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Serie A tra polemiche e decisioni controverse, il VAR divide ancora: si fa strada l’idea di una ‘challenge’ per garantire maggiore trasparenza in campo.

È stato un weekend complesso per gli arbitri italiani, con episodi che hanno scatenato polemiche, soprattutto in merito all’utilizzo del VAR. Secondo quanto riportato da Calcio e Finanza, uno degli episodi più discussi è stato il rigore assegnato contro il Napoli durante il big match con l’Inter. Questa decisione ha portato Antonio Conte a esprimere dure critiche nei confronti del VAR, suscitando un dibattito acceso. La Gazzetta dello Sport riporta che l’arbitro Maurizio Mariani, responsabile di quella partita, redarguito per la scelta fatta.

Ma non è stato l’unico episodio controverso. L’arbitro Di Bello è finito nel mirino per la mancata segnalazione di un potenziale rigore in Atalanta-Udinese, dove un colpo di braccio di Hien, sebbene istintivo, avrebbe potuto giustificare l’intervento del VAR, rimasto invece silente.

L’incertezza non si è fermata qui. Durante Cagliari-Milan, il gol di Zortea ha sollevato dubbi per un possibile fuorigioco di Luvumbo, posizionato sulla traiettoria del pallone. Rimane incerta la visibilità del portiere Maignan, poiché la cosiddetta “linea” del fuorigioco non è tracciata, e mancano le immagini, lasciando aperto il dibattito sull’efficacia della tecnologia VAR.

Questi episodi hanno riacceso la discussione sulla possibilità di ampliare il ruolo del VAR. Come riporta Calcio e Finanza, si sta valutando una nuova proposta che consenta al VAR di intervenire oltre il fischio arbitrale, dando agli allenatori la possibilità di richiedere una revisione, sul modello della “challenge” già testata nell’Under femminile. Questa soluzione potrebbe aumentare la trasparenza e l’equità nelle decisioni arbitrali, assicurando una gestione più accurata degli episodi critici che condizionano le partite.

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