In vantaggio due volte con le prodezze di Icardi si fa rimontare dal Bologna e nel finale Milito sbaglia il primo rigore a favore di tutto il campionato, è un altro pareggio pesante da digerire in casa nerazzurra.
È arrivato: sembrava non dovesse mai accadere e invece eccolo lì, all'83' di quella che gli inglesi definiscono "a must-win game", il tanto atteso rigore a favore dell'Inter. Un incantesimo spezzato, undici mesi e trentaquattro giornate dopo l'ultima volta, nell'altra porta contro la Lazio l'otto maggio 2013. Lì sbagliò Ricky Álvarez, qui sbaglia Diego Milito, e allora chi per tutto il campionato si è lamentato per la mancata concessione di tiri dal dischetto non può neanche più avere questa scusa per giustificare un fallimento. Di questo si tratta: un fallimento. Senza molti giri di parole, senza voler criticare in maniera eccessiva, ma vedere l'Inter in questa situazione non può avere altra definizione, perché l'anno scorso, quando alla trentaduesima giornata i punti erano gli stessi, si parlava di annata da buttare e Stramaccioni da esonerare, e poi alla fine non era arrivata nemmeno l'Europa League. Mancare per la seconda stagione di fila la qualificazione a una competizione europea sarebbe dannoso e inaccettabile, vanificherebbe tutti gli sforzi fatti da Thohir nei suoi primi sei mesi di presidenza e porterebbe inevitabili ulteriori stravolgimenti. Sì, sembra quasi che i giocatori lo facciano apposta, come da labiale rilevato da un'inquadratura su Mazzarri nel primo tempo: tre punti nelle ultime quattro partite, quando dopo la vittoria contro il Verona il quinto posto sembrava ormai in tasca e il quarto una missione possibile, ora tutto è di nuovo in discussione e il gruppone di squadre alle spalle incombe con passi da gigante (l'Atalanta, per esempio), l'Inter ha ancora la classifica dalla sua parte ma non può più sbagliare, non può più buttarsi via come successo lunedì a Livorno e stasera contro il Bologna, due gare da sei punti e invece terminate entrambe 2-2 con enormi recriminazioni. Se al Picchi era stato un errore di un singolo, Guarín, a gettare al vento due punti stavolta di errori ce ne sono così tanti che trovare un singolo colpevole sarebbe sbagliato e superficiale. Hanno fallito tutti, da Mazzarri in panchina a Milito in campo passando per tutti i giocatori protagonisti negli episodi decisivi della partita, tutti coloro i quali hanno permesso ai rossoblù di rientrare in partita dopo le due reti di Icardi e portare a casa un punto vitale per la salvezza, uscendo dal Meazza persino con l'amaro in bocca per l'occasionissima mancata da Acquafresca in pieno recupero. Per l'ottava volta in trentadue partite (una su quattro) l'Inter era in vantaggio e si è fatta rimontare, fanno sedici punti sprecati da posizione favorevole e non ci vuole un genio in matematica per notare come si tratti quasi esattamente della distanza dal terzo posto (quattordici punti ma il Napoli deve ancora giocare col Parma), giusto per sottolineare come senza la tendenza al suicidio calcistico questa squadra, pur tra mille difficoltà, avrebbe potuto lottare per traguardi più importanti. Mazzarri, dopo stasera sempre più sulla graticola, ha preferito escludere ancora una volta dalla formazione titolare Mateo Kovacic, lasciato in panchina per confermare Ricky Álvarez a supporto di Palacio e Icardi, si rivedono Cambiasso, Nagatomo e Ranocchia tutti e tre non utilizzati a Livorno. Per Ballardini 3-5-1-1 con Kone vicino all'unica punta Cristaldo, dopo che la scelta di mettere Acquafresca e Moscardelli contro l'Atalanta non aveva affatto pagato. In tribuna c'è Erick Thohir, arrivato a Milano nella mattinata di venerdì, non Massimo Moratti.
PRIMO TEMPO
Forse punta nell'orgoglio, forse stanca di essere accusata di regalare un tempo agli avversari, l'Inter colpisce subito, al sesto minuto di gioco: Álvarez salta Christodoulopoulos e si accentra servendo Palacio, tocco sulla sinistra per Nagatomo e cross a centro area dove si avventa Mauro Icardi che di sinistro anticipa il suo diretto marcatore e batte Curci con un potente tiro centrale. Vantaggio lampo: mai i nerazzurri avevano segnato così presto. L'aver sbloccato la gara in avvio dà ritrovata fiducia ai padroni di casa, Cambiasso vede un suo tiro respinto da… Icardi e in generale l'approccio interista è positivo, cosa successa poche volte di recente, quando il Bologna si spinge in avanti per la prima volta (Christodoulopoulos calcia, Handanovic respinge con qualche affanno) non si ha la sensazione di un cambio di rotta, e nemmeno il successivo colpo di testa insidioso di Mantovani (palla sul fondo dalla parte opposta) su corner viene preso come un segnale. Álvarez impegna da fuori Curci, Palacio manda fuori, benino l'Inter che però deve registrare al 28' l'uscita dal campo di Juan Jesus, messo fuori causa dopo un contrasto con Christodoulopoulos e botta al ginocchio, entra al suo posto Samuel. Il Bologna scricchiola ma regge e si riporta in pari a sorpresa: lancio lungo sulla linea di fondo, Nagatomo in vantaggio sul pallone si fa sorprendere da Garics e viene superato con un tunnel, cross dal fondo dell'austriaco sul secondo palo, Christodoulopoulos calcia verso la porta sbattendo su Handanovic, la respinta la prende dal limite Pazienza e stavolta il portiere sloveno si fa passare il pallone sotto le gambe, forse anche con una leggerissima deviazione di Jonathan Cristaldo, perciò la marcatura è da attribuire all'argentino. Erano ben 821' che il Bologna non segnava un gol su azione, dal 9 febbraio (rete proprio di Cristaldo sul campo del Torino) i felsinei avevano solamente convertito due rigori con Christodoulopoulos nelle successive otto partite, uno col Cagliari (vincente) e uno col Livorno (ininfluente nella sconfitta per 2-1), l'Inter subisce il colpo e non trova alcuna reazione prima dell'intervallo, con Hernanes che spreca una punizione dal limite calciando rasoterra sulla barriera.
SECONDO TEMPO
Nessun cambio, ma al 53', dopo un cross di D'Ambrosio passato attraverso tutta l'area senza trovare un compagno, l'esterno ex granata lascia il posto all'attesissimo Mateo Kovacic, con Álvarez spostato esterno a sinistra su tutta la fascia e poco a suo agio con la fase difensiva, come dimostrato su un taglio di Christodoulopoulos per Garics con conclusione dell'esterno sul fondