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Nemmeno contro l’ultima in classifica praticamente retrocessa e già dichiarata fallita l’Inter ritrova la vittoria, il vantaggio di Guarín non basta perché Lila pareggia a un minuto dalla fine del primo tempo. Inevitabile la contestazione del poco pubblico presente al Meazza.

 

Sembrava quasi che la squadra senza stipendi vicina a non esistere più fosse quella con la maglia nerazzurra. Un pianto totale l’Inter anche oggi, nel giorno in cui anche le possibilità di qualificazione all’Europa League sfumano definitivamente (e sì che Mancini solo ventiquattro ore fa aveva parlato di 60%) e in cui si aprono i processi su un gruppo di giocatori capaci soltanto di mostrare orgoglio nelle interviste prepartita e sui social network. Ha ragione da vendere chi dice che dell’attuale rosa dell’Inter devono rimanere solo una manciata di giocatori, perché gli altri o non sono tecnicamente validi o non hanno la personalità per far parte di una squadra che ha l’obbligo di tornare in una posizione più accettabile di classifica. Poche formazioni in giro per l’Europa giocano a un ritmo più basso di quello dell’Inter, clamorosamente lenta nel far girare il pallone e prevedibile nelle giocate, e non può essere una scusante l’assenza di Mauro Icardi per squalifica: contro il Parma, battuto venti volte nelle precedenti ventisei gare giocate (due da recuperare) con cinquantaquattro gol subiti, la vittoria doveva arrivare a prescindere dalla presenza in campo del capocannoniere, e pure con lui nelle ultime partite non è che le cose fossero andate molto meglio. Il secondo tempo è stato l’emblema di una stagione cominciata male e proseguita anche peggio, nonostante un risveglio nel mese di febbraio che sembrava portare a un finale di stagione diverso, invece gli ultimi due mesi saranno una lenta agonia verso la totale mediocrità, perché la sensazione è quella che la squadra abbia mentalmente già staccato la spina, cosa peraltro inaccettabile. Il Parma non ha ripetuto l’impresa dell’andata ma ha dimostrato molta più dignità dei suoi avversari, giocando come se avesse ancora qualcosa da chiedere al campionato e avendo persino un paio di occasioni per tornare a vincere dopo tre mesi, Donadoni può e deve essere soddisfatto di come la sua squadra sta interpretando questo momento difficilissimo e la speranza è che qualcuno si interessi alla società evitando che scompaia del tutto dal calcio professionistico.

PRIMO TEMPO
È chiaramente l’Inter ad avere l’iniziativa del match ma per metà tempo crea solo un’occasione quando al 13′ Mirante esce male e Puscas dal fondo crossa per Shaqiri il cui tiro viene bloccato, poi al 25′ Medel tocca per Fredy Guarín che calcia col destro dai venticinque metri trovando la deviazione determinante di José Mauri per il gol dell’uno a zero. Inter in vantaggio nuovamente dopo oltre un mese in campionato (mai lo era stata a marzo) ma il ritmo è terribilmente lento e il Parma ha possibilità di avanzare, la prima avvisaglia è un cross di Varela che attraversa l’area respinto non senza affanno dalla difesa interista e la seconda una punizione forte di Costa sfiorata da Handanovic. Un colpo di testa di Puscas su cross di Palacio terminato a lato sembrava essere l’ultima occasione di un primo tempo fiacco e invece al 44′ il Parma pareggia al termine di un’azione insistita con cross di Varela per il colpo di testa vincente di Andi Lila, saltato in mezzo a Medel e Juan Jesus per segnare il suo secondo gol in Serie A.

SECONDO TEMPO
Dentro Ghezzal per Lila e Kovacic per Puscas, il croato va vicino al gol al 53′ con un colpo di testa finito a lato su cross di Juan Jesus. L’Inter se possibile riesce ad abbassare ulteriormente il già inaccettabile ritmo del primo tempo, manovrando il pallone con una calma non certo consona per una squadra costretta a cercare il gol del 2-1, questo facilita e non poco il compito difensivo del Parma, al quale basta piazzarsi in maniera ordinata dietro per evitare di far sporcare i guanti a Mirante. Una chiusura mancata da parte di Juan Jesus libera Varela al tiro costringendo Brozovic a salvare con un intervento in scivolata, gli ospiti hanno un’altra palla per fare 1-2 in contropiede ma sull’assist di Ghezzal Belfodil conferma di essere uno dei peggiori attaccanti del campionato per rendimento (non segna in A da ventitré mesi!) e cicca il pallone più o meno sulla zona del dischetto del rigore. Un tiro di Brozovic di poco a lato e un bel controllo al limite di Palacio con conclusione fuori di pochissimo sono le risposte non troppo convinte di marca nerazzurra, Podolski non cambia la situazione e anzi Ghezzal manca come il suo connazionale il gol del vantaggio calciando altissimo sulla classica dormita della difesa interista. Entra anche Hernanes che ha l’ultima chance del match nel recupero: tiro prevedibile rasoterra sul primo palo, Mirante blocca.

Quattro sconfitte e tre pareggi nelle ultime sette partite fra Serie A ed Europa League: rendimento da retrocessione per l’Inter dall’inizio di marzo in poi, e adesso nemmeno i più ottimisti possono sperare in una rimonta folle nelle ultime nove giornate per recuperare l’enorme distacco nei confronti della sesta posizione, ultima che permette l’accesso alle coppe europee. Terzo pareggio nelle ultime cinque giornate per il Parma, che da quando la situazione societaria è precipitata sta comunque continuando a onorare l’impegno sino in fondo, un gran segnale da parte dei giocatori e del tecnico.

IL TABELLINO
Inter (4-3-1-2):
Handanovic; Santon, Ranocchia, Felipe (76′ Podolski), Juan Jesus; Guarín, Medel, Brozovic; Shaqiri (90′ Hernanes); Palacio, Puscas (46′ Kovacic). Allenatore: Mancini
Parma (4-3-2-1): Mirante; Feddal, Mendes, A. Costa, Gobbi; Lila (46′ Ghezzal), Jorquera (84′ Cassani), J. Mauri; Varela, Nocerino; Belfodil (77′ M. Coda). Allenatore: Donadoni
Arbitro: Sebastiano Peruzzo della sezione di Schio (Fiorito – Tasso; Barbirati; Tommasi – Pinzani)
Reti: 25′ Guarín, 44′ Lila (P)
Ammoniti: Ranocchia, Felipe (I)

[Immagine presa da inter.it]