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Nonostante la presenza al Meazza del presidente indonesiano i nerazzurri non vanno oltre lo zero a zero contro il Catania ultimo in classifica e fino a oggi sempre sconfitto fuori casa.

 

Una crisi senza fine, il fondo del barile raschiato sempre più ogni settimana che passa. C’è un vuoto colossale in tutto il mondo Inter, dalla squadra alla società, e questo innegabilmente ha delle ripercussioni sulle indecenti prestazioni ottenute di recente: Seedorf, in un Milan altrettanto in crisi identitaria e di risultati, in due giornate ha fatto lo stesso numero di punti che Mazzarri e la sua squadra hanno fatto in un mese e mezzo (sette gare, ultimo successo proprio il derby, zero vittorie nel 2014 compresa l’eliminazione in Coppa Italia), giusto per evidenziare un dato a sostegno della tesi che in casa nerazzurra non funzioni nulla. La settimana più burrascosa degli ultimi anni, con il paradossale scambio Vucinic-Guarín prima concluso e poi stoppato anche per l’insurrezione dei tifosi, è stata il preludio a un’altra domenica scialba, in continuità con quanto fatto vedere negli ultimi dodici mesi a eccezione di una quarantina di giorni a inizio stagione. Nemmeno l’arrivo del Catania al Meazza ha potuto dare una gioia all’ambiente interista, e sì che i siciliani non facevano punti in trasferta dall’ultima giornata dello scorso campionato (2-2 sul campo del Torino) ed erano l’unica squadra ancora a secco lontano dal proprio terreno. Gioco zero, occasioni pochissime, qualità nulla e tanta, troppa improvvisazione: quest’Inter non sa cosa fare con il pallone tra i piedi, servirebbero più giocatori in grado di cambiare il volto di una squadra spenta ma ormai mancano solo cinque giorni alla fine del mercato e a gestire le trattative sono ancora i soliti contestatissimi dirigenti che negli ultimi anni hanno fallito su tutti i fronti. Il (mezzo) paradosso del pomeriggio è che le recriminazioni maggiori le hanno gli ospiti, perché mai come questa volta il Catania avrebbe potuto portare via il bottino pieno fuori casa, ma nelle due-tre occasioni avute durante la ripresa i rossoazzurri (oggi solo rossi, vista la maglia) non sono riusciti a inquadrare la porta. Mazzarri ha provato a dare fiducia alla stessa formazione sconfitta sette giorni fa a Genova per capire se quell’uno a zero era stato un episodio, quindi di nuovo 3-4-2-1 con l’attacco “pesante” Milito-Palacio. Formazione abbottonata per Maran, reduce dal secondo esordio con un pesante 0-3 subito al Massimino contro la Fiorentina, sono ben cinque i difensori nonostante l’assenza dell’ultimo momento di Spolli, convocato ma nemmeno in panchina, dove invece siedono (ovviamente a debita distanza) Mauro Icardi e Maxi López, ed è meglio non soffermarsi ulteriormente sulla storia extracalcistica che li vede protagonisti. Dopo il raduno sotto la sede di martedì la Curva Nord dell’Inter continua la protesta fin dall’arrivo del pullman allo stadio, principali bersagli della contestazione con cori e striscioni sono ancora una volta Branca e Fassone.

PRIMO TEMPO
Per tutti e quarantacinque minuti si gioca praticamente a una sola metà campo con l’Inter alla ricerca del vantaggio e il Catania arroccato dietro a difendersi. Discretamente efficace in questa fase iniziale è Ricky Álvarez (poi calato vistosamente nella ripresa), suo il primo tiro del pomeriggio con un sinistro alto da fuori, successivamente l’argentino fa una buona giocata sul fondo con cross al centro per Palacio il quale ci prova in tuffo di testa ma manca il pallone per questione di centimetri. Da un corner si fa nuovamente pericolosa la formazione di casa ma la spizzata di Rolando non trova né la porta né Milito sul secondo palo, solo al 26′ si riesce a vedere un’azione non banale palla a terra quando Palacio e Milito scambiano al limite dell’area, destro secco sul primo palo del numero ventidue e ottima risposta in controtempo da parte di Frison. L’unica volta che il Catania si affaccia nella trequarti avversaria avviene su un contropiede tre contro tre, Izco però sbaglia tutto e serve male Bergessio facendo così sfumare l’azione, chiusa con un nulla di fatto. Altra palla gol per Milito, favorita da un erroraccio in disimpegno nuovamente di Izco (molto negativa la prova del capitano ospite, a differenza di Lodi invece tra i migliori e utilissimo dal momento del suo ritorno), stavolta l’argentino non ha la freddezza solita ed esita un attimo di troppo permettendo così a Bellusci di intervenire in scivolata e chiudere lo specchio della porta, non arriva il tiro in porta e i tifosi cominciano a spazientirsi, anche perché all’intervallo si va con i padroni di casa in controllo del gioco ma senza quasi mai incidere.

