Arrivata anche l’ufficializzazione, Edy Reja si affida alla “vecchia guardia” per recuperare la Lazio.
Malgrado dall’inizio dell’anno è lui a Formello a dirigere gli allenamenti, soltanto oggi è stata formalizzata la sua posizione come nuovo allenatore della Lazio: la querelle legata a Petkovic è terminata, licenziamento per giusta causa, ora tutto passa a questioni giudiziarie. Invece, il campo, parla chiaro: si ritorna al 4-3-2-1.
Il Reja-bis sarà modulato da Hernanes: in settimana, prove di 4-2-3-1 con “il Profeta” trequartista poco convincenti per giocatore ed allenatore, la volontà del brasiliano è di giocare più arretrato nel suo ruolo congegnale ed il tecnico sembra volenteroso di accontentarlo pur di riuscire a recuperare quel giocatore che faceva la differenza. Quindi, mezz’ala sinistra nella formazione “ad albero di Natale”, spalleggiato da Ledesma ed uno dei pupilli dell’allenatore: il “Tata” Gonzalez, fresco di recupero-lampo per rimuovere il gesso al braccio e ritornare con colui che gli diede maggior fiducia.
Anche in difesa, il reparto più critico dell’anno appena trascorso, rivedremo un quartetto “storico”: Konko-Dias-Biava-Radu, alla ricerca della stabilità perduta. In avanti, Candreva e Lulic di supporto all’unica punta Klose. Questa sarà la formazione-tipo con cui la Lazio affronterà la seconda metà della stagione.
Se, da una parte, l’affidamento alle vecchie sicurezze sarà il punto di partenza della gestione Reja, dall’altra, grazie alla presenza di Alberto Bollini, la valorizzazione dei giovani sarà il secondo cardine della dirigenza tecnica: miglior gestione dei “pupilli” Keita e Felipe Anderson, rei da impieghi altalenanti e confusionari non digeriti dalla società, e considerazione per i talenti di Vinicius e Perea subito apprezzati dagli allenatori dopo una settimana di lavoro.
Il mercato? Per ora non si muove nulla, la società ha ribadito nell’odierna conferenza stampa di avere in rosa tutti i mezzi per fare bene e raddrizzare il campionato. Probabilmente ci sarà qualche uscita, la rosa è fin troppo larga, ma non sono previsti colpi clamorosi in entrata.
La rotta delineata è chiara: la riparazione si chiama “Reja-Bollini”.