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TIFOSI BRESCIA

Durante una protesta non autorizzata del 9 giugno, tre membri del gruppo “Brescia 1911”  sono stati allontanati dalla Questura. 

La Questura di Brescia ha emesso tre Fogli di via obbligatori nei confronti di altrettanti membri del gruppo ultras “Brescia 1911 ex Curva Nord”, protagonisti di una protesta non autorizzata svoltasi lo scorso 9 giugno nel centro cittadino. Come riportato da BresciaOggi, i tifosi  vengono identificati dalle forze dell’ordine dopo un corteo improvvisato davanti a Palazzo Loggia, sede del Comune.

LA DECISIONE DELLA QUESTURA

Il questore Paolo Sartori ha firmato i provvedimenti che vietano ai tre soggetti di fare ingresso nel territorio comunale di Brescia per un periodo di tempo determinato, ma significativo. La scelta, spiegano fonti della Questura, nasce dalla volontà di prevenire ulteriori episodi di disordine pubblico e di lanciare un messaggio chiaro: il dissenso può essere espresso, ma solo nel rispetto delle regole.

La manifestazione, considerata “illegale” dalle autorità, ha acceso i riflettori su un momento delicato per il calcio bresciano. Il club di Massimo Cellino è in piena crisi societaria e sportiva, e l’incertezza sul futuro alimenta la frustrazione di una parte della tifoseria. Tuttavia, la linea delle istituzioni resta ferma: non saranno tollerate derive violente o intimidazioni, nemmeno in un contesto di legittima preoccupazione per le sorti della squadra.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i cori e i messaggi lanciati durante il corteo avevano un contenuto esplicitamente rivolto ai vertici del calcio professionistico, con toni che hanno superato il limite della protesta civile. Per questo, oltre ai Fogli di via, non si escludono ulteriori misure nei confronti di altri partecipanti.

La vicenda riaccende il dibattito sul rapporto tra tifo organizzato e legalità. Se da un lato il sostegno alla squadra è un elemento fondamentale della cultura sportiva cittadina, dall’altro le autorità ribadiscono la necessità di mantenere un comportamento rispettoso delle norme. La passione, insomma, non può mai giustificare l’illegalità.