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Cinque reti per il quinto posto, l'Udinese ha fatto un altro piccolo miracolo raggiungendo la qualificazione al terzo turno preliminare di Europa League dopo un finale di campionato strepitoso, culminato in una "manita" al Meazza contro i resti di un'Inter da rifondare.

 

Sessantasei punti in campionato per la squadra di Guidolin, partita ancora male ma capace di crescere con il passare delle giornate e di arrivare, come successo già nelle due precedenti stagioni, al rush finale con una forma pazzesca, di gran lunga migliore rispetto a tutte le altre diciannove squadre della Serie A. I bianconeri hanno fatto persino meglio di dodici mesi fa, quando servirono due punti in meno per il terzo posto, stavolta però è stato oggettivamente impossibile competere per riguadagnare quei preliminari di Champions League svaniti contro Arsenal e Braga, e visto quanto successo a Siena (e non solo…) forse non c'erano neanche reali possibilità di lottare per l'Europa che conta. Ripartire dall'Europa League, cercando di onorarla al meglio come fanno in tutto il continente tranne che in Italia, sarebbe comunque un successo, quello che invece non può fare l'Inter, arrivata alla fine di una stagione ridicola che verrà ricordata come l'annata dei record negativi. Sedici sconfitte in campionato, mai così tante erano arrivate con la Serie A a venti squadre; nono posto e fuori non solo dalle competizioni europee ma anche dalle teste di serie della Coppa Italia, per trovare un dato peggiore bisogna risalire al 93-94 quando i nerazzurri si salvarono alla penultima giornata vincendo però la Coppa UEFA; cinquantasette gol subiti, seconda peggior difesa assieme al Siena (penultimo) e dietro solamente al Pescara (ultimo): questi sono alcuni dei numeri da film horror di casa Inter, ce ne sarebbero tanti altri ma per elencarli tutti bisognerebbe scrivere un libro, i tre dati appena citati bastano però per far capire che da domani Moratti sarà costretto a fare tabula rasa e ritrovare una squadra, perché i tifosi interisti hanno ormai esaurito la pazienza facendo capire di non essere disposti a tollerare un altra stagione fallimentare come le ultime due. A proposito: il numero uno nerazzurro, stasera assente al Meazza, forse farebbe meglio a guardare quanto sia perfetta la macchina Udinese, società modello che con pochi soldi e tante idee (quasi tutte azzeccate, non come quelle di chi ha dato via Livaja per prendere Schelotto, giusto per citare una tra le tante scelte senza senso di Branca e soci) è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante in un mondo come quello del calcio dove vince solo chi spende. Ultima volta per Stramaccioni? I prossimi giorni saranno determinanti per capire il futuro dell'allenatore romano, che nel dopogara non è sembrato così tanto sicuro di una riconferma e che ha visto durante tutto il weekend una serie di voci tutte da confermare su eventuali suoi sostituti, in primis Walter Mazzarri che in serata ha ufficializzato il suo addio a Napoli (c'è chi ha detto che ha già firmato un triennale a tre milioni e mezzo di € proprio con l'Inter). Ha sbagliato tante scelte l'ex tecnico della Primavera, dovendo fare i conti con una serie infinita di giocatori infortunati che non gli hanno quasi mai permesso di schierare la formazione migliore, stasera in campo però non ha presentato una squadra ma un'accozzaglia di persone che non sapevano cosa fare e che sono state travolte dall'uragano Udinese, formazione che invece gioca a memoria e non solo per la presenza di uno straordinario campione come Totò Di Natale, a segno con l'ennesima gemma del suo campionato nonostante fosse stato in dubbio sino all'ultimo a causa dell'infortunio patito la settimana scorsa contro l'Atalanta.

PRIMO TEMPO
Mazzoleni fischia l'inizio e l'Udinese segna: non è passato neanche un giro d'orologio quando Juan Jesus sbaglia un facile disimpegno regalando palla agli avversari, Allan mette dentro per Pinzi che approfitta di un'altra ingenuità del difensore nerazzurro, vince il rimpallo e supera l'ex compagno Handanovic. Terzo gol all'Inter per Pinzi, il quarto al Meazza dove aveva segnato anche contro il Milan tre mesi e mezzo fa, in una partita poi segnata da un rigore inesistente che aveva regalato la vittoria ai rossoneri. Il cronometro segna solo quaranta secondi e il punteggio è già cambiato, i nerazzurri sembrano già in vacanza e si fanno sovrastare dai friulani, al 9' Di Natale colpisce di testa da posizione angolata e Cambiasso è costretto a salvare sulla linea; un minuto più tardi punizione da sinistra, il capitano bianconero mette in mezzo, Álvarez prolunga di testa il pallone e sul secondo palo Domizzi solissimo firma lo 0-2 che suona già come una sentenza. Gol di una facilità disarmante, quelli che dovrebbero essere i difensori dell'Inter restano tutti fermi a guardare come se il pallone fosse un oggetto misterioso al quale non bisogna prestare attenzione. Eppure, nonostante tutto, il doppio svantaggio torna a essere minimo al 12': in maniera piuttosto confusa arriva la rete dell'1-2, la firma Juan Jesus con una conclusione da dentro l'area al termine di un'azione più da flipper che da calcio, c'è una successiva deviazione sul tiro del brasiliano da parte di Danilo che sorprende Brkic, non troppo reattivo nella circostanza. Primo gol in Serie A per l'ex difensore dell'Internacional, che però non cancella l'orrore compiuto in occasione dello 0-1. È una partita divertente soprattutto grazie all'Udinese e ai varchi enormi che concede l'Inter dietro, Danilo di testa non centra la porta su calcio d'angolo, Di Natale invece al 24' viene liberato solo davanti a Handanovic, ha tutto il tempo per mirare l'angolo lontano ma manca l'1-3 perché sul suo tiro c'è una leggera deviazione del suo ex compagno di squadra che manda il pallone sul fondo. Dal possibile 1-3 al possibile 2-2, nell'altra area Rocchi devia sul primo palo un cross dal fondo di Pereira ma Brkic stavolta è attento e respinge. Prima del riposo le distanze fra le due squadre tornano a essere quelle reali, perché Di Natale si inventa un'altra giocata da fuoriclasse: colpo di tacco di Gabriel Silva che libera il numero dieci bianconero al limite dell'area, palla sul destro e conclusione a giro che sembra radiocomandata, si stampa sul palo e poi finisce in rete. È un capolavoro che solo i grandissimi riescono a fare, il ventitreesimo gol di Totò in questa stagione, lo stesso numero di reti segnate l'anno scorso, soltanto Cavani è riuscito a superarlo terminando a quota ventinove. Si va al riposo con gli inevitabili fischi del Meazza, colonna sonora di quasi tutta la partita.

