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Dopo quasi sei anni i nerazzurri tornano a vincere a Parma, Handanovic para un rigore a Cassano e i due gol nella ripresa determinano un successo che vale oro nella corsa all'Europa League.

 

Era domenica 18 maggio 2008, ultima giornata di campionato: come oggi a Parma pioveva, come oggi c'era Rocchi arbitro, come oggi era una partita decisiva per tutte e due le squadre e come oggi l'Inter ha vinto 0-2. Lì fu Zlatan Ibrahimovic a dare il sedicesimo titolo, qui sono Rolando e Fredy Guarín a dare tre punti di importanza indescrivibile per consolidare il quinto posto. Dopo quel successo Parma era diventata una trasferta stregata per i colori nerazzurri, con un pari nel 2010 e tre sconfitte consecutive (curiosamente tutte giocate di sera e non alle 15 come oggi e nel 2008), a confermare un trend che ha visto solo sei vittorie esterne in ventotto precedenti, di cui tre in Coppa Italia e le altre nelle stagioni 2002-2003 e 2006-2007. Per continuare con le analogie come domenica scorsa a Genova c'è voluto un super Handanovic per tenere in partita l'Inter nel primo tempo, con un miracolo su Cassano in avvio e il secondo rigore consecutivo neutralizzato, sempre su conclusione del numero novantanove, allo stesso modo del match con la Sampdoria dopo essere rimasta in superiorità numerica la formazione di Mazzarri ha subito troppo gli avversari rimasti in dieci, rischiando di vanificare quanto costruito nelle prime battute della ripresa con l'espulsione di Paletta e il susseguente gol di Rolando. C'è voluto Fredy Guarín, appena entrato in campo, per chiudere definitivamente questo spareggio per il quinto posto, ora tutto a favore dell'Inter che mette cinque punti fra sé e il duo formato dalla squadra emiliana e dal rilanciato Milan, e il gol del colombiano sa molto di rivincita dopo un periodo personale piuttosto buio coinciso con l'errore costato due punti pesanti a Livorno qualche settimana fa. Donadoni aveva tanti ex con voglia di far bene su cui poter contare, alla fine in campo dall'inizio ci vanno Jonathan Biabiany, Walter Gargano e soprattutto Antonio Cassano, recuperato all'ultimo dopo l'infortunio alla caviglia accusato contro la Lazio dello scorso 30 marzo e assente nelle ultime tre partite, mentre vanno in panchina Joel Obi ed Ezequiel Schelotto, entrambi in prestito. Mazzarri ne conferma dieci su undici rispetto allo 0-4 contro la Samp, l'unica modifica è obbligatoria a causa della squalifica di Andrea Ranocchia, il suo posto lo prende Hugo Campagnaro, assente dalla sconfitta casalinga con l'Atalanta. In tribuna presente anche il commissario tecnico della nazionale italiana Cesare Prandelli.

PRIMO TEMPO
Primo brivido per Mirante dopo neanche un minuto di gioco, il portiere cresciuto nel settore giovanile della Juventus è costretto a uscire fuori dalla propria area di rigore per respingere di testa un lancio di Cambiasso diretto a Icardi, Palacio raccoglie la respinta e da lontano cerca il gol da favola, palla lontana dalla porta. Dei due estremi difensori chi viene chiamato maggiormente in causa è però Handanovic, autore del primo prodigio al 9' su colpo di testa da corner di Cassano, una parata sensazionale che riporta alla mente le tante di sei giorni fa a Genova, specialmente quella su Soriano. Bene il Parma nel primo quarto d'ora, ancora Cassano, caricato dalla sfida contro il suo recente passato, riesce a liberarsi bene in area dopo un cross di Palladino, la conclusione con il sinistro non è però precisa e finisce sul fondo, poco dopo tiretto senza troppe pretese di Gargano bloccato da Handanovic. Inter nuovamente pericolosa nell'area avversaria, dopo aver sofferto tanto, solamente al 27', quando su calcio d'angolo di Hernanes Icardi si ritrova solissimo sul primo palo per impattare di testa, la sua incornata finisce di poco a lato: avrebbe dovuto quantomeno centrare lo specchio da quella posizione. L'occasione per il centravanti argentino è comunque un segnale di un cambio nel tema del match, l'Inter ora spinge molto di più, Palacio su suggerimento di Cambiasso calcia dal limite con Mirante obbligato ad alzare sopra la traversa, sono tre i tentativi verso la porta nel giro di cinque minuti, i successivi su punizione di Hernanes (centrale e bassa, parata senza problemi) e con un sinistro di controbalzo di Cambiasso (Mirante nuovamente attento in presa bassa). A un minuto dalla fine però cambia nuovamente tutto: ingenuità difensiva dell'Inter in area, Samuel si allunga troppo il pallone e aggancia Parolo, Rocchi è ben appostato e fischia il calcio di rigore in favore del Parma. Sul dischetto si presenta Antonio Cassano, battuta a incrociare, Handanovic si distende sulla sua destra e respinge venendo aiutato dal palo, Parolo prende il rimbalzo e manda sul fondo. Terzo penalty stagionale parato dal portiere sloveno su sei calciati (uno l'ha parato Carrizo, contro il Torino), sul capovolgimento di fronte l'Inter potrebbe persino passare dal possibile 1-0 sotto allo 0-1 sopra ma incredibilmente il sinistro di Cambiasso sbatte sul palo e non entra dopo aver rimbalzato sul polpaccio di Mirante. Pazzesco come si vada all'intervallo a reti bianche, anche perché nel folle finale di tempo Icardi viene pescato in posizione regolare solo dentro l'area di rigore ma manda alto, forse pensando di essere in fuorigioco.

