Durante l’ultima giornata di campionato, Agcom ha testato con Google un sistema automatizzato per rimuovere contenuti illegali: oltre 55mila blocchi già effettuati.
La lotta alla pirateria digitale compie un passo significativo. In occasione dell’ultima giornata del campionato di Serie A, lo scorso 23 maggio 2025, Agcom – l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – ha annunciato di aver avviato una sperimentazione con Google, finalizzata a contrastare la diffusione illegale di contenuti audiovisivi, in particolare eventi sportivi trasmessi in diretta.
LA NOTA
La collaborazione, formalizzata attraverso una nota pubblicata oggi sul sito ufficiale dell’Autorità, rappresenta un cambio di passo importante nella guerra allo streaming pirata. Dopo mesi di interlocuzioni, Google, in qualità di fornitore di servizi DNS pubblici e motore di ricerca globale, ha accettato di partecipare attivamente al progetto, recependo gli obblighi previsti dalla Legge antipirateria n. 93 del 2023 e in linea con l’articolo 9 del Regolamento sui servizi digitali (DSA).
«La sperimentazione – si legge nella nota – è stata avviata per individuare modalità tecniche automatizzate per la rimozione dei contenuti illegali accessibili tramite i DNS pubblici. Ha permesso la tempestiva segnalazione a Google, da parte dell’Autorità, delle risorse segnalate dai titolari dei diritti tramite Piracy Shield e l’esecuzione dei relativi ordini».
Piracy Shield, la piattaforma tecnologica attivata nel 2023 per monitorare e bloccare in tempo reale i flussi illegali, ha già registrato numeri imponenti: 55.504 blocchi effettuati, di cui 44.602 FQDN (nomi di dominio pienamente qualificati) e 10.902 indirizzi IP oscurati.
L’Agcom sottolinea che gli esiti della sperimentazione con Google segnano un importante precedente e auspica che anche altri operatori digitali – dai fornitori di hosting ai gestori di server DNS – seguano l’esempio, adottando misure simili per limitare l’accesso ai contenuti piratati.
Il calcio, e in generale lo sport in diretta, resta uno dei settori più colpiti dalla pirateria online, con ingenti danni economici per broadcaster, club e leghe. La collaborazione tra istituzioni e giganti del web potrebbe ora segnare un punto di svolta decisivo.