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Ennesimo pareggio stagionale (l’ottavo) per i nerazzurri, bloccati in casa dal Chievo nell’ultima partita del girone d’andata ma ancora infuriati per due decisioni arbitrali controverse.

 

È vero, con un gol buono annullato e un rigore negato al 94′ l’Inter ha più di una legittima recriminazione, ma se in due mesi arriva una sola vittoria in campionato, per giunta contro una delle poche squadre più in crisi (il Milan) allora i mastodontici errori arbitrali non possono essere né l’unica colpa né la principale, da ricercare invece nella mediocrità della rosa, nelle scelte tattiche errate dell’allenatore e nella transizione societaria. Avere tre punti in meno dello scorso anno a metà campionato, il terzo posto a un siderale -10 e l’unico obiettivo conquistabile (la Coppa Italia) già andato significa dover cominciare già a gennaio a ritenere la stagione sulla via del nuovo fallimento, perché è vero che da qui a maggio si può migliorare ma non più di tanto, e già solo tornare a lottare per l’ultimo posto utile per la Champions sarebbe un mezzo miracolo. Ormai il Meazza, a prescindere da chi giochi in casa, non è più un fortino: il Chievo, squadra modesta ma ben organizzata, ci ha messo ben poco per capire di poter colpire e il vantaggio lampo di Paloschi non è stato poi così sorprendente, Corini ha messo bene in campo i suoi che infatti hanno retto l’urto della ripresa, senza soffrire più di tanto dopo l’ingresso di Milito. Certo, poi bisogna anche far entrare in gioco (ma non per primo) il fattore arbitrale: questa era la partita fra le uniche due squadre ancora a secco di rigori a favore in Serie A. Ce n’era uno, netto, su Rubén Botta al 94′, ma l’arbitro Tommasi non l’ha fischiato, non si sa perché. Dopo Udine, il derby e Napoli ecco un altro penalty solare negato ai nerazzurri, cominciano a essere troppi specialmente se, come stasera, al tiro dal dischetto negato si somma il 2-1 di Nagatomo cancellato per un fuorigioco visto solo dall’assistente Giachero. Braschi e Nicchi, visto che non è ovviamente solo l’Inter a lamentarsi (lo stesso Corini nel dopogara ha ricordato un gol buonissimo annullato senza motivo contro la Juventus), farebbero bene a cambiare versione nelle interviste, perché non è vero che la stagione arbitrale è stata fin qui positiva. Capitolo formazioni: la squalifica di Guarín fa fare a Mazzarri una leggera modifica tattica, è 3-4-2-1 con Álvarez e Kovacic a supporto di Palacio e Kuzmanovic viene confermato in mediana, Corini propone invece Radovanovic per lo squalificato Rigoni e prova a giocarsela con un modulo quasi speculare.

PRIMO TEMPO
La posizione più avanzata permette a Ricky Álvarez di essere maggiormente nel vivo del gioco, suo infatti il primo tiro del match con un sinistro fuori di poco. È proprio l’argentino però a perdere un contrasto a centrocampo da cui scaturisce il vantaggio del Chievo: Dramé sfrutta uno scontro fra Jonathan e Rolando e serve Alberto Paloschi, la marcatura di Juan Jesus è approssimativa per non dire nulla e dà l’opportunità al numero quarantatré di andare al tiro, un destro potentissimo che trafigge Handanovic. Gol numero quattro in campionato per l’attaccante cresciuto nel vivaio del Milan, con cui aveva segnato al debutto in Serie A nel febbraio 2008 contro il Siena, il vantaggio ospite dura però solo quattro minuti perché l’Inter la pareggia subito, spunto del solito Álvarez e cross basso (col destro, da sottolineare) al centro dove in mezzo a tante maglie del Chievo sbuca Yuto Nagatomo che gira in rete per l’uno a uno. Quinto centro in campionato per il giapponese, bomber dei difensori assieme a Benatia della Roma, potrebbe anche superarlo un paio di minuti più tardi se non fosse per il guardalinee Giachero, unico a ritenerlo in posizione irregolare al momento del tiro sbagliato di Jonathan poi corretto in gol dall’ex Cesena. Ancora Álvarez in mostra al 18′ con una punizione messa in angolo da Puggioni, al 24′ invece male Palacio quando di testa manda fuori da posizione invitante su bel cross di Jonathan, fino alla mezz’ora l’Inter preme bene e attacca poi abbassa il ritmo e rende il quarto d’ora che anticipa l’intervallo zeppo di errori. Il Chievo va vicino all’1-2 con Théréau al 38′, lanciato a rete da solo con la difesa interista a centrocampo, il recupero di Juan Jesus è però produttivo e il brasiliano devia il tiro dell’attaccante francese.

