto che langue maggiormente: perso Breno per via della carcerazione, Balzaretti era l’obiettivo numero 1 per la fascia sinistra, ma ha deciso d’approdare a Roma sponda giallo-rossa, Xandao è ormai tramontato per la clausola di percentuale sulla futura cessione (causa già complice nella sfumatura della trattativa Yilmaz) ed il concitato scambio Carrizo-Grandqvist è saltato per l’ennesima dimostrazione d’incoerenza di Preziosi. Troppi fallimenti, è attesa una svolta, la difesa inadeguata a sostenere tre competizioni stagionali ha già mostrato lo scorso anno quanto possa costare: la Champions.
Domenica parte ufficialmente la Serie A, la trasferta contro l’Atalanta è la prima vera partita con cui la Lazio di Petkovic dovrà confrontarsi, i tempi dei test sono finiti: è ora che la ricetta della “Petkovisione” inizi a mostrare i suoi frutti.