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La Juventus vince 2-0 contro il Milan migliore della stagione e sfugge alla Roma (a -11 dopo il pari con l'Inter). Ottimo primo tempo dei rossoneri, con Buffon protagonista, ma al 44' passa a sorpresa in vantaggio la squadra di Conte, che sale in cattedra nella ripresa grazie ad un gol fantastico di Tevez. Altre occasioni nel finale, con i legni colpiti da Pirlo, Pogba e Robinho, brutto infortunio alla testa per Poli, uscito in barella ma cosciente dal campo.

 

C'è poco da fare. Se neanche questo Milan rapido, brillante, pericoloso sotto porta, cattivo in mezzo al campo, riesce a bloccare la Juve, quantomeno sul pareggio, allora il campionato può considerarsi quasi chiuso, almeno per quanto riguarda la corsa Scudetto. Certo, il cammino è ancora lungo (mancano dodici gare) e la Roma deve recuperare un turno con il Parma, ma il carro armato Juve sta sorprenendo ogni settimana di più per concretezza, per capacità di saper vincere pur soffrendo e chiudendosi nella propria metacampo, di riuscire a sopportare un breve tempo di recupero dopo la partita del giovedì, tanto che riesce difficile pensare a un possibile calo tale da far sprecare un vantaggio di 11 punti (potenzialmente anche 10 o 8) sulla Roma da qui a due mesi. Tuttavia, siccome parlare di probabili vittorie nel calcio risulta utopico, basti dire che oggi, merito della più che buona prova del Milan, la Juve ha dimostrato una volta per tutte di essere una grande squadra di livello assoluto, capace di portare a casa i tre punti soffrendo come non mai quest'anno, trascinata pure da dei campioni arma in più di questa corazzata. Il riferimento non è casuale e i destinatari sono i due marcatori di serata, decisivi ai fini del risultato e importantissimi per il lavoro svolto. Tevez per l'ennesima volta è stato riconosciuto all'unanimità (pure dai rispettabilissimi tifosi del Milan che lo applaudono all'uscita dal terreno di gioco) migliore in campo, non solo grazie ad un meraviglioso gol ma soprattutto per un'altra grandissima prestazione da protagonista fatta di tanta corsa, di lotta, di palloni recuperati e di colpi di genio come quel tocco perfetto che permette a Lichtsteiner di presentarsi alle spalle della difesa milanista e di fornire l'assist per Llorente. Per l'Apache si tratta poi di una serata doppiamente speciale sul piano personale, dato che raggiunge quota 15 gol in campionato (adesso è capocannoniere) e che lo ha fatto esultando con un ciuccio in bocca, per festeggiare la recentissima nascita del terzo figlio Lito Junior. L'argentino, ex fiamma di Galliani, ruba la scena a San Siro, ma non va dimenticata la partita del Milan, che per quanto visto nel primo tempo meritava sicuramente di andare negli spogliatoi con un altro tipo di risultato: i rossoneri hanno giocato la partita della stagione, almeno per quanto riguarda la gestione Seedorf, durante la quale non si era mai vista una squadra così brava nell'applicare i dettami del proprio allenatore riuscendo ad essere veramente pericolosa in attacco. La partita di stasera a tratti è sembrata analoga a quella giocata contro l'Atlètico Madrid, in Champions: approccio giusto, aggressività a centrocampo e in difesa, ricerca di spazi larghi per colpire, gioco sugli esterni, e soprattutto tanti tentativi di tiro. In quest'ultimo intento i rossoneri sono riusciti benissimo, sfiorando il vantaggio clamorosamente almeno tre volte prima di subire l'incredibile beffa del gol di Llorente. Nella ripresa invece il Milan è calato molto in intensità e qualità delle giocate (non a caso sono mancati Taarabt e Poli) e pur avendo ancora occasioni per pareggiare o accorciare le distanze, la Juve ha potuto amministrare il vantaggio con meno apprensione, andando vicina a legittimarlo più di una volta.

