Bookmaker Bonus Benvenuto Visita
Betnero Bonus Scommesse del 100% fino a 70€ Info Bonus
Betway Fino a 100€ Bonus Benvenuto Scommesse sul Primo Deposito Info Bonus
Casinomania Bonus Scommesse del 100% fino a 50€ Info Bonus
888sport Bonus Sport del 100% fino a 25€ sulla Prima Ricarica Info Bonus
SNAI Bonus Sport 300€ + Bonus Casino 300€ Info Bonus
William Hill Triplo Bonus Scommesse da 300€ – Codice: ITA300 Info Bonus

È tempo di bilanci dopo la fine del campionato di Serie A 2013-2014: questi i giocatori scelti dalla redazione di SpazioCalcio.it come i migliori della stagione conclusa la settimana scorsa.

 

Simone SCUFFET (portiere – Udinese): la più grande sorpresa dell'anno arriva dal Friuli e gioca in porta, quando Guidolin ha deciso di lanciarlo titolare, il primo febbraio a Bologna, forse nemmeno lui si aspettava un debutto così favoloso. Imbattuto all'esordio, fantastico contro il Milan prima e l'Inter poi, ha tolto il posto a Brkic e nel giro di due mesi è finito a Coverciano per fare uno stage con la nazionale di Prandelli. L'Udinese ha trovato l'ennesimo gioiellino fatto in casa.

Mehdi Amine BENATIA El Moutaqui (difensore – Roma): se la Roma per metà stagione ha potuto lottare alla pari con l'inarrestabile Juventus il merito è stato soprattutto della sua retroguardia, capace di subire solamente una rete nella striscia di dieci vittorie consecutive iniziali. Il difensore marocchino, arrivato da Udine, si è subito integrato al meglio in giallorosso, con prestazioni fantastiche e cinque gol, uno splendido contro la Sampdoria a settembre. Pare che sia arrivata già una chiamata da Barcellona…

Juan Guillermo CUADRADO Bello (difensore – Fiorentina): ogni volta che è partito in velocità nessuno è riuscito a fermarlo. Terzino, esterno a tutto campo, ala nel 4-3-3, qualsiasi ruolo scelto per lui da Vincenzo Montella non ha fatto differenza, perché il solco lasciato sulla fascia destra è sempre stato evidentissimo. Undici reti in campionato, un record, senza di lui la Fiorentina difficilmente avrebbe potuto finire al quarto posto, praticamente ha sopperito lui in zona gol all'assenza per quasi tutta l'annata di Mario Gómez. Ora i Mondiali e poi, forse, una big del calcio europeo, ma i viola faranno di tutto per averlo ancora in rosa.

Gabriel Alejandro PALETTA (difensore – Parma): quando è iniziato il campionato si parlava di lui come "centrale argentino", adesso invece è "centrale argentino naturalizzato italiano" e quasi certamente sarà fra i ventitré della spedizione brasiliana. Altissimo il suo rendimento per tutta la stagione, si ricorda praticamente solo un errore, alla penultima di campionato contro il Torino, per il resto ha aiutato il Parma a tornare in Europa dopo diversi anni (licenza UEFA permettendo). Perfetto il debutto con la maglia azzurra nell'amichevole contro la Spagna.

José María CALLEJÓN Bueno (centrocampista – Napoli): arrivato quasi in sordina dal Real Madrid (in fondo l'acquisto galáctico degli azzurri era Higuaín) si è rivelato come uno dei giocatori più costanti in assoluto, un vero e proprio motorino instancabile negli ultimi trenta metri. Lucidissimo nelle giocate, ha stupito tutti tranne Rafa Benítez, che in fase di precampionato riteneva che fosse in grado di arrivare a segnare venti gol stagionali, obiettivo raggiunto proprio nell'ultima giornata contro il Verona.

Juan Manuel ITURBE Arévalos (centrocampista – Verona): definirlo centrocampista è altamente riduttivo, però per mantenere un minimo di differenza è giusto non mettere più di un giocatore della stessa squadra per ogni ruolo, e non si poteva non citare un suo compagno di squadra… In Sud America lo chiamavano "El Messi Guaraní" e quando ha iniziato a giocare in Italia tutti si sono resi conto del perché, viste le cose che ha fatto in campo. Un fenomeno totale che ha trascinato l'Hellas, obbligata a mettere mano al portafoglio e riscattarlo dal Porto per quindici milioni di euro, cifra record per il club scaligero e che anticipa una vera e propria asta a livello mondiale.

Andrea PIRLO (centrocampista – Juventus): il professore continua ancora a insegnare calcio nonostante l'età cominci ad avanzare, è sempre lui il cervello della Juve e sarà ovviamente pure il centro dell'Italia di Prandelli. Quando il pallone arriva dalle sue parti c'è sempre la possibilità che accada qualcosa di inatteso e spettacolare, tra assist illuminanti e le classiche punizioni radiocomandate per gli avversari non c'è stato niente da fare.

Miralem PJANIC (centrocampista – Roma): al raduno a luglio i tifosi romanisti non lo volevano più, e lo insultavano chiedendogli di andare via perché dopo la finale di Coppa Italia persa con la Lazio aveva detto di essere contento per il suo amico e connazionale Lulic. Dopo qualche mese tutti hanno inevitabilmente cambiato idea vedendolo fare cose magnifiche, tra serpentine in mezzo agli avversari saltati come birilli (chiedere per esempio al Milan), tiri da fuori e dribbling decisivi. Fino a febbraio ha condiviso la leadership del centrocampo con De Rossi e Strootman, poi l'infortunio dell'olandese gli ha lasciato ulteriore spazio per incidere, e se l'è preso a suon di classe ed eleganza.

Ciro IMMOBILE (attaccante – Torino): inatteso capocannoniere del campionato ma fino a un certo punto, perché chi lo ha seguito fin dagli esordi nella Primavera della Juventus sapeva che si trattava di un'attaccante di razza, e che la stagione negativa con il Genoa l'anno scorso era stata solamente un caso isolato. Ha segnato sempre e quasi in tutti i modi, per trentasette giornate ha fatto volare il Torino fino a vette inesplorate da una ventina d'anni, poi l'espulsione contro il Parma (dopo aver fatto il gol numero ventidue) gli ha impedito di giocare l'ultima a Firenze e anche per questo i granata non sono riusciti a realizzare il sogno di tornare in Europa. Probabile vederlo da agosto a Dortmund.

Carlos Alberto TÉVEZ (attaccante – Juventus): un vero e proprio affare portarlo via a prezzo di saldo dal Manchester City, perché Carlitos era proprio quello che serviva alla Juve per rinforzare un settore che l'anno scorso, nonostante il titolo, era apparso un po' fiacco. Assieme a Fernando Llorente ha formato una coppia-gol perfetta, perché uno ha completato le caratteristiche dell'altro, in Italia l'Apache si è ritrovato dopo un'esperienza inglese alternata da luci e ombre. Diciannove gol e svariati assist, contro il Benfica è pure riuscito a scacciare la maledizione europea, nonostante il centro al Da Luz poi non sia servito per andare in finale.

Luca TONI (attaccante – Verona): alzi la mano chi dodici mesi fa lo riteneva in grado di fare una stagione del genere, dopo qualche anno in caduta libera dal punto di vista realizzativo e alcune esperienza totalmente fallimentari. La Fiorentina l'ha fatto tornare giocatore, il Verona l'ha fatto tornare bomber implacabile, un cecchino dentro l'area di rigore come pochi ne sono nati in Italia negli ultimi quarant'anni. I venti centri in campionato, record gialloblù, dicono tanto ma non tutto della stagione superlativa di uno dei grandi vecchi della Serie A, ancora non sazio dopo aver bucato centinaia di volte la porta avversaria. Gli è mancata solo una cosa: la chiamata di Prandelli.

[Immagine presa da legaseriea.it]