Kjaer, difensore danese annuncia il ritiro: “Una decisione maturata con calma, dando priorità alla famiglia e alla mia serenità. Non ho rimpianti”.
Simon Kjaer ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dal calcio giocato, segnando la fine di una carriera brillante e ricca di emozioni. Il difensore danese ha comunicato la sua decisione durante un’intervista a TV 2 Sport, spiegando come questo momento rappresenti per lui quello giusto per chiudere un importante capitolo della sua vita. “Non è una decisione presa all’improvviso, ci pensavo già prima dell’Europeo. Lo scorso autunno ho iniziato a capire che il mio tempo a Milano forse stava per terminare”, ha dichiarato.
IL MOTIVO DEL RITIRO
Kjaer ha sottolineato come la scelta di ritirarsi sia stata il risultato di una riflessione profonda, influenzata da diversi fattori personali e professionali. Tra questi, ha citato il ruolo centrale della sua famiglia, i suoi figli, la Nazionale e il Milan, il club che ha definito “il sogno di una vita”. Il difensore ha ammesso di aver atteso un segnale o un’opportunità dopo l’Europeo, ma alla fine ha scelto di dare priorità alla famiglia e al suo benessere personale. “Non mi pento di nulla, non mi manca nulla dal punto di vista sportivo”, ha affermato con serenità.
Durante la sua carriera, Kjaer si è distinto non solo per le sue qualità tecniche e il suo carisma in campo, ma anche per il suo ruolo da leader, sia in club prestigiosi come il Milan sia nella Nazionale danese, con cui ha vissuto momenti indimenticabili. Il suo contributo va oltre i trofei o le prestazioni sportive: è stato un esempio di professionalità e dedizione per compagni e tifosi.
Il suo addio segna la conclusione di una carriera che ha toccato le vette del calcio internazionale, ma Kjaer si ritira senza rimpianti, consapevole di aver dato tutto in campo. Ora, per il danese, si apre una nuova fase, in cui potrà dedicarsi alla famiglia e alle nuove sfide che vorrà intraprendere fuori dal rettangolo di gioco. Il mondo del calcio saluta così un atleta esemplare, un leader silenzioso e un uomo che ha saputo unire talento e valori, lasciando un’eredità importante sia sul piano umano che sportivo.