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SARTORI

Dalla favola del Chievo alla rinascita del Bologna, passando per l’epopea dell’Atalanta: la carriera di Giovanni Sartori è la dimostrazione del vero talento

Nel calcio italiano c’è un dirigente che non cerca i riflettori delle big, ma che da anni costruisce miracoli sportivi nelle piazze più insospettabili. Si chiama Giovanni Sartori, ha 68 anni, e con la recente vittoria della Coppa Italia del Bologna ha firmato l’ennesimo capolavoro. Il merito sul campo va a Vincenzo Italiano, ma dietro le quinte c’è la visione di un dirigente che ha già scritto pagine indelebili della nostra Serie A.

Sartori è l’unico nella storia ad aver portato in Champions League tre club considerati outsider: Chievo Verona, Atalanta e Bologna. Un traguardo che da solo basta a consacrarlo, anche se la sua leggenda era già cominciata molti anni fa.

Dopo una carriera da attaccante tra Serie B, C e D, con una parentesi da comprimario nel Milan dello scudetto 1987-88, Sartori appende le scarpe al chiodo nel 1989 e inizia la carriera da dirigente. Al Chievo arriva nel 1992: nel 2000 sceglie Delneri, e nasce la favola. Nel 2001 la storica promozione in Serie A, seguita dal quinto posto e dalla qualificazione in Coppa UEFA. Nel 2006, in pieno caos Calciopoli, arriva persino la Champions. Un miracolo, per una squadra di quartiere.

Nel 2014, dopo oltre vent’anni, Sartori lascia Verona. Ma non per una big: va all’Atalanta, chiamato da Antonio Percassi. Due anni dopo, la svolta: chiama Gian Piero Gasperini e cambia la storia del club. Europa League, poi Champions, con un gioco spettacolare e una continuità mai vista prima a Bergamo. I nomi cambiano – da Gomez a Ilicic, da Pessina a Gagliardini – ma la visione resta. E la Dea diventa una realtà stabile del calcio europeo.

Nel 2022, nuova sfida: Bologna. Dopo un anno di transizione, Sartori sceglie Thiago Motta e i rossoblù volano in Champions. Ma il vero colpo arriva nel 2024, quando affida la panchina a Vincenzo Italiano, suo ex giocatore ai tempi del Chievo. Nonostante le partenze eccellenti, il Bologna conquista la Coppa Italia e torna in Europa per il secondo anno di fila.

Ovunque vada, Sartori lascia un’impronta duratura. Non ha bisogno delle luci della ribalta: gli basta un progetto, una visione e la libertà di lavorare. E, come dimostra la sua carriera, i risultati arrivano sempre.