Ancora una volta i blucerchiati riescono a trovare un gol decisivo negli ultimi minuti di partita, il pari di Renan a pochi secondi dal novantesimo dà una forte delusione all’Inter e a Erick Thohir, presente per la prima volta a seguire la sua nuova squadra dal vivo.
Quella che era stata annunciata come una giornata di celebrazione, con il debutto assoluto al Meazza da spettatore del nuovo proprietario nerazzurro e il saluto di diversi ex giocatori dell’Inter, si è trasformata in un pomeriggio piuttosto deludente per via del pari maturato nel finale, quando ormai sembrava che la Sampdoria fosse sul punto di cedere. Mai dare però per vinti i doriani, capaci in questa stagione di numerose rimonte sulla sirena, dal doppio clamoroso recupero a Trieste contro il Cagliari al pari contro il Sassuolo (poi diventato però sconfitta) passando per la vittoria all’ultimo respiro a Livorno dopo aver subito gol nel recupero: anche oggi la squadra ora allenata da Mihajlovic, ex sia da giocatore sia in panchina essendo stato vice di Mancini fra il 2006 e il 2008, ha sfruttato al meglio tutto il tempo a sua disposizione, riuscendo ad agguantare un punto prezioso per il morale e la classifica, mentre l’Inter si deve per l’ennesima volta mangiare le mani per l’incredibile opportunità buttata al vento. Ha ragione Walter Mazzarri: questa è stata la partita più brutta della sua gestione, peggio del pari di Bergamo, peggio della sconfitta contro la Roma, peggio del debutto in campionato con il Genoa o del noioso match contro il Livorno; trovato il vantaggio quasi subito l’Inter si è seduta sullo striminzito risultato, pensando di averla già vinta e facendo ben poco per legittimare la superiorità, fino a crollare drammaticamente anche come tenuta fisica nella ripresa e farsi raggiungere quasi al novantesimo. È ormai oltre un mese che i nerazzurri fanno fatica a imporre il proprio gioco, dalla trasferta di Torino in poi si ricordano solo due vittorie nette, contro il Verona e contro l’Udinese, poi il mediocre 2-0 al Livorno e una serie piuttosto lunga di pareggi, arricchita da quello odierno, che impedisce all’Inter di avvicinarsi ai primi tre posti, o meglio soprattutto al terzo visto che la Juventus ormai sembra essere volata via. Urge un’aggiunta di qualità in mezzo al campo, dove Taïder continua a fornire prestazioni negative, e un partner per il povero Palacio, costretto a giocare per tre vista l’assenza di attaccanti (meglio non nominare Belfodil…), ma per questi nuovi innesti non è possibile aspettare il mercato di gennaio (da qui a fine anno ci sono ancora da giocare tre partite di campionato e una di Coppa Italia) e quindi il tecnico livornese dovrà darsi da fare per trovare delle soluzioni alternative al 3-5-1-1 parso piuttosto inefficace contro squadre che si chiudono. È anche vero che le tante assenze e i pochi ricambi non permettono di variare molto la formazione titolare: questo pomeriggio si è rivisto capitan Javier Zanetti, nuovamente dal primo minuto dopo sette mesi, e in difesa Rolando è stato preferito a Ranocchia, ma oltre alla scelta nel pacchetto arretrato e al ballotaggio Taïder-Kovacic (vinto dall’algerino) l’undici iniziale era obbligato, viste le indisponibilità di Icardi, Milito, Nagatomo e Samuel, tutti infortunati. Per Siniša Mihajlovic conferma del 4-2-3-1 visto con la Lazio con Soriano-Éder e Gabbiadini dietro l’unica punta Pozzi. Prima del fischio d’inizio minuto di raccoglimento in memoria di Amedeo Amadei, scomparso pochi giorni fa e all’Inter dal 1948 al 1950.
PRIMO TEMPO
Meglio la Sampdoria nelle prime battute, ospiti vicini al vantaggio con una girata di Pozzi su calcio d’angolo e un tiro di Gabbiadini da fuori area che finisce non lontano dai pali della porta difesa da Handanovic. L’Inter soffre per i dieci minuti iniziali e poi cerca di crescere d’intensità, il maggior tasso tecnico dei nerazzurri viene messo in mostra al 18′ sull’azione del vantaggio: Palacio vede il movimento di Álvarez sulla fascia sinistra e lo serve, l’argentino supera due volte Gabbiadini con una doppia finta e crossa con il mancino verso il centro, Taïder al limite dell’area piccola non arriva sul pallone ma sul secondo palo c’è Fredy Guarín che controlla e di destro scarica in porta il tiro che vale l’uno a zero. Secondo gol in campionato per il colombiano, troppo spesso criticato (giustamente) per degli atteggiamenti da puro egoista in campo (leggasi alla voce tiri senza senso da qualsiasi distanza ignorando i compagni) ma stavolta cecchino infallibile e preciso. In tribuna Thohir, accanto al presidente onorario Massimo Moratti, sembra gradire nonostante il freddo, il magnate indonesiano applaude anche la giocata che al 20′ libera al tiro Jonathan (palla fuori ma ricordava il gol alla Fiorentina) e successivamente l’ennesimo bello spunto di un imprendibile Álvarez che serve Cambiasso il cui tiro va sul fondo. Il buon momento dell’Inter, spinta dall’entusiasmo del vantaggio, si chiude però qui, non c’è continuità nella manovra e le giocate cominciano a essere imprecise, la Sampdoria in ogni caso non ne approfitta e fino all’intervallo crea pochissimo, con Handanovic chiamato in causa solo con un volo su calcio d’angolo per smanacciare lontano il pallone.