SECONDO TEMPO
Chi pensava a un sussulto d'orgoglio dell'Inter nella ripresa rimane deluso: l'Udinese di un'altra categoria. Al 52' calcio d'angolo per l'Inter, battuto naturalmente male tanto che avvia il contropiede ospite, Muriel si invola tre contro tre e apre sulla sinistra per Gabriel Silva, il brasiliano (autore di un ottimo girone di ritorno che l'ha portato a diventare un titolare fisso) entra in area e con un delizioso pallonetto firma il poker, anche per lui si tratta del primo gol in Serie A, così come Juan Jesus, suo compagno al Mondiale Under-20 vinto nel 2011 con il Brasile. Stramaccioni butta dentro pure Palacio, mossa più della disperazione che tattica, Rocchi prende un palo su assist di Guarín ma si rifà al minuto numero sessantatré quando trova la deviazione vincente per il 2-4 su spunto del nuovo entrato, per l'ex capitano della Lazio è il terzo gol in campionato, ma non riesce a fare un favore alla sua ex squadra che si stava giocando proprio con l'Udinese il quinto posto. Prove di rimonta folle come in West Bromwich-Manchester United di Premier League? Neanche per idea, tempo tre minuti e Muriel fa il quinto, più che merito del colombiano bisogna però parlare di ennesimo gol regalato da una difesa orripilante, perché sulla palla dentro di Pinzi Nagatomo e Handanovic riescono nell'impresa di scontrarsi da soli in area lasciando l'ex Lecce liberissimo di mettere dentro a porta vuota il suo undicesimo gol in campionato, terzo personale contro l'Inter già battuta all'andata e l'anno scorso quando giocava con i salentini. L'Udinese ha ormai la certezza dell'Europa League e dimostra pietà nei confronti degli avversari abbassando il ritmo e limitando le azioni offensive, altrimenti il passivo sarebbe stato sicuramente più ampio, mentre il pubblico del Meazza comincia a sfollare con larghissimo anticipo. La notizia da Trieste del vantaggio del Cagliari sulla Lazio dà ulteriore tranquillità alla squadra allenata da Guidolin, che a fine partita può giustamente festeggiare.

La stagione 2013-2014 dell'Udinese inizierà molto presto, addirittura il primo Agosto, con l'andata del terzo turno preliminare di Europa League (sorteggio il 19 Luglio), un giorno prima della data che l'anno scorso era toccata all'Inter. Fino a due mesi fa, quando i friulani avevano perso contro il Catania al Massimino, era quasi impensabile ipotizzare un piazzamento del genere a fine campionato, ma dopo quella sconfitta è arrivato un pareggio con il Bologna e un filotto di otto vittorie nelle ultime otto giornate, finendo a più quattro sulla Roma sesta e addirittura a più dodici sull'Inter, che alla 29° giornata (la sconfitta di Catania) era proprio quinta con nove punti di vantaggio. Finisce nel peggiore dei modi la stagione interista con il peggior piazzamento dell'era Moratti, un passivo peggiore in casa non capitava dal derby dell'11 Maggio 2001, quando il Milan vinse 0-6 (nel 2011 era arrivato un altro 2-5, in Champions League contro lo Schalke 04) in un'altra stagione disastrosa ma non come questa, perché lì quantomeno era arrivata la qualificazione alla Coppa UEFA. Il weekend post-ferragosto, 17 o 18 Agosto, sarà quello del debutto dell'Inter 2013-2014 con l'umiliazione del terzo turno preliminare di Coppa Italia, dove dovrà essere necessariamente presentata una squadra (e una società…) totalmente opposta rispetto a quella che ha chiuso questo penoso campionato.

IL TABELLINO
Inter (3-4-2-1):
Handanovic; Juan Jesus, Cambiasso, Pasa; Nagatomo, Kuzmanovic (78' Benassi), Kovacic, A. Pereira; R. Álvarez (55' Palacio), Guarín; Rocchi (69' Schelotto). Allenatore: Stramaccioni
Udinese (3-4-2-1): Brkic; Benatia (69' Angella), Danilo, Domizzi; Basta, Allan, Pinzi (89' D. Rodríguez), Gabriel Silva; Pereyra, Muriel (81' Badu); Di Natale. Allenatore: Guidolin
Arbitro: Paolo Silvio Mazzoleni di Bergamo (Niccolai – Giordano; Giachero; Rocchi – Guida)
Reti: 1' Pinzi, 10' Domizzi, 12' Juan Jesus (I), 41' Di Natale, 52' Gabriel Silva, 63' Rocchi (I), 66' Muriel
Ammoniti: A. Pereira, Juan Jesus (I), Pinzi (U)

[Immagine presa da gazzetta.it]