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Il calcio riserva sorprese ogni giornata; lo è stata più che mai la Lazio di ieri sera, in campo con un inedito 4-1-4-1 (ennesimo esperimento di Petkovic) che è stata in grado di avere la meglio sulla compagine di Colantuono che ha steccato la prima in casa.

 

Atalanta – Lazio 0-1, partita equilibrata e combattuta, gli orobici interrompono le statistiche positive che li vedevano da quattro stagioni vincenti all’esordio all’Atleti Azzurri d’Italia, mentre per i capitolini la vittoria è importantissima in quanto rinvigorisce il morale della squadra e zittisce le critiche di un pre-campionato sottotono.
Colantuono schiera il solido 4-4-1-1 con cui ha disputato un’eccellente stagione 2011-2012: Consigli estremo difensore, al centro della difesa il neo-acquisto Brivio ha la meglio su Stendardo e va a formare la coppia centrale assieme a Lucchini, sugli esterni ci sono il veterano Bellini e Peluso, laziale dichiarato e più volte accostato ai biancocelesti nel corso del mercato; centrocampo con Schelotto e Bonaventura a spingere sulle fasce, con Cigarini e l’ex Genoano Biondini, in avanti confermato Moralez a supporto di Denis.
Petkovic sorprende invece, cambiando le carte in tavola all’ultimo minuto, 4-1-4-1 provato giusto in settimana in allenamento: confermata la difesa che già aveva ben figurato in Europa League contro il Mura 05, ad eccezione di Lulic che viene schierato come terzino sinistro al posto di Cavanda; Ledesma fa da collante fra il reparto arretrato ed il centrocampo, con Gonzalez ed Hernanes sulla trequarti e Mauri e Candreva ai lati, in attacco “il panzer” Klose.
Dopo il fischio d’inizio è subito Atalanta: subito traversa di Brivio, colto comunque in fuorigioco, nei minuti successivi Marchetti è provvidenziale a dire “no” a Moralez dopo una sontuosa azione in solitaria, lanciato sulla sinistra, rientrato con un dribbling che lascia sul posto Konko e tiro all’incrocio. Nel primo quarto d’ora la Lazio viene schiacciata dagli uomini di Colantuono, prova a ripartire ma manca la qualità necessaria per mettere a segno gli ultimi passaggi e rifinire l’azione, succede però che da una bella ripartenza di Mauri scaturisce un tiro-cross dal vertice dell’area che sorprende un po’ tutti ed Hernanes non deve fare altro che “sporcare” la palla con il tocco vincente da due passi che l’accompagna in rete. E’ la scintilla che accende la partita dei biancocelesti che iniziano ad acquisire fiducia e chiudono un ottimo primo tempo in avanti: ci provano tutti, da Mauri a Candreva, passando per Klose che fa reparto tutto da sé arretrando anche molto per aiutare la squadra; il romano, molto propositivo, pecca di qualità sia sottoporta che in rifinitura, ma è un instancabile motorino sulla destra che, assieme a Konko, offre una spinta costante. Convincente anche la prova di Lulic, sacrificato terzino fa comunque un gran lavoro d’impostazione e copertura ed è anche grazie a lui che Mauri ha spesso l’opportunità di affondare nella difesa bergamasca.
L’Atalanta fa fatica ad impostare, il goal subito taglia le gambe alla Dea ed ai suoi fantasisti, bloccati dalla solida esperta coppia di centrali biancocelesti; ci si appella così ai calci piazzati, sullo scadere del 45’ Denis disegna una parabola mirata all’incrocio, ma l’estremo difensore laziale ci mette sempre una pezza.
Nel secondo tempo le parti si sono invertite ed è subito la Lazio a partire fortissimo: Lulic cerca Klose con un bel traversone, la palla viene ribattuta fuori dall’area e Gonzalez tenta un tiro al volo che per poco non porta i capitolini al raddoppio. Calano i ritmi degli uomini di Petkovic dopo l’ora di gioco, complice anche un preliminare di Europa League giocato giovedì scorso, allora l’Atalanta parte all’assalto: in una mischia in area, Troisi tenta il tap-in vincente, ma ancora Marchetti è insuperabile, così come si riconferma successivamente chiudendo lo specchio ad un tentativo defilato di Denis, dopo una punizione ribattuta dalla barriera laziale.
La Lazio resiste e vince abbattendo le critiche e le incertezze sulla squadra, si dimostra un gruppo solido e determinato e, per la prima volta, che riesce ad applicare concretamente le direttive del tecnico bosniaco. L’Atalanta ha da recriminare per non esser stata abbastanza cinica sottoporta, in particolare Denis, anche se la prova dell’estremo difensore biancoceleste è stata da nazionale.