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Tra tanti protagonisti annunciati di questo derby spunta uno dei più silenziosi in assoluto: Walter Samuel. Lo decide l’argentino il duecentosettesimo derby ufficiale della storia di Inter e Milan, portando a casa tre punti pesantissimi per la sua squadra che servono per rimanere nella scia di Juventus e Napoli, attese dallo scontro diretto fra due settimane quando il campionato riprenderà dopo la sosta per gli impegni delle nazionali.

 

Non è stato, meglio dirlo subito, un derby indimenticabile, sia per la paura del Milan di prendere l’imbarcata dopo lo sconcertante avvio iniziale che per la voglia dell’Inter di mantenere con tutte le forze il vantaggio lampo, specialmente dopo essere rimasta in inferiorità numerica, ma può essere archiviato come uno spartiacque decisivo per il proseguimento della stagione, che adesso vede i nerazzurri lanciati di nuovo nelle zone alte della classifica, mentre i rossoneri (incredibilmente già doppiati in classifica dai rivali cittadini dopo sole sette giornate) finiscono drammaticamente, con la quarta sconfitta in poco più di un mese di campionato, in una zona pericolosa a metà tra le posizioni per le coppe europee e il brivido del terzultimo posto, ma già con un distacco enorme dalla vetta di ben dodici punti che di questo passo sarà quasi impossibile cancellare. Al derby le due squadre ci sono arrivate con due convincenti successi nell’est Europa, quello del Milan a San Pietroburgo per 3-2 contro lo Zenit e quello dell’Inter a Baku per 3-1 contro il Neftçi, e queste due vittorie erano servite a entrambe per rimbalzarsi a vicenda il titolo di squadra favorita, cosa che tradizionalmente non è vista di buon occhio e che si tende sempre ad affibbiare all’avversario, per avere un minimo vantaggio psicologico in preparazione del match. Chi sembra che l’abbia preparato meglio è Stramaccioni, che va avanti con le sue idee e conferma la difesa a tre ormai titolare, Samuel-Ranocchia-Juan Jesus, perciò spazio a centrocampo per Nagatomo (non Pereira, in modo da contenere El Shaarawy) e Zanetti con Guarín che siede in panchina perché viene data fiducia a Coutinho, convincente contro Fiorentina e Neftçi. Allegri invece vara una sorta di 4-2-3-1, De Jong e Montolivo sono lo scudo centrale di centrocampo davanti a una difesa inedita (bocciato Abate, di fatto dodicesimo uomo in campo per l’Inter negli ultimi due derby), in avanti Bojan riferimento centrale con Boateng dietro più Emanuelson ed El Shaarawy. Arbitra Paolo Valeri di Roma, che ha una serie positiva con il Milan mentre non è molto ben visto dai nerazzurri per via di numerosi rigori contro assegnati nelle partite da lui dirette.

