Ultras in protesta, prevendita sotto le attese e clima incandescente. La squadra chiamata all’impresa per restare in Serie B
A poco più di 24 ore dalla sfida più importante della stagione — e forse dell’ultimo biennio — la Salernitana si prepara a vivere un match ad altissima tensione contro la Sampdoria. La squadra granata, reduce dalla deludente prestazione di Marassi, prova a ricompattarsi, ma l’ambiente intorno è spaccato e in fermento.
Da un lato, i gruppi ultras più rappresentativi hanno annunciato la volontà di disertare la gara, preferendo manifestare il proprio dissenso all’esterno dello stadio. Contestano la società, la Lega B e la FIGC, ritenute colpevoli di aver gestito in modo discutibile la questione legata allo spareggio salvezza. Dall’altro, una parte della tifoseria organizzata ha scelto di non abbandonare la squadra, convinta che non sia questo il momento di voltare le spalle alla maglia, soprattutto con la permanenza in cadetteria in bilico.
Tutti, però, si dicono d’accordo su un punto: la Salernitana è stata penalizzata. L’annullamento dello spareggio originario contro il Frosinone — deciso dopo una lunga battaglia legale — ha stravolto piani e preparazione, rimettendo in gioco una squadra retrocessa sul campo e costringendo i granata ad attendere oltre un mese per conoscere il nuovo avversario.
Nel frattempo, la prevendita non sta decollando: 17.000 i biglietti venduti, ben lontani dai 30.000 del match contro il Frosinone. A pesare sono la delusione, la rabbia e un clima di sfiducia nei confronti della società. Intanto, circa 1.500 tifosi doriani sono attesi all’Arechi, e anche tra le due tifoserie — storicamente amiche — non sono mancati scontri verbali sui social.
Massima allerta per l’ordine pubblico: raddoppiato il numero di steward, cancelli aperti in anticipo e controlli serrati nel settore ospiti. La tensione è accresciuta anche dall’episodio dell’intossicazione alimentare che ha colpito la squadra dopo la trasferta di Genova. L’ASL ligure punta il dito contro la Salernitana, che però respinge ogni accusa e minaccia azioni legali.
In campo, Marino valuta due moduli: 3-4-3 con Verde e Cerri, o 3-4-1-2 con Raimondo. In ogni caso, a fine stagione si prevede una rivoluzione societaria e tecnica, con diversi dirigenti in uscita e il futuro della panchina ancora incerto.