SECONDO TEMPO
Nessun cambio (prima del 45′ Gastaldello aveva lasciato il campo per infortunio, sostituito da Regini), i padroni di casa vanno vicini al raddoppio al 52′ quando Jonathan serve Guarín che calcia potente con il destro sul primo palo colpendo in pieno il montante (il quarto in campionato per l’autore del gol dell’1-0), questo di fatto rimarrà l’unico tiro nello specchio di tutta la ripresa, a testimonianza di quanto l’Inter abbia fatto poco e niente, arretrando pericolosamente il baricentro e facendosi vedere in avanti solo con due o al massimo tre uomini, facendo così il gioco della Samp che può difendere senza problemi e studiare la situazione in avanti per capire se ci sia la possibilità di trovare il varco giusto per colpire. Uno di questi spazi viene concesso al minuto settantadue su calcio di punizione, la barriera è piazzata male e spostata dai giocatori blucerchiati, Éder calcia centralmente superando il muro avversario, Handanovic respinge non benissimo ma ci pensa Cambiasso a liberare l’area anticipando Pozzi, all’ultima giocata del match prima di essere sostituito da Gianluca Sansone. Dovrebbe essere un campanello d’allarme, seguito da un colpo di testa di Lorenzo De Silvestri alto di poco su calcio d’angolo, ma l’Inter non lo capisce e continua a giocare una gara anonima, con il solo Álvarez (molto stanco e in calo prima di essere cambiato) al tiro con una botta di sinistro dal limite che supera la traversa. Se i cambi di Mazzarri non danno alcun effetto (Kovacic continua a non incidere entrando a gara in corso, Mudingayi è al debutto stagionale dopo una vita fuori per infortunio e Belfodil tocca due palloni) è invece Mihajlovic a pescare la carta giusta dal mazzo quando tira fuori dalla panchina Renan Fernandes Garcia, ventisettenne brasiliano che l’anno scorso era subentrato salvo poi venire tolto pochi minuti dopo da Ferrara per aver fatto enormi danni, il centrocampista appena entrato all’89’ raccoglie un pallone messo fuori centralmente da Rolando e dai venticinque metri scaglia un sinistro angolato che supera Handanovic per il pareggio. Primo gol in Serie A per l’ex giocatore del Cluj, che non aveva mai segnato da quando era arrivato a Genova quasi due anni fa, il suo centro chiude anche la partita perché nel recupero non succede nient’altro.
Secondo pareggio consecutivo per l’Inter dopo quello di Bologna e con questo pari fallisce anche per questa settimana la possibilità di recuperare terreno sulla Roma, fermata con lo stesso punteggio a Bergamo, mentre la Juve scappa a più dieci e il Napoli sarà atteso dalla trasferta in casa della Lazio, in settimana i nerazzurri saranno impegnati nel quarto turno di Coppa Italia contro il Trapani. Continua a non vincere la Sampdoria in casa dell’Inter, non succede ormai da diciassette anni (ultima volta il 15 dicembre 1996 con un rocambolesco 3-4) ma questo pari è il terzo nelle ultime quattro trasferte al Meazza e soprattutto per come è arrivato può essere ben accetto, Mihajlovic mantiene la sua imbattibilità ma adesso dovrà cercare di ottenere la sua prima vittoria da tecnico blucerchiato, perché domenica prossima al Ferraris arriverà il Catania fanalino di coda del campionato.
IL TABELLINO
Inter (3-5-1-1): Handanovic; Campagnaro, Rolando, Juan Jesus; Jonathan, Taïder (62′ Kovacic), Cambiasso, R. Álvarez (86′ Belfodil), Zanetti; Guarín (82′ Mudingayi); Palacio. Allenatore: Mazzarri
Sampdoria (4-2-3-1): Da Costa; De Silvestri, Mustafi, Gastaldello (43′ Regini), Costa; Palombo, Obiang (86′ Renan); Gabbiadini, Éder, Soriano; Pozzi (73′ G. Sansone). Allenatore: Mihajlovic
Arbitro: Carmine Russo di Nola (Tasso – Meli; Giachero; Celi – Di Paolo)
Reti: 18′ Guarín, 89′ Renan (S)
Ammoniti: R. Álvarez, Campagnaro, Guarín (I), Gabbiadini, Costa, Éder (S)
[Immagine presa da repubblica.it]