PRIMO TEMPO
Bastano centosettantaquattro secondi per far sì che il derby sia già deciso: Cassano sulla sinistra si guadagna una punizione quasi nella linea laterale per fallo ingenuo di Bonera, con Allegri che subito va a polemizzare con Valeri per questo fischio e per una mancata ammonizione a Samuel in un intervento precedente, in area si posizionano sette giocatori del Milan (più Abbiati) contro solo quattro dell’Inter, ma la battuta di Cambiasso è tesa sul secondo palo e manda in crisi la difesa rossonera, con Abbiati che sbaglia completamente l’uscita e De Sciglio che si perde Samuel, il quale arriva perentorio sul secondo palo e incorna di testa in caduta ma trovando la precisione giusta per inquadrare la porta e fare centro. Primo gol stagionale per il difensore argentino, che aveva avuto un inizio di annata piuttosto negativo ma che si riscatta subito con questo gol poi rivelatosi decisivo, il Milan subisce invece l’ennesima rete su azione da calcio piazzato, problema atavico che si porta dietro ormai dai tempi di Ancelotti senza possibilità di rimedio nonostante cambino giocatori, allenatori e preparazione: è evidente che ci sia qualche problema grosso su queste situazioni, perché prendere gol su una giocata del genere avendo il doppio degli uomini in area di rigore è francamente inspiegabile. Milan sotto shock che sbanda pericolosamente, Abbiati in alleggerimento regala clamorosamente palla a Milito che forse si sorprende troppo per il gentile omaggio da parte del portiere avversario ed esita quella frazione di secondo in più che permette a Mexès di rimpallargli il tiro, prima poi di passare di testa il pallone all’estremo difensore rossonero che si salva così da quella che sarebbe stata un’altra figuraccia dopo l’uscita a vuoto in occasione dello 0-1: dopo sei minuti l’Inter però poteva essere già sul doppio vantaggio, e il derby sarebbe stato segnato in maniera decisiva. Il Milan esce così indenne da un primo quarto d’ora terrificante e comincia ad affacciarsi dalle parti di Handanovic: il primo squillo è a firma Montolivo, al 14′, con un bel destro da venticinque metri che termina a fil di palo con il portiere sloveno che difficilmente ci sarebbe potuto arrivare, si tratta della prima di una lunga serie di opportunità per la squadra padrona di casa (da calendario), ma anche nelle successive manca sempre quel pizzico di precisione che fa la differenza, come quando a metà tempo El Shaarawy calcia in porta ma centralmente favorendo la parata facile di Handanovic e soprattutto alla mezz’ora quando Bonera arriva sul fondo dopo aver lasciato sul posto Juan Jesus e crossa in mezzo per Boateng, che gira bene con il destro ma manda il pallone sul fondo. L’Inter riappare nell’area di Abbiati al 32′, su giocata fortuita con Milito che rende palla a Gargano prima di riceverla nuovamente indietro da un retropassaggio di Bonera ma sul suo tiro-cross non ci arriva nessuno e l’azione sfuma, così come la rimessa perché Cassano tocca il pallone prima che esca e regala il possesso al Milan. Altro rischio al 36′: Juan Jesus si addormenta su un passaggio centrale di Zanetti facendosi toccare via il pallone da Emanuelson, Boateng ha campo per avanzare ma fa due passi e calcia dal limite sbagliando del tutto la coordinazione e calciando sul fondo in maniera sbilenca, tutto il contrario invece per Montolivo che al 39′ trova il tiro perfetto nel sette, tutto inutile però perché Valeri aveva già fischiato una carica di Emanuelson su Handanovic, impedendo così che si possa parlare di gol annullato ma scatenando le vivaci proteste rossonere. Al 44′ entra in partita anche Bojan, fin lì mai visto, che si porta il pallone sul destro e fa partire una conclusione sul primo palo che trova comunque attento il portiere sloveno, bravo a mettere in calcio d’angolo, non c’è recupero ma ci sono lo stesso attimi di tensione, perché sull’ultima giocata della frazione Emanuelson cade a terra dopo un contrasto che sembra falloso da parte di Juan Jesus (già ammonito), Valeri invece fischia fallo all’olandese e poi manda le squadre negli spogliatoi per l’intervallo.

