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Pareggiano tutte in testa alla classifica, tranne la Fiorentina che aggancia il Napoli al terzo posto. Il derby della lanterna va alla Samp che manda il Genoa all’ultimo posto. Perde ancora il Pescara e si dimette Stroppa. Il posticipo del lunedì va alla Roma che batte il Torino.

 

Juventus-Lazio 0-0: I campioni d’Italia si imbattono in un super Marchetti e non va al di là di un pareggio a reti bianche nel primo anticipo della tredicesima giornata. La Juve parte benissimo riversandosi sin da subito in avanti. Già nei primi 45’ i padroni di casa hanno diverse occasioni, soprattutto con Giovinco, autore di grandi giocate e che per poca non trova mai la via delle rete. Il primo temo finisce 0-0 ma con la sensazione che la Juventus possa sbloccare il punteggio da un momento all’altro, mentre per la Lazio zero occasioni. Nella ripresa il forcing della Juve diminuisce ma è proprio nel secondo tempo che ha le occasioni più nitide: prima un tiro di Vidal deviato da Quagliarella chiama Marchetti a una strepitosa parata tutta istinto e riflessi, poi Bonucci colpisce una traversa a pochi passi dal gol. I biancocelesti si chiudono e si difendono bene e grazie al loro portiere strappano un punto allo Juventus Stadium confermando di aver superato la crisi di qualche settimana fa. Per la Juventus la prova pre-Chelsea non è superata a pieno mostrando i limiti offensivi che spesso si manifestano specie quando è assente Vucinic. In vetta non cambia nulla con i pareggi di Napoli e Inter.

Napoli-Milan 2-2: 4’ Inler, 30’ Insigne, 44’ e 82’ El Shaarawy (M). Spettacolo ed emozioni nell’anticipo del S.Paolo. Passano solo 4 minuti e il Napoli è già avanti: conclusione dalla distanza dello svizzero Inler che coglie impreparato Abbiati che si fa ingannare dalla traiettoria e subisce il vantaggio dei partenopei. I rossoneri subiscono il colpo ma a sprazzi il tridente Bojan-Boateng-El Shaarawy si rende pericolo senza però impensierire De Sanctis. Alla mezz’ora è ancora il Napoli a passare: cross di Maggio per Insigne che anticipa Acerbi e calcia, palla deviata dal difensore rossonero che si infila tra le gambe di Abbiati. È il 2-0 e sembra il preludio di una festa a Napoli e del crollo definitivo del Milan. Allo scadere del tempo la scintilla che risveglia i rossoneri viene data dal solito El Shaarawy che riceve da De Sciglio e di prima dal limite dell’area calcia benissimo dove De Sanctis non ci può arrivare. Il primo tempo finisce 2-1 e la ripresa inizia con un Milan decisamente migliore e più pericoloso e con un Boateng più nel vivo del gioco. Il Napoli soffre ma va vicino 3 volte a chiudere il match: due volte con Cavani, ma ribatte Abbiati e una con Hamsik che a tu per tu con l’estremo difensore rossonero calcia a lato. La legge del gol sbagliato gol subito si conferma anche questa volta: al minuto 82’ il subentrato Robinho serve un pallone splendido per El Shaarawy che batte con un piatto rasoterra De Sanctis: è il 2-2 finale. Un ottimo Milan, soprattutto nella ripresa, esce a testa alta dal S. Paolo e con un punto prezioso. Per il Napoli ennesimo appello di maturità mancato, fallendo la conferma di essere diventato finalmente una grande, pur mantenendo le stesse distanze da Inter e Juventus.

Bologna-Palermo 3-0: 22’ Gilardino, 44’ Gabbiadini rig., 48’ Diamanti rig. Reazione da parte dei bolognesi che riscattano il periodo negativo con una vittoria convincente su un Palermo brutto. La squadra di Pioli si porta avanti con Gilardino che dopo aver controllato al limite dell’area spalle alla porta, in girata realizza un eurogol per il vantaggio dei suoi. Allo scadere del primo tempo Donati ingenuamente colpisce su un cross il pallone con una mano ed è rigore: dal dischetto si presenta Gabbiadini che spiazza Ujkani e realizza il 2-0. Passano solo 4 minuti della ripresa e si chiude il match: Ujkani frana su Gilardino che non demorde e insacca ma per l’arbitro è rigore e rosso per il portiere rosanero. Dagli undici metri si presenta questa volta Diamanti che insacca. Nel finale la partita si innervosisce con altri tre cartellini rossi: a Barreto e Labrin per i rosanero, a Tiader per il Bologna. Gli elimiani agganciano proprio il Palermo in classifica rimettendo in gioco il discorso salvezza per ben 7 squadre.

Catania-Chievo 2-1: 51’ e 85’ Almiron, 93’ Andreolli (C). Succede tutto nella ripresa al Massimino. Dopo un primo equilibrato dove nessuna squadra riesce a predominare sull’altra nella ripresa è una palla inattiva a sbloccare il risultato: al 51’ ci pensa Almiron che di testa su un calcio d’angolo di Gomez anticipa tutti e batte Sorrentino. Gli uomini di Corini provano una reazione reclamando un possibile rigore su Pellissier e colpendo anche un legno. I padroni di casa provano a colpire con le ripartenze e proprio con una di questa a 5 minuti dallo scadere chiudono la partita: Almiron si invola sulla fascia sinistra, si accentra con troppa facilità e con un destro a girare batte Sorrinto; la difesa veronese è troppo pigra ed è il 2-0. L’incontro non è ancora finito perché a temo scaduto Andreolli di testa realizza la rete del 2-1 finale ma il tempo è scaduto. Il Catania vince ancora in casa e continua a sognare l’Europa, mentre per il Chievo questa sconfitta lo rimette nella zona retrocessione.

Fiorentina-Atalanta 4-1: 5’ Rodriguez, 32’ Bonaventura (A), 42’ e 47’ Aquilani, 49’ Toni. Vince la Fiorentina e aggancia il Napoli al terzo posto in classifica e può iniziare a pensare in grande. Il risultato lo sblocca subito la squadra di Montella dopo 5 minuti sugli sviluppi di un calcio d’angolo con Rodriguez. A questo punto però l’Atalanta reagisce e inizia a mostrare il suo gioco iniziando a riversarsi nella metà campo viola fino a trovare il pari alla mezz’ora: dopo una carambola in area la palla arriva a Bonaventura (partito in fuorigioco) che di punta tocca il pallone e batte Viviano. La Fiorentina non ci sta e prova immediatamente a trovare nuovamente in vantaggio. Sorpasso che arriva allo scadere del tempo su una punizione perfetta di Aquilani. Pochi minuti dopo un disimpegno errato della retroguardia bergamasca lancia Cuadrado verso la porta, Cigarini lo stende e per l’arbitro è fallo e rosso. La punizione la calcia Pasqual e Consigli devia in corner; sugli sviluppi ancora Aquilani realizza il gol del 3-1 che chiude la partita. Nella ripresa dopo solo quattro minuti Toni, su cross di Aquilani, realizza il definitivo 4-1. Nel resto del match non accade più nulla degno di nota. La Fiorentina si conferma ancora la rivelazione del campionato e ora forse parlare di scudetto a Firenze non è più utopia.

Inter-Cagliari 2-2: 10’ Palacio (I), 43’ e 66’ Sau, 82’ Astori (autogol). L’Inter sciupa la grande occasione di andare a meno due dalla Juventus. Parte bene però la squadra di Stramaccioni che al decimo passa in vantaggio con Palacio di testa su un assist perfetto di Cassano. Il Cagliari però non viene a S. Siro solo per fare la comparsa e gioca a viso aperto andando più volte vicino al pareggio ma trovando sulla sua strada un ottimo Handanovic. A due minuti dallo scadere del primo arriva il meritato pareggio con Sau che raccoglie un cross dalla sinistra e batte l’estremo difensore nerazzurro che non può nulla questa volta. Nella ripresa l’Inter prova a ritrovare il sorpasso sciupando una clamorosa occasione con Milito che a porta sguarnita spara alto. Pochi minuti più tardi arriva il vantaggio cagliaritano ancora con Sau che raccoglie la ribattuta di un tiro di Pinilla che va a sbattere contro il palo. L’orgoglio nerazzuro si fa sentire e i padroni di casa si riversano in avanti e trovano il pari a 8 minuti dal termine grazie a una deviazione sfortunata di Astori su un cross rasoterra di Alvarez. L’Inter ci crede e sfiora anche il vantaggio ma un ottimo Agazzi dice sempre di no; da vedere un episodio contestatissimo a fine partita su Ranocchia dallo stesso Astori. Occasione persa per i nerazzuri di accorciare sulla Juventus mentre il Cagliari dimostra di aver assimilato a pieno le idee di Pulga confermandosi una delle squadre che esprime il miglior calcio nel nostro campionato.

Siena-Pescara 1-0: 31’ Valiani. Il primo spareggio salvezza della stagione va al Siena che rimette tutto in discussione per la battaglia per rimanere nella massima serie. Gli uomini di Cosmi dimostrano di avere molta più fame dei loro avversari giostrano e conducendo il gioco sin dal primo minuto. Sono diverse le occasioni per i padroni di casa per portarsi avanti, alcune clamorose con Valiani che fallisce solo davanti a Perin. Alla mezz’ora arriva però il meritato vantaggio proprio con Valiani che lanciato da Vergassola batte Perin colpendo il palo interno e siglando la rete che si rivelerà decisiva. Nel proseguo del match è sempre il Siena ad andare vicino al gol trovando però Perin sulla sua strada. Il Pescara ha la ghiotta occasione a fine primo tempo di pareggiare grazie a un calcio di rigore, ma Pegolo para e il risultato non cambia. Alla fine gli abruzzesi perdono la testa e finiscono in 9. Si è visto forse il peggior Pescara della stagione che ha portato a fine partita alle dimissioni di Stroppa, accettate dalla società. Bene il Siena che annulla con gran merito la pesante penalizzazione confermando di aver trovato in Cosmi la giusta guida per questa impresa sempre meno impossibile e sempre più probabile.

Udinese-Parma 2-2: 9’ Di Natale, 46’ Marchionni (P), 50’ Pereyra, 89’ Palladino (P). Finisce in parità una partita godibile ed emozionante, specie nella ripresa. Le marcature vengono sbloccare però nel primo tempo da una perla di Di Natale che con un pallonetto stupendo batte Mirante. Gli uomini di Donadoni provano a trovare il pareggio mentre i padroni di casa puntano sulle solite ripartenze per rendersi pericolosi ma il primo tempo finisce 1-0. Passano pochi secondi nella ripresa e il Parma agguanta il pari con Marchionni che riceve palla da un campanile lanciato dalle retrovie e dopo una serpentina tra i difensori friulani insacca per il pareggio momentaneo. Passano pochi minuti e il risultato cambia ancora: al 50’ Basta calcia in porta dopo una delle sue solite discese, la respinta di Mirante non è ottima e Pereyra è rapido e insacca in rete. I minuti passano e il Parma fatica a trovare il pari, mentre l’Udinese inizia a pensare di riuscire a portare in porto la vittoria. Al minuto 89 però un lancio perfetto di Parolo smarca Palladino che con tocco morbido in pallonetto batte Brkic in uscita e sigla il 2-2 definitivo. Questa partita conferma l’andamento stagionale di queste squadre contraddistinto da alti e bassi per entrambi i club che escono da questa domenica con un pareggio tutto sommato giusto lasciando Parma e Udinese in zona tranquilla della classifica.

Sampdoria-Genoa 3-1: 16’ Poli, 36’ Bovo (autogol), 73’ Immobile (G), 88’ Icardi. Il derby della lanterna va meritata alla Samp di Ferrara che salva la panchina e rilancia la Samp dopo 7 sconfitte consecutive. Sin dai primi palloni i doriani si mostrano più affamati e reattivi dei loro avversari e al 16’ sono meritata in vantaggio: una conclusione dal limite di Maresca viene stoppata da Poli che approfitta di una difesa genoana salita male e insacca per il vantaggio doriano. Il Genoa subisce il colpo, non riesce a costruire e a impensierire Romero e dopo venti minuti subisce il secondo gol, in modo clamoroso: Icardi (il migliore a fine gara) si lancia verso Frey, calcia bene ma l’estremo difensore francese para, la palla però carambola addosso a Bovo che la tocca e insacca nella propria porta. È 2-0, la squadra di Del Neri subisce il colpo e rischia in ben altre due occasioni di subire il gol del tracollo ma Frey porta i suoi all’intervallo sul 2-0. Nella ripresa il Genoa inserisce Vargas e Bertolacci ed è un’altra squadra: aggressiva, rabbiosa. Costruisce gioco e finalmente crea qualcosa fino a trovare il gol al minuto 73 con una dinamica simile alla rete di Poli: Vargas calcia verso la porta, la palla arriva a Immobile che batte Romero. È la rete del 2-1, i doriani ci credono e vogliono il pari. Il Genoa aumenta la pressione offensiva sfiorando il pari con Vargas ma a due minuti dalla fine Icardi chiude il match: lanciato da Tissone si lancia verso Frey approfittando di una difesa genoana scoperta e insacca per il 3-1 finale. La Sampdoria vince e si risolleva, mentre il Genoa sprofonda all’ultimo posto della classifica e la posizione di Del Neri si fa seriamente a rischio.

Roma-Torino 2-0: 71’ Osvaldo rig., 86’ Pjanic. Serve un calcio di rigore nella ripresa alla Roma per avere ragione di un Torino come sempre ordinato e ben messo in campo. Nel Monday Night il primo tempo regala poche emozioni, soprattutto rispetto a quanto aveva mostrato la Roma fino ad ora. La squadra di Zeman pare essere più accorta, con l’intento di scoprirsi meno, ma così facendo produce meno in termini offensivi e non riesce a rendersi pericolosa. Il primo tempo, a sorpresa, finisce 0-0. Nella ripresa si vede una Roma diversa, più propositiva e affamata. Produce diverse occasione che non riesce a sfruttare o per imprecisione dei suoi attaccanti o per un ottimo Gillet sempre attento. Ma al 71’ ecco l’occasione: rigore per i giallorossi per una spinta di D’Ambrosio, sul dischetto si presenta Osvaldo (Totti sostituito per fare posto a Destro) e spiazza fin troppo facilmente Gillet. Dopo la rete del vantaggio la Roma legittima il vantaggio creando ancora fino a trovare con Pjanic il definitivo 2-0: il suo tiro però è deviato e Gillet non può far nulla. Bene la Roma che vince senza dare spettacolo, ma anche senza subire gol, se pur contro uno degli attacchi più sterili della Serie A. Il Torino invece si dimostra squadra quadrata e solida che rende la vita sempre difficile ai suoi avversari ma continua a lasciare l’impressione che manchi un vero goleador che possa far salire di livello questa squadra già ottima.

Classifica Serie A 13^ giornata:

Juventus 32, Inter 28, Fiorentina e Napoli 27, Lazio 23, Roma 20, Catania 19, Atalanta (-2) 18, Parma 17, Udinese e Cagliari 16, Milan 15, Torino (-1) 14, Sampdoria (-1) 13, Bologna, Palermo, Chievo e Pescara 11, Siena (-6) 10, Genoa 9.

Samuele Zaboi