SECONDO TEMPO
Nessun cambio nonostante Milito si scaldi nel tunnel che porta agli spogliatoi, l’Inter fa molto possesso palla che però, come già visto in altre circostanze, risulta estremamente sterile consentendo alla difesa del Chievo di non dover soffrire troppo, fino all’ingresso del numero ventidue si segnala solo una conclusione di Álvarez su punizione dal limite respinta coi pugni da Puggioni. A dirla tutta neanche l’ingresso del Principe cambia la situazione, si assiste a un lungo periodo di tentativi bloccati sul nascere dove l’unico a riuscire a trovare la porta è sempre Ricky Álvarez (uno dei pochi a salvarsi nel grigiore generale, assieme a un finalmente positivo Kovacic), al termine di un duetto proprio con Milito al 70′ ma con Puggioni attento sul primo palo. Una palla banalmente persa da Kuzmanovic a centrocampo innesta un pericolosissimo contropiede gialloblù, l’assist arretrato di Paloschi pesca Théréau che gira verso la porta ma conclude male e manda sul fondo. Succede veramente poco e non si può dire nulla a chi sbadiglia allo stadio o si addormenta davanti alla tv, Mazzarri incredibilmente all’84’ con la necessità di vincere butta dentro l’ennesimo centrocampista di quantità (il rientrante Taïder) e solo a due minuti dalla fine fa un cambio per cercare di vincerla (Rubén Botta, all’esordio in Serie A, per Campagnaro) con l’argentino ex Tigre che diventa il protagonista dell’ultima giocata della partita al quarto di recupero: cross disperato di Nagatomo verso il centro, Palacio cerca di controllarla e scivola senza che ci sia nulla, palla proprio a Botta spalle alla porta contrastato da due giocatori del Chievo, Cesar affonda il colpo e lo colpisce sulla gamba. Rigore, così sentenziano le immagini televisive. Nulla, così decide l’arbitro Tommasi, che poco dopo decreta la fine tra i fischi del Meazza, più per la prestazione scadente della propria squadra che per la decisione sbagliata del direttore di gara.

Mazzarri aveva dichiarato in conferenza che l’Inter avrebbe dovuto sbranare il Chievo ma invece arriva l’ottavo pareggio stagionale (tanti quante le vittorie) che fa girare i nerazzurri a quota trentadue punti, raggiungendo sì il Verona in quinta posizione ma a una distanza di fatto proibitiva dalle altre: se la Fiorentina è ancora più o meno a portata di mano (37) Napoli (42) e Roma (44) volano via dopo i larghi successi di domenica, e sarà molto difficile riprenderle nel corso del girone di ritorno, che si aprirà con la trasferta in casa del Genoa allenato dall’ex poco amato Gasperini. Il punto conquistato comunque con una buona prestazione permette al Chievo di non finire l’andata tra le ultime tre e di portarsi fuori dalla zona retrocessione solo per un punto, staccando il Bologna e salendo a quota diciassette, ma il cammino per raggiungere la salvezza sarà ancora lungo e passerà senza dubbio dalla gara di domenica pomeriggio contro il Parma.

IL TABELLINO
Inter (3-4-2-1):
Handanovic; Campagnaro (88′ Botta), Rolando, Juan Jesus; Jonathan, Kuzmanovic (84′ Taïder), Cambiasso (65′ Milito), Nagatomo; R. Álvarez, Kovacic; Palacio. Allenatore: Mazzarri
Chievo (3-5-1-1): Puggioni; Frey, Dainelli, Cesar; Sardo, Bentivoglio (84′ M. Mbaye), Radovanovic, Hetemaj, Dramé; Théréau, Paloschi (75′ Estigarribia). Allenatore: Corini
Arbitro: Dino Tommasi di Bassano del Grappa (Giachero – De Pinto; Tasso; Russo – Baracani)
Reti: 8′ Paloschi (C), 12′ Nagatomo
Ammoniti: Hetemaj (C), Kovacic (I)

[Immagine presa da twitter.com]