SECONDO TEMPO
Guarín per Coutinho nell’Inter, con il brasiliano che paga per qualche errore di troppo in situazioni che potevano essere importanti, come per esempio un controllo errato su una giocata che l’avrebbe messo solo davanti ad Abbiati. Così come dopo tre minuti nel primo tempo c’era stato l’episodio che aveva segnato la partita con il gol di Samuel dopo altrettanti della ripresa c’è il momento clou, perché Nagatomo colpisce ingenuamente con la mano il pallone interrompendo un fraseggio difensivo del Milan e Valeri non può far altro che ammonirlo, per il giapponese è il secondo giallo (il primo per un intervento su Yepes a centrocampo al 24′) e quindi l’Inter rimane in dieci per i restanti quarantadue minuti più recupero; immediata la replica di Stramaccioni che toglie il grande ex Cassano (fischiatissimo) per Álvaro Pereira, dentro anche Abate per Bonera vittima di un infortunio, poco dopo spazio per Robinho che rileva De Sciglio. Con il vantaggio numerico il Milan si piazza stabilmente nella metà campo interista, chiudendo qualsiasi possibilità di impostazione per gli avversari con un pressing molto alto, ma non si registrano tentativi fino al 62′, quando un sinistro di Bojan si spegne sul fondo senza dare particolari preoccupazioni a Handanovic. Molto più pericolosa invece l’azione al 64′, avviata da un tiro da lontano di Montolivo ben respinto dall’ex Udinese, Bojan si avventa sul pallone e va sul fondo per il cross sul secondo palo, ci arriva Boateng che però calcia di controbalzo e manda alto, stessa situazione poco dopo ma stavolta l’ex di Barcellona e Roma scivola al momento del tiro sprecando tutto. In evidente sofferenza l’Inter riparte solo con un paio di uomini al massimo, senza che i centrocampisti accompagnino più l’azione e con Milito ormai isolato, Álvaro Pereira al 67′ va vicino al gol con una botta di sinistro dal limite che sibila di poco alta sopra la traversa ma è una delle pochissime volte che i nerazzurri si spingono fino all’area di Abbiati. Quando mancano poco meno di venti minuti alla fine ecco il momento dell’altro illustre ex, Giampaolo Pazzini, che rileva uno spento El Shaarawy e ha subito la possibilità di fare un dispiacere alla squadra che lo ha scaricato in estate, ma arriva con un attimo di ritardo sul cross di Robinho e non riesce a colpire il pallone sul secondo palo. Ormai è assedio Milan, Emanuelson in diagonale al 77′ sfiora il pari con anche una deviazione di Gargano, Pazzini si divora l’1-1 lisciando il pallone su sponda di Robinho e arrivando in ritardo sulla ribattuta dopo un rinvio non perfetto di Ranocchia, Palacio (entrato per Milito) in contropiede ha la palla dello 0-2 ma calcia su Abbiati, recriminano i rossoneri per un contatto Samuel-Robinho troppo leggero per valere un calcio di rigore. Si arriva così al 90′, con l’assalto disperato dei rossoneri che produce solamente l’ennesimo tiro da fuori di Montolivo (unico di tutto il centrocampo di Allegri ad aver creato qualcosa) che viene deviato da Samuel in corner, troppo poco per trovare quel pareggio che nella stracittadina manca da ormai otto anni.

Triplice fischio del contestatissimo Valeri: l’Inter vince il derby di campionato numero centosettantanove, il terzo consecutivo e il cinquantesimo da quando esiste il girone unico, in una partita che era iniziata promettendo tanto ma che poi ha mantenuto poco dal punto di vista dei contenuti tecnici. La squadra di Stramaccioni mantiene il passo di Juventus e Napoli, vincitrici tra pomeriggio e sera per 2-1 rispettivamente contro Siena e Udinese, e della Lazio, che proprio con i nerazzurri condivide la terza piazza a -4 dal duo di testa. Sprofonda il Milan, al terzo KO su quattro gare disputate fra le mura amiche e a -8 dai “cugini”, dati che non possono far altro che aprire una seria riflessione su come sia stata costruita questa squadra in estate dopo la cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva, contando oltretutto che i rossoneri sono stati incapaci di creare pericoli veri in superiorità numerica. Ci saranno due settimane per farlo, perché il campionato si ferma per lasciare spazio alle due partite dell’Italia, ma tornerà con un Sabato spettacolare il 20 che vedrà alle 18 la partitissima Juventus-Napoli e alle 20.45 proprio il Milan in casa della Lazio, mentre l’Inter ospiterà Domenica pomeriggio il Catania.

IL TABELLINO
Milan (4-2-3-1): Abbiati; Bonera (50′ Abate), Yepes, Mexès, De Sciglio (57′ Robinho); De Jong, Montolivo; Emanuelson, Boateng, El Shaarawy (71′ Pazzini); Bojan. Allenatore: Allegri
Inter (3-4-1-2): Handanovic; Ranocchia, Samuel, Juan Jesus; Nagatomo, Gargano, Cambiasso, Zanetti; Coutinho (46′ Guarín); Cassano (53′ A. Pereira), Milito (71′ Palacio). Allenatore: Stramaccioni
Arbitro: Paolo Valeri di Roma (Manganelli – Maggiani; Giallatini; Rizzoli – Guida)
Rete: 3′ Samuel
Espulso: Nagatomo (I) al 48′ per doppia ammonizione
Ammoniti: Juan Jesus, Ranocchia (I), Mexès, De Jong, Pazzini, Montolivo, Yepes (M)

[Immagine presa da gazzetta.it]