La squadra di Mazzarri, comodamente avanti di due gol all'intervallo, compie un vero e proprio suicidio calcistico regalando il pareggio al Livorno in maniera grottesca.
Fine primo tempo all'Ardenza: Rodrigo Palacio ha appena raddoppiato, proprio all'inizio del recupero, e l'Inter sta vincendo due a zero contro un tramortito Livorno, al quale la mazzata del gol subito immediatamente prima del recupero sembrava avesse tolto qualsiasi speranza. Ci si aspetterebbe una ripresa tranquilla e invece no: Paulinho ed Emeghara pareggiano, Guarín e Samuel fanno un orrore abominevole e l'Inter deve aggiungere anche questa partita all'infinito elenco di occasioni sprecate, peraltro nella volta in cui non aveva regalato il primo tempo. José Mourinho una decina di giorni fa ha definito Arsène Wenger «specialista in fallimenti», e questa definizione si può facilmente adattare per i nerazzurri, ormai famosi per gettare al vento qualsiasi occasione per avvicinarsi alla qualificazione in Europa League, permettendo il recupero di un gruppo piuttosto folto e agguerrito di inseguitrici. Inconcepibile l'atteggiamento interista nella ripresa, quarantacinque minuti giocati con una deconcentrazione paurosa, come se la vittoria non potesse essere in discussione per nessun motivo: in tutto questo enormi colpe, nonostante lui non faccia mai autocritica, sono di Walter Mazzarri, sul quale cominciano a esserci sempre più dubbi sulla capacità di saper guidare questa squadra e di dargli le giuste motivazioni, perché il compito di un allenatore dovrebbe (anche) essere quello di tenere alta la concentrazione in qualsiasi momento della gara, come per esempio continua a fare Conte nonostante l'enorme vantaggio della Juventus in classifica. È dunque un punto prezioso soprattutto per il Livorno, unica delle ultime cinque a segnare e fare punti in tutta la giornata, se i toscani dovessero riuscire a salvarsi Spinelli dovrebbe quantomeno offrire una cena a Guarín per il retropassaggio che ha innescato il 2-2 di Emeghara, perché nonostante tutto i toscani dopo lo splendido gol di Paulinho non avevano creato tanto. Di Carlo ha puntato sulla voglia di mettersi in mostra dei tanti giocatori in prestito dall'Inter: Bardi, Mbaye, Benassi e Belfodil partono titolari, solamente Duncan va in panchina e le attenzioni maggiori vanno sull'attaccante algerino, finora un flop clamoroso anche in amaranto. La buona prova di Álvarez contro l'Udinese gli vale la titolarità al posto di Guarín, Mazzarri disegna un 3-4-2-1 con l'ex Vélez e Palacio a supporto di Icardi, in mediana Kuzmanovic fa rifiatare Cambiasso mentre in difesa torna Rolando.
PRIMO TEMPO
Sembra quasi di rivedere Inter-Udinese: l'Inter ha un approccio troppo soft, sbaglia molto e crea tantissimo, pur non avendo davanti una corazzata. Dopo un quarto d'ora di poco e niente è di Jonathan il primo squillo, un diagonale di poco a lato su imbeccata di Hernanes, dall'altra parte Emerson prova a sorprendere Handanovic con una traiettoria arcuata su punizione (voleva tirare o crossare?), il portiere nerazzurro smanaccia per evitare guai. Pericoloso a metà tempo Kuzmanovic con un bell'inserimento centrale e destro vicino alla traversa, da fuori ci prova pure Hernanes mandando di poco a lato col sinistro. Nella mezz'ora iniziale la porta la prende solo il Livorno, al 31' parata facile di Handanovic su colpo di testa di Belfodil (unica volta che l'algerino la prende in tutta la partita), Bardi si scalda al 36' coprendo lo specchio su un inserimento da sinistra di D'Ambrosio ma un minuto dopo deve raccogliere la palla dentro la rete: cross di Álvarez riproposto dentro da Palacio di testa, Icardi liscia al limite dell'area piccola ma il suo errore dà modo ad Anderson Hernanes di infilare la porta labronica e realizzare il suo primo gol con la maglia dell'Inter, il quarto in campionato dopo i tre segnati con la Lazio. Per una volta i nerazzurri non si siedono sul gol segnato e colpiscono di nuovo appena superato il quarantacinquesimo, su cross dalla destra di Jonathan Rodrigo Palacio è ben appostato sul secondo palo, senza essere marcato, e di controbalzo fa 0-2. Una grande squadra con questo gol avrebbe chiuso la partita…