SECONDO TEMPO
Dentro fin dall’inizio Mateo Kovacic al posto di Kuzmanovic alla disperata ricerca di un minimo di qualità e geometrie in mezzo al campo, a sfiorare il vantaggio tuttavia è il Catania con una ripartenza innescata da un pallone perso banalmente da Álvarez sulla linea laterale, Bergessio sfrutta il tocco di Leto e si gira bene per la conclusione, sinistro a girare sul fondo di un niente. Sono più propositivi i siciliani rispetto alla prima frazione di gioco, il nuovo acquisto di gennaio Fabián Rinaudo ha una palla invitante dal limite ma spreca calciando alto nonostante un rimbalzo favorevole, l’Inter sembra accusare il colpo (non si sa di cosa, visto che non subisce tiri in porta) e fatica terribilmente a creare una qualsiasi giocata, per segnalare un’iniziativa bisogna andare tirare fuori un sinistro di Taïder (subentrato a Cambiasso, uscito per problemi al ginocchio dopo un contrasto) respinto da un difensore avversario ma come si può capire non si tratta di un’occasione vera e propria. Passano i minuti e aumenta il malumore del Meazza, con Erick Thohir delusissimo in tribuna accanto al presidente onorario Massimo Moratti, l’unico a impegnare in maniera seria Frison è Rolando a sei minuti dalla fine con un colpo di testa su cross di Álvarez che il portiere ex Vicenza smanaccia quasi sulla linea, poco dopo Palacio si invola fin dentro l’area uno contro uno con Gyömbér ma quando crossa non trova nessuno perché Milito è troppo lontano, i nerazzurri collezionano solo calci d’angolo senza riuscire a colpire come era successo al Genoa sette giorni fa con la rete decisiva di Antonelli. Nel finale il Catania, spinto anche dall’invito di Maran, prova a portarsi a casa la vittoria ma Castro di testa non inquadra la porta (deviazione di Rolando, arriva un corner poi non sfruttato) e al triplice fischio di De Marco si sentono solo i fischi del pubblico indirizzati a un’Inter grottesca.

Prosegue il 2014 nerissimo dell’Inter, mai vittoriosa per tutto il mese di gennaio e incapace per l’ennesima volta di sfruttare le non vittorie altrui (di Napoli e Verona per la precisione), è vero che con questo pari i nerazzurri si staccano dai gialloblù veronesi rimanendo quinti da soli a quota trentatré (sei lunghezze in meno rispetto all’anno scorso dopo ventuno giornate) e questa posizione garantirebbe l’accesso all’Europa League ma dietro incombono minacciose Parma e Torino, sempre più vicine alla zona europea e protagoniste di una fase di campionato brillante. Ad aggiungere benzina sul fuoco c’è da segnalare che domenica prossima l’Inter giocherà di nuovo in trasferta, dove non vince ormai da tre mesi, sul campo della Juventus: si salvi chi può. Punto di buon valore per il Catania ma la classifica continua a essere fortemente negativa, i rossoazzurri non recuperano nulla sul quartultimo posto visto il pareggio nel finale del Bologna sul campo della Sampdoria e anzi vengono isolati in ultima posizione dal Livorno dopo il successo degli amaranto per 3-1 sul Sassuolo, proprio la squadra toscana sarà il prossimo avversario della squadra di Maran in una sfida che suona molto come già decisiva: chi perde ha un piede e mezzo in Serie B.

IL TABELLINO
Inter (3-4-2-1):
Handanovic; Campagnaro, Rolando, Juan Jesus (81′ Botta); Jonathan, Kuzmanovic (46′ Kovacic), Cambiasso (61′ Taïder), Nagatomo; R. Álvarez, Palacio; Milito. Allenatore: Mazzarri
Catania (5-3-2): Frison; Peruzzi (74′ Almirón), Bellusci (67′ Gyömbér), Legrottaglie, Rolín, Biraghi; Izco, Lodi, F. Rinaudo; Leto (70′ Castro), Bergessio. Allenatore: Maran
Arbitro: Andrea De Marco di Chiavari (Posado – Marrazzo; Cariolato; Russo – Fabbri)
Ammoniti: F. Rinaudo, Legrottaglie (C), Kuzmanovic (I)

[Immagine presa da gazzetta.it]