SECONDO TEMPO
Tempo meno di mezzo minuto e la partita cambia definitivamente: Palacio parte in progressione e supera un avversario, Paletta (già ammonito) entra in scivolata e lo falcia al limite dell'area di rigore, il secondo cartellino giallo è inevitabile e il Parma rimane in dieci. Proteste vibranti da parte dei giocatori gialloblù, su tutti Cassano e Lucarelli (che si prende l'ammonizione), perché a loro avviso in occasione del rigore a fine primo tempo Samuel avrebbe dovuto ricevere lo stesso trattamento, forse avrebbero fatto meglio a pensare a come difendere sulla punizione, dato che la battuta di Hernanes è sul secondo palo per il solissimo Rolando, colpo di testa in tuffo e palla nel sette, Inter in vantaggio. Quarto gol in campionato per il difensore in prestito dal Porto (si sta parlando di un suo riscatto a fine stagione), il primo in grado di sbloccare il risultato dopo quelli contro Verona (4-1 di una partita finita 4-2), Juventus (punto della bandiera per il 3-1 conclusivo) e Cagliari (1-1). Un gol e un uomo di vantaggio per gli ospiti, situazione ideale per chiunque: non per l'Inter, evidentemente non capace di imparare dagli errori commessi a Genova. Il Parma ha un'ottima reazione e prova in tutti i modi a ritrovare il pari, è di Parolo la prima grande occasione per fare 1-1 con un tiro sbilenco, chi invece prende la porta è Lucarelli al 56' con un colpo di testa terminato sulla parte alta della traversa, poi Biabiany tenta la rovesciata colpendo male ma facendo involontariamente un assist per Felipe, liberissimo, che manda alto. Spinge tantissimo la formazione allenata da Donadoni, specie con Biabiany i cui spunti creano spesso superiorità numerica, su un'azione del francese (con pallone però uscito sul fondo, non segnalato) ancora Parolo può andare al tiro sul secondo palo, stesso risultato di prima e conclusione alta. Uno degli ex, Schelotto, entrato nella ripresa, rimane in campo solamente otto minuti prima di uscire per un infortunio (sospetta distorsione alla caviglia), entra così Amauri facendo diventare il modulo un offensivo e curioso 3-3-3, forse fin troppo sbilanciato perché si espone ai contropiedi dell'Inter, e all'89' la partita la chiude Fredy Guarín, entrato in campo solamente cinquantanove secondi prima, con un destro potente dai venti metri finito all'angolino basso. Torna a segnare il centrocampista colombiano, contestato e non più utilizzato dopo lo sciagurato retropassaggio costato il 2-2 a Livorno, non andava in rete dalla gara di andata, quando realizzò il 3-2 prima che Sansone, ora al Sassuolo, facesse il 3-3 definitivo.

La Pasqua interista diventa improvvisamente buona quanto la classifica: più cinque sulla coppia formata da Milan e Parma (contro i gialloblù c'è pure il vantaggio negli scontri diretti in caso di arrivo a pari punti) e più sette sul trio Lazio-Torino-Verona, non male per iniziare il trittico di sfide decisive, prima fra tutte quella di sabato sera al Meazza contro il Napoli di Benítez. La sconfitta nel posticipo della Fiorentina contro la Roma fa avvicinare il quarto posto a sole due lunghezze ma il calendario dei viola è molto più agevole, in ogni caso l'obiettivo primario in casa Inter è quello di rientrare in Europa, preferibilmente evitando di dover fare due turni preliminari. Quarta sconfitta nelle ultime sei partite per il Parma, Donadoni ora dovrà lottare spalla a spalla con il suo passato (il Milan reduce da cinque successi di fila) per il sesto posto, in questo caso la vittoria del Cagliari a Genova può essere visto come un segnale positivo perché i sardi, prossimo avversario dei ducali, si sono di fatto salvati con quattro turni d'anticipo.

IL TABELLINO
Parma (4-3-3):
Mirante; Cassani, Lucarelli, Paletta, Molinaro (65' Schelotto, 73' Amauri); Marchionni, Gargano, Parolo; Biabiany, Cassano, Palladino (50' Felipe). Allenatore: Donadoni
Inter (3-5-2): Handanovic; Campagnaro, Samuel, Rolando; D'Ambrosio (59' Zanetti), Hernanes (88' Guarín), Cambiasso, Kovacic, Nagatomo; Icardi (81' Botta), Palacio. Allenatore: Mazzarri
Arbitro: Gianluca Rocchi di Firenze (Passeri – Preti; Petrella; Massa – Gervasoni)
Reti: 48' Rolando, 89' Guarín
Espulso: Paletta (P) al 46' per doppia ammonizione
Ammoniti: Samuel, Rolando, Hernanes (I), Lucarelli (P)
Note: al 44' Handanovic (I) ha parato un calcio di rigore a Cassano (P)

[Immagine presa da pianetazzurro.it]