PRIMO TEMPO
Una sola novità per quanto riguarda i ventidue che scendono in campo: nella Juve Conte non rischia Chiellini e schiera Caceres, confermata invece la presenza di Asamoah a centrocampo. L'inizio di gara è di marca juventina, con il Milan che non riesce a tenere le linee vicine e lascia troppi spazi agli avversari. Tuttavia, nonostante un esterno destro di Lichtsteiner di poco a lato, Abbiati non corre pericoli e dopo cinque minuti così così il Milan prende con voga il possesso della gara. Al 6' si accende uno scatenato Taarabt, sempre al centro delle azioni offensive rossonere, al 12' un suo cross viene deviato sul fondo di poco da un "mascherato" Pazzini. Al 16' si risveglia la Juve, che vive quattro minuti importanti caratterizzati da tre occasioni più o meno nitide: prima c'è un tiro centrale di Tevez, poi un siluro alto di Pogba, infine il tiro a botta sicura di Lichtsteiner parato incredibilmente con un ginocchio da Abbiati. Quest'ultima occasione nasce da un pallone recuperato a Taarabt da Tevez e si concretizza dopo un tentativo di Llorente, ma l'effetto indesiderato per la Juve è che la reazione del Milan è immediata e forte: sul ribaltamento di fronte infatti, Pazzini non trova di pochissimo la palla su tiro-cross del solito Taarabt, ispirato e a suo agio nell' inserirsi nei tanti spazi lasciati dalle maglie bianconere. Al 26' questo andazzo difensivo della Juve culmina con il doppio tiro di Kakà su cui prima un super Buffon poi un altrettanto encomiabile Bonucci salvano la propria squadra. Impressionante soprattutto l'intervento del difensore, che si piazza sulla linea di porta e con un ottimo riflesso devia col piede sinistro la conclusione a botta sicura del milanista con il suo portiere già battuto. La situazione comincia a preoccupare Conte, che manda a scaldare Ogbonna in previsione di un eventuale cambio (Barzagli e Caceres, nonché gli esterni appaiono un po' in affanno in questa fase di gioco). Ma la Juventus continua a soffrire, non riuscendo a reagire e subendo altre iniziative molto pericolose portate avanti da un Milan ordinato e determinato, capace di impensierire ancora Buffon, con Poli che però spreca la sua occasione tirando alto da buona posizione e con Montolivo, che da fuori costringe alla parata in tuffo il compagno di Nazionale. L'imbarazzo juventino è tale anche in fase di costruzione di gioco, infatti gli errori di calibrazione dei passaggi sono molti, i centrocampisti si muovono poco e le idee scarseggiano, però il Milan non riesce ad approfittarne e sbatte ancora contro il muro eretto da Buffon trovandosi di fronte ai tentativi di Pazzini (girata in area con tiro centrale che passa sotto le gambe di Barzagli) e Kakà (gran destro a giro dai 25 metri) un grande portiere in stato di grazia, per niente deconcentrato o frustrato dalle numerose parate effettuate rispetto al solito. Anche per queste ultime occasioni il gol della Juve al 44' ha il sapore di una beffa per i rossoneri, che si lasciano scavalcare ingenuamente la difesa da un lancio lunghissimo a cercare Marchisio e lo servono con un colpo di testa all'indietro. Poi è bravissimo il Principino a eludere l'uscita di Abbiati e a proteggere palla portandosi sull'esterno, quindi a servire in mezzo dove Tevez è geniale nel premiare l'inserimento nel cuore dell'area milanista di Lichtsteiner, altrettanto bravo nel controllare in corsa e nel vedere in mezzo il libero Llorente per cui la marcatura è fin troppo facile. Si va dunque al riposo con un vantaggio poco meritato per la Juve, che comunque dimostra la già citata capacità di soffrire e di colpire al momento giusto l'avversario, in questo caso un Milan che appena prima del 44' aveva costruito alcune delle sue migliori opportunità da gol.

SECONDO TEMPO
Si riparte senza cambi ma con la stessa inerzia positiva rossonera del primo tempo. Le prime occasioni arrivano da palle alte: al 50' un cross di Taarabt sorprende Buffon che smanaccia non badando all'eleganza, un minuto dopo un traversone di Emanuelson trova Poli in mezzo all'area e il tiro finisce di poco fuori, ma quello che preoccupa è l'impatto terribile con la testa di Caceres del centrocampista ex Samp, costretto ad uscire in barella dal campo tra gli applausi dei tifosi e l'apprensione di tutto lo stadio per il colpo ricevuto nella zona tempiale. Per fortuna dopo si apprenderà che l'infortunio non è grave e che il ragazzo è sempre stato cosciente, mentre per Caceres basta una vistosa fasciatura a "turbante" per continuare la partita. A sorpresa Seedorf decide di di lasciare ancora in panchina Honda e di mandare dentro il giovane Saponara, che tuttavia faticherà a entrare nel vivo del gioco rossonero, calato comunque di intensità e di qualità in questo secondo tempo. Fra le maglie del Milan comincia ad affiorare anche un po' di stanchezza e non è un caso che da una palla persa e da un incredibile buco lasciato in mezzo al campo arrivi il gol del 2-0 juventino: come un fulmine a ciel sereno il bolide di Tevez dai 25 metri supera Abbiati insaccandosi dopo un forte impatto con la parte interna della traversa, togliendo di fatto ogni speranza ad una possibile rimonta rossonera. Bellissimo il quindicesimo gol in campionato dell'Apache, che servito intelligentemente da Pirlo non ci pensa due volte a scegliere la via del tiro dalla distanza, quasi invitato da una strana mancanza di pressing da parte di difesa e centrocampo del Milan. Seedorf prova subito a correre ai ripari inserendo il tanto atteso Honda al posto del capitano Montolivo, tuttavia non cambia modulo e piazza il giapponese nell'inedita posizione di centrocampista centrale accanto a De Jong. La Juve comunque entra in controllo della gara e pur non risultando pericolosa riesce a gestire il vantaggio con serenità. Il Milan ci prova ancora con un tiro dalla distanza di Emanuelson che impegna Buffon all'80', poi è la squadra bianconera ad andare vicina al 3-0 con la traversa scheggiata da Pirlo su calcio di punizione e con il palo preso da Pogba con un tiro rasoterra preciso sempre da fuori area. Nel finale, dopo la standing ovation di gran parte di San Siro per l'uscita di Tevez, c'è spazio per un altro legno stavolta colpito da un rossonero, Robinho (entrato al posto di uno stremato Taarabt al 76'), che è anche sfortunato non riuscendo a capitalizzare un bel suggerimento di Saponara, colpendo in pieno la traversa. 

Il Milan avrebbe sicuramente meritato di segnare un gol, almeno nell'occasione finale con Robinho, ma la dura legge del più forte ha premiato la Juve, a cui due giocate di grandi giocatori sono bastate per portare a casa un risultato fondamentale per il proseguio della stagione. I complimenti vanno comunque di diritto a Seedorf, capace di dare un'identità e un gioco a questa squadra e di far soffrire come non mai quest'anno (almeno in campionato) la Juve, che a parte in occasione della dèbacle di Firenze non aveva mai corso così tanti pericoli in 90 minuti. Dall'altra parte non si può non riconoscere il gran merito di Tevez, per stessa ammissione di Conte valore in più della Juve di questa stagione, protagonista di un'ennesima prestazione totale da premiare con un voto altissimo. Ma non è solo lui che ha fatto vincere i bianconeri, sorretti da una difesa che ha sì sofferto e sbagliato qualcosina, ma che non ha mai sbandato e ha sempre mantenuto la calma, con Bonucci esempio su tutti per leadership e freddezza anche nelle peggiori situazioni (è lui decisivo come Buffon per la porta inviolata della Juve). Quello che sicuramente non è andato, almeno nel primo tempo, è stato il centrocampo, surclassato dall'intensità dei milanisti e incapace di controbattere soprattutto nelle persone di Pogba (stavolta insufficiente, ma a 20 anni un po' di calo è normale, soprattutto se si gioca ogni tre giorni) e di Marchisio, in ombra anche in fase di impostazione. In generale è stata una partita difficile per gli interpreti bianconeri lì in mezzo, tanto che in 90 minuti si è visto solo un inserimento, guarda caso però decisivo per il vantaggio, di Marchisio. In classifica la squadra di Conte fa un bel balzo e si porta a 69 punti contro i 58 della Roma e i 35 del Milan, che viene scavalcato dalla Lazio, vittoriosa a Firenze, e raggiunto dal Genoa di Gasperini. Dopo il turno infrasettimanale di amichevoli internazionali, sabato si ricomincia con la 27a giornata di Serie A, dove sia i rossoneri che i bianconeri saranno impegnati in gare tutt'altro che semplici: Udinese-Milan e Juventus-Fiorentina sono in programma rispettivamente per sabato alle 18 e per domenica alle 12.30.

TABELLINO E PAGELLE

Milan (4-2-3-1): Abbiati 6; Abate 6, Rami 5.5, Bonera 5.5, Emanuelson 6; De Jong 6, Montolivo 6.5 (71' Honda 5); Taarabt 6.5 (75' Robinho 6), Poli 6 (53' Saponara 5.5), Kakà 6; Pazzini 6. A disp.: Amelia, Gabriel, Mexes, Zapata, De Sciglio, Zaccardo, Constant, Essien, Birsa, Petagna. All.: Seedorf

Juventus (3-5-2): Buffon 6.5; Barzagli 6, Bonucci 7, Caceres 6; Lichtsteiner 6.5 (83' Padoin sv), Pogba 5.5, Pirlo 6, Marchisio 6, Asamoah 6; Tevez 7.5 (91'  Giovinco sv), Lllorente 6.5 (90' Osvaldo sv). A disp.: Storari, Rubinho, Peluso, Chiellini, Ogbonna, Isla, Quagliarella.

Arbitro: Marco Guida (Torre Annunziata)

Marcatori: 44' Llorente, 69' Tevez

Ammoniti: Marchisio, Pirlo (J), Bonera (M)

(fonte immagine: it.uefa.com )