2-0 all’Olimpico, padroni di casa pure in dieci uomini, fra l’imperterrita contestazione generale la Lazio continua la sua risalita verso l’Europa League.
Reja sempre a fare i conti con i forfait last minute, ormai una consuetudine, tocca ancora a Marchetti e Klose rinunciare nel pre-partita: dentro Berisha e Postiga, esordio dal primo minuto per il portoghese. Nella Sampdoria, Sakic (secondo di Mihajlovic), preferisce accentrare Regini e schierare Berardi terzino, con Gabbiadini dal primo minuto come trequartista esterno al posto di Sansone.
Nei primi caldi dell’anno, sullo sfondo di un Olimpico praticamente vuoto, Lazio-Sampdoria apre la domenica calcistica.
Primo Tempo – Il caldo e la tensione (più per i padroni di casa che per gli avversari) infieriscono sui ritmi della partita sin da subito molto blanda. Le squadre sono ben schierate in campo, gli assetti difensivi reggono, gli spazi si chiudono ed a farne scapito è lo spettacolo. La Lazio tiene il pallino del gioco, agisce sulle fasce provando a scodellare traversoni alla ricerca di rapaci incursioni, la Sampdoria rimane invece più chiusa e s’affida alle ripartenze sfruttando la velocità e la fantasia dei trequartisti. L’estro e la tecnica di Keita padroneggiano, assieme alla prestanza fisica di Candreva, per i capitolini, ma è per gli ospiti la prima occasione dopo oltre venti minuti di gioco: i doriani optano per uno schema da calcio d’angolo, Gabbiadini prova il tiro al volo che si perde a lato con Berisha immobile. Alla mezz’ora prende le redini la Sampdoria che prova a pressare i padroni di casa, ma le mischie in area si rivelano inconcludenti, al contrario lasciano spazio alla Lazio per ripartire: Konko raccoglie palla dal limite dell’area e tenta la botta, Da Costa respinge, ma una serie di rimpalli servono la sfera sui piedi di Postiga che prova a calciare d’istinto, ma trova ancora una volta il portiere brasiliano reattivo e perentorio; è la prima occasione per i biancocelesti che risultano veramente poveri di idee. Unico baluardo è Keita, proprio grazie a lui a cinque minuti dal termine la Lazio passa: replica dell’azione vista in extremis contro il Parma, lo spagnolo s’invola sulla fascia e scarica a centro area un rasoterra raccolto da Candreva che insacca il pallone sul secondo palo.
Il vantaggio laziale non smuove tuttavia la partita, che scivola fino alla fine della prima frazione con l’ennesima volata di Keita (stavolta con pallone a lato) nel minuto di recupero.
Secondo Tempo – Il gol ha galvanizzato i capitolini, ad inizio secondo tempo sono loro i più propositivi, bastano cinque minuti a Onazi per recuperare un buon pallone ed innescare Postiga in ripartenza, il portoghese però cincischia troppo sul pallone e si fa recuperare. Rispondono i liguri, ancora Gabbiadini, ancora da calcio piazzato: gran destro dell’attaccante di proprietà juventina, Berisha attento devia il pallone. Dopo dieci minuti l’episodio che cambia la partita: Biglia, ingenuamente, prima perde palla e poi stende da dietro l’avversario, era già ammonito, per l’argentino la partita finisce qui. Reja corre subito ai ripari: a farne le spese è Postiga, richiamato in favore di Mauri. Sakic perde Gabbiadini, infortunato, costretto al cambio con Sansone, toglie anche un impalpabile Maxi Lopez per Okaka; con la superiorità numerica la doria vuole il pareggio. Tuttavia, la Lazio gioca meglio in dieci, al mancino (alto) di Sansone dalla distanza risponde un inarrestabile Keita in contropiede, bruciata la retroguardia blucerchiata prova a servire Mauri con un delizioso cross, Regini intercetta sfiorando un clamoroso autogol. Gli ospiti non accennano ad una vera e propria reazione, complice anche una difesa capitolina insuperabile, Sansone è il più ispirato e ci prova da fuori, Berisha si fa trovare sempre pronto. La Lazio attacca in contropiede, ad un quarto d’ora dalla fine chiude la partita: Mauri si libera pregevolmente del marcatore sulla fascia, va in profondità e serve l’accorrente Lulic che scarica un piattone in corsa sotto la traversa.
Sakic intima aggressività ai suoi, vuole tentare il tutto per tutto, dentro anche Renan, ma soltanto i calci piazzati creano qualche insidia alla porta difesa da Berisha, il portiere albanese si concede un incertezza a cinque dal termine raccolta da Sansone, Biava si reinventa estremo difensore e salva di petto sulla linea a porta sguarnita. Anche l’arbitro si intromette nella rincorsa della Samp al gol della bandiera, non concedendo un rigore per fallo di Onazi in area a pochi minuti dal termine, nel recupero l’ultimo tentativo è di Palombo con una punizione a giro di poco a lato. Non basta, la Lazio capitalizza e guadagna i tre punti.
Reja può ritenersi soddisfatto, il sesto posto è momentaneamente raggiunto (il Parma giocherà in serata) e si gode il miracolo Europa League compiuto. La squadra ha riguadagnato fiducia ed identità, assieme a determinazione e voglia di raggiungere l’obiettivo prefissato. Strizzando un occhio fino alla quinta posizione….
Mihajlovic il miracolo l’ha già fatto, salvando la Sampdoria abbondantemente prima della fine del campionato, ora si dimostra una squadra rilassata e senza obiettivi. Tuttavia, non è un problema, la testa è già al prossimo campionato.