Vittoria pesantissima per i capitolini al Picchi, uno 0-2 che proietta i toscani verso la cadetteria.
Davide Nicola decide di cambiare, vuole dare una scossa al suo Livorno, si riparte dallo spregiudicato 4-3-3. Inserito Rinaudo nella linea difensiva, alzato Greco in mediana e Mesbah largo nel tridente offensivo al posto di Belfodil. Reja conferma, invece, quanto emerso in settimana: per il tecnico goriziano la formazione è obbligatoriamente dettata dalle (pesanti) assenze.
Primo Tempo – Il Livorno ci mette subito la fame, la Lazio l’orgoglio. I capitolini, forti del proprio peso offensivo, sono i primi a creare: da un corner nato su tiro da fuori di Candreva, Mauri chiama subito all’intervento Bardi con una bella girata al volo, appena dopo cinque minuti dal fischio d’inizio. Il Livorno è comunque determinato, sfrutta le debolezze offensive degli ospiti e, ancora su calcio d’angolo, Biagianti impegna seriamente Berisha al miracolo su una potente incornata. La partita è scoppiettante, si sblocca al quarto d’ora per merito di Mauri: il capitano laziale realizza un bel gol con una girata mancina su cross teso di Lulic, complice anche un Bardi disattento che non copre il proprio palo. Malgrado la pesantezza della posta in palio, il Livorno viene dominato dalla Lazio, che prende in mano il pallino del gioco sfruttando il calo degli avversari per il gol subito: i padroni di casa non riescono a manovrare, provano qualche pretenzioso tiro da fuori, ma i capitolini rimangono predominanti e creano azioni spettacolari col duo Keita-Onazi, senza però impensierire troppo l’estremo difensore livornese. La partita prosegue per inerzia senza occasioni degne di nota fino a cinque minuti dal termine, quando Biglia tira fuori dal cilindro un gran tiro dalla distanza, deviato da un provvidenziale intervento di Bardi. Quando sembra ormai che le squadre debbano avviarsi negli spogliatoi, lo stesso mediano laziale pecca di distrazione perde un pallone che finisce fra i piedi di Siligardi, involato a tu per tu con Berisha, che viene recuperato in extremis da Ciani. Occasione per riportare il match in parità sprecata fra la rabbia dei tifosi.
Secondo Tempo – La ripresa si apre come mai Nicola ed il presidente Spinelli avrebbero sperato: Mauri fa partire un destro deviato dalla mano di Rinaudo, assegnato un rigore alla Lazio prontamente realizzato da Candreva. Gli amaranto corrono ai ripari, massima trazione offensiva con Belfodil al posto di Greco, ma la partita rimane inconsistente per i padroni di casa che nulla creano e nulla subiscono; Reja fa chiudere i suoi, Keita è sempre l’unico che, con tecnica e fantasia, dà spettacolo e impensierisce Bardi, il resto è noia. E’ proprio il portiere toscano il migliore dei suoi, al sessantacinquesimo salva la propria squadra dalla disfatta totale: Candreva pesca Onazi tutto solo, il tiro del nigeriano viene respinto dal salvataggio disperato dell’estremo difensore. Dieci minuti dopo è Candreva a scaldargli i guantoni, con un diagonale da posizione defilata, prima di lasciare il posto a Felipe Anderson; detto fatto, anche il brasiliano si rivela uno scomodo cliente, ma i suoi tentativi vengono sventati dal numero uno livornese. Il Livorno non accenna ad una reazione degna di nota, soltanto tiri da fuori che sono facili prede di Berisha, andando avanti più per disperazione che per altro. Sul filone noioso e per inerzia, la partita termina assegnando i propri verdetti.
Nicola ha di ché ridire ai suoi, l’atteggiamento rinunciatario della squadra è quasi peggiore della sconfitta in sé. Ormai la Serie B è sempre più una realtà, per un salvataggio ci vuole un deciso cambio di rotta.
Reja, con una squadra a pezzi, è riuscito a riaprire le speranze per una lotta all’Europa che sta entusiasmando questa stagione. Fondamentale vittoria in vista dello scontro diretto col Verona, vietato sbagliare.