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È stata una splendida partita, degna continuazione di un weekend che aveva già offerto lo spettacolo di Roma-Fiorentina, in una giornata dove il calcio italiano ha tenuto testa ai principali campionati esteri. I tre punti sono andati all'Inter, ma il Napoli non esce dal Meazza ridimensionato, e con la Juve sarà battaglia fino in fondo.

 

Novanta minuti più recupero di pura battaglia sportiva, senza un attimo di sosta e con il solo scopo di prevalere sull'avversario: le due squadre hanno compreso l'importanza della partita e l'hanno interpretata al meglio, cercando di sfruttare al massimo le doti dei propri giocatori offensivi (qui magari leggermente meglio il Napoli) e di scoprire i punti deboli delle opposte difese (qui sicuramente meglio l'Inter, anche per quanto successo in occasione del primo gol). D'altronde non poteva andare diversamente, perché la vittoria nel pomeriggio della Juventus a Palermo obbligava entrambe le formazioni a non poter sbagliare, altrimenti il distacco dalla vetta sarebbe aumentato in maniera piuttosto netta: considerato il ritmo altissimo dei bianconeri anche un pareggio sarebbe stato negativo per le due dirette inseguitrici, che si sarebbero così tolte punti a vicenda facendo semplicemente il gioco della squadra di Antonio Conte. Così non è stato, dato che l'Inter ha saputo essere cinica al punto giusto e il Napoli non è riuscito a completare la rimonta nonostante un secondo tempo arrembante e proteso in attacco alla ricerca del gol del pari, risultato che al Meazza manca dall'11 Febbraio 1996, 1-1 nella semifinale d'andata di Coppa Italia (al ritorno passò il Napoli), seguito da sette vittorie nerazzurre, striscia interrotta l'anno scorso dal fragoroso 0-3 segnato da molteplici polemiche per l'arbitraggio di Rocchi. Alla partita che decide chi delle due contendenti dev'essere la fatidica "anti-Juve" sia Inter che Napoli ci arrivano dopo un Giovedì di Europa League nel quale, con il secondo posto già certo, sono stati fatti riposare quasi tutti i titolari, perciò i ventidue che scendono in campo sono quasi tutti differenti rispetto ai match di coppa, fatta eccezione per alcuni sempre presenti come Cavani e Cambiasso. L'Inter sceglie a sorpresa il 3-5-2 con Cambiasso centrale di difesa (bocciatura piuttosto evidente per Silvestre, vista la squalifica di Samuel), Nagatomo e Pereira sugli esterni, cerniera di centrocampo folta per arginare quella partenopea e coppia d'attacco Cassano-Milito, con il barese che rientra in campionato dopo le due giornate di squalifica a discapito di Palacio che si accomoda in panchina. Mazzarri invece lascia fuori Campagnaro, Britos e Gamberini affiancano Cannavaro in difesa, davanti assieme a Cavani è confermato Insigne. Direzione di gara affidata a Rizzoli, scelta piuttosto rischiosa viste le tante polemiche per gli scontri diretti dell'anno scorso (sopratutto il match di andata) e per il suo operato da giudice di linea ad Agosto nella Supercoppa Italiana fra Juventus e Napoli.

PRIMO TEMPO
Come contro il Neftçi l'Inter va in vantaggio dopo neanche dieci minuti, ma se in quel caso il gol era arrivato in maniera un po' casuale per un errore della coppa centrale azera stavolta è frutto di uno schema elaborato nei minimi dettagli da Stramaccioni su azione da calcio d'angolo, guadagnato da Pereira: in area si presentano i classici saltatori più gli "intrusi" Gargano e Nagatomo, che poco prima della battuta del barese escono fuori dai sedici metri mandando in totale confusione i marcatori partenopei, che restano spiazzati dal movimento avversario e non si accorgono dell'arrivo, indisturbato, di Guarín sul secondo palo. Il pallone è calciato proprio in direzione del colombiano che colpisce di destro senza opposizione e batte De Sanctis, realizzando il suo terzo gol in campionato con dedica a Miguel Calero, ex portiere suo compagno di squadra nella Selección colombiana deceduto lo scorso 3 Dicembre. Napoli pericoloso dieci minuti dopo, Cavani parte in contropiede saltando Cambiasso, scarica sulla sinistra per Insigne che rientra centralmente e fa partire un destro che termina non molto lontano dalla porta, l'uruguayano inizialmente fa spesso da uomo-assist per i compagni, nonostante sia il miglior realizzatore della sua squadra, ripetendosi anche al 21' con una sponda per Hamšík che di sinistro calcia sul fondo. Dall'altra parte scambio tra Cassano e Milito, quando il barese sta per calciare interviene Britos che tocca con la punta del piede il pallone e solo dopo si scontra con l'avversario, che rimane fuori per cinque minuti salvo poi ritornare in campo senza necessità della sostituzione, nel frattempo Napoli vicino al pari con un colpo di testa di Cavani che esce di pochissimo ma viene segnalato fuorigioco. Al 38' il raddoppio: cross di Pereira sul secondo palo un po' lungo, Zúñiga rinvia (male) di testa centralmente, sul pallone si avventa come un falco Guarín che resiste di forza e tecnica su Behrami e poi serve uno splendido filtrante a Milito che rientra sul destro eludendo l'intervento di Gamberini e piazza sul secondo palo dove De Sanctis può solo sfiorare senza evitare il 2-0. Torna a segnare il Principe, che scaccia quindi quella sorta di maledizione che l'aveva avvolto dopo la magnifica doppietta allo Juventus Stadium dello scorso 3 Novembre, ultima volta nella quale era andato in rete. Il tempo si chiude con una gran conclusione di Insigne dal limite dell'area che colpisce bene ma manda alto, 100% di realizzazione per i padroni di casa che nei primi quarantacinque minuti hanno tirato due volte verso la porta di De Sanctis andando a bersaglio in entrambe le occasioni.

SECONDO TEMPO
Subito Pandev al posto di un frastornato Gamberini, Mazzarri passa alla difesa a quattro, di fatto è un 4-3-3 dove però Maggio è in costante proiezione offensiva. Proprio da una mancata copertura dell'ex Fiorentina nasce una grande chance per il tris, Cassano lanciato da un ottimo Pereira entra in area da sinistra e calcia con il mancino colpendo il palo senza che De Sanctis riesca a toccare. Una volta perfezionati i meccanismi offensivi ecco che però i partenopei fanno male, sinistro di Inler che Handanovic mette in angolo, batte Hamšík e Nagatomo ribatte nuovamente sui piedi dello slovacco che crossa per Pandev (in fuorigioco non ravvisato dall'assistente Manganelli), da due passi il macedone quasi liscia tirando addosso a Handanovic, ancora Pandev prende la respinta e trova il tocco di Ranocchia che impenna la palla sulla traversa, irrompe Maggio sulla linea con ancora Handanovic determinante ma poi ci pensa Cavani a buttare di forza e rabbia il pallone dentro, gol numero sessanta del giocatore uruguayano in Serie A con la maglia del Napoli, il primo al Meazza in azzurro dove aveva già segnato ma quando vestiva la maglia del Palermo. Da qui in poi il Napoli si installa definitivamente nella metà campo avversaria alla disperata ricerca del 2-2, ma di fatto ci sono solo mischie e un paio di reclami per tocchi con il braccio o presunti tali in area di rigore, ne fa le spese Pandev che protesta troppo e si becca il cartellino giallo. L'Inter di fatto si affida solo a contropiedi con un solo giocatore lanciato in avanti, come quando il nuovo entrato Coutinho parte in progressione ma viene fermato da un'ottima e coraggiosa uscita di De Sanctis che evita il tris nerazzurro. Dal possibile 3-1 al quasi 2-2: gran giocata a centrocampo dell'ottimo Insigne che fa involare Cavani sulla sinistra, cross sul secondo palo dove c'è l'accorrente Mesto, Pereira è in vantaggio e cerca di liberare con il suo piede preferito, il sinistro, ma il rinvio è sbilenco e carambola sulla mano (tocco ovviamente involontario, non si può pensare al rigore), enorme rischio di autogol ma il rimpallo finisce sul fondo e quindi in corner. Da calcio piazzato il Napoli ha un'altra grande occasione ma il colpo di testa di Maggio finisce tra le braccia di Handanovic, nell'altra area bella giocata di Palacio che va via a Behrami sulla linea di fondo per poi rientrare e calciare di sinistro in diagonale, palla fuori non di molto. Tre minuti di recupero, poi aumentati dopo un infortunio a Britos, Cavani ha la palla del 2-2 al limite dell'area ma si immola Ranocchia che si oppone sulla conclusione dell'ex Palermo e manda il pallone lontano dalla porta.

Fischia la fine Rizzoli, l'Inter ottiene tre punti fondamentali per rimanere in scia alla Juventus e soprattutto per superare il Napoli, ora terzo a -5 dalla vetta ma assolutamente ancora in corsa per la lotta di vertice e autore di una prestazione di alto livello nonostante il risultato sia sfavorevole. I nerazzurri hanno prima avuto la concretezza necessaria per mettere in discesa la partita e poi la caparbietà per mantenere il vantaggio contro degli avversari che hanno fatto di tutto per rientrare in gara, onore a tutte e due le squadre e sfida a tre per il campionato con la Juventus che nel prossimo weekend avrà un nuovo capitolo: l'Inter sarà ospite della Lazio Sabato sera, il Napoli ventiquattro ore dopo attenderà al San Paolo il Bologna, in mezzo Juventus-Atalanta.

IL TABELLINO
Inter (3-5-2): Handanovic; Ranocchia, Cambiasso, Juan Jesus; Nagatomo, Zanetti, Gargano, Guarín, A. Pereira; Milito (75' Coutinho), Cassano (60' Palacio). Allenatore: Stramaccioni
Napoli (3-4-1-2): De Sanctis; Gamberini (46' Pandev), Cannavaro, Britos; Maggio, Behrami, Inler (58' Džemaili), Zúñiga; Hamšík (84' Mesto); Cavani, Insigne. Allenatore: Mazzarri
Arbitro: Nicola Rizzoli di Bologna (Manganelli – Cariolato; Nicoletti; Valeri – Giannoccaro)
Reti: 8' Guarín, 39' Milito, 54' Cavani (N)
Ammoniti: Handanovic, Gargano (I), Gamberini, Pandev, Behrami (N)

[Immagine presa da corrieredellosport.it]