SECONDO TEMPO
Alla prima azione l'Inter potrebbe fare la terza rete, una quindicina di secondi e Álvarez serve un bel filtrante per Palacio, destro immediato e risposta di piede di Bardi sul primo palo. Dal possibile 0-3 all'1-2 nel giro di neanche dieci minuti: angolo da destra di Greco, i blocchi dei giocatori del Livorno liberano Paulinho, destro forte e precisissimo fra traversa (toccata), Handanovic (incolpevole) e Jonathan (appostato sul palo) e dodicesimo gol in campionato per il brasiliano. Di Carlo cambia subito per sfruttare il momento positivo, dentro Duncan per l'acciaccato Emerson e soprattutto Emeghara per il nullo Belfodil, Mazzarri invece resta tranquillo in panchina con troppa sicurezza mentre i suoi dimostrano in campo di non essere attenti e concentrati come dovrebbero. A dirla tutta, però, dopo un fisiologico momento di sofferenza a seguito del gol subito l'Inter non si fa aggredire e anzi va vicina a tornare avanti di due lunghezze, con un colpo di testa sfiorato di Rolando a centro area e soprattutto al 77' quando Palacio smarca Icardi davanti a Bardi, bravo Mbaye a salvare (si fa anche male, rimane in campo solo perché i cambi sono finiti) poi Guarín, defilato, salta Bardi e prova il tiro (esterno della rete) anziché servire il numero nove in mezzo a porta vuota. È di Benassi l'unico tentativo amaranto, cercando di pescare il jolly da trenta metri con un tiro che scende ma non abbastanza, fino all'85', quando Guarín soffre sulla linea del fallo laterale la pressione di Duncan e inspiegabilmente serve il lontanissimo Samuel con un retropassaggio assurdo sul quale si avventa Innocent Emeghara, destro dal limite per scartare il regalo e l'insperato pareggio del Livorno diventa concreto. Scandaloso l'errore di Guarín, disastroso da quando ha ottenuto il tanto richiesto rinnovo di contratto, quasi quanto quello di Samuel, che vista la situazione avrebbe fatto meglio a sacrificarsi stendendo il nigeriano naturalizzato svizzero: sarebbe stato meglio per l'Inter chiudere in dieci senza subire il 2-2. Possibilità di un ulteriore ribaltone? Zero, anche perché l'Inter nei cinque minuti finali ha migliorato il risultato solo nel derby, a testimoniare la totale confusione nerazzurra c'è l'ingresso in campo di Botta senza autorizzazione che gli costa il giallo.
Con stasera l'Inter ha ottenuto più pareggi che vittorie (tredici contro dodici), non recuperando ancora una volta sulla Fiorentina, che pure ultimamente viaggia a ritmo lentissimo, e rischia il sorpasso del Parma se i gialloblù mercoledì dovessero vincere il recupero con la Roma, l'Europa League è ancora tutta da conquistare e un altro passo falso contro il Bologna sabato potrebbe avere grosse ripercussioni. Da festeggiare invece il punto per il Livorno, che così guadagna sulle ultime due Catania e Sassuolo avvicinandosi al Bologna e al Chievo, ma lunedì prossimo i toscani dovranno scalare l'Everest, perché è in programma la trasferta sul campo della Juventus.
IL TABELLINO
Livorno (3-5-2): Bardi; Valentini, Emerson (55' Duncan), Castellini; I. Mbaye, Benassi, Biagianti, Greco (79' Siligardi), Mesbah; Paulinho, Belfodil (55' Emeghara). Allenatore: Di Carlo
Inter (3-4-2-1): Handanovic; Rolando, Samuel, Juan Jesus; Jonathan (80' Zanetti), Hernanes (69' Guarín), Kuzmanovic, D'Ambrosio; R. Álvarez (86' Botta), Palacio; Icardi. Allenatore: Mazzarri
Arbitro: Gianpaolo Calvarese di Teramo (Padovan – Dobosz; Grilli; Rocchi – Borriello)
Reti: 37' Hernanes (I), 45' +1' Palacio (I), 54' Paulinho, 85' Emeghara
Ammoniti: Hernanes, Samuel, Botta (I), Castellini (L)
[Immagine presa da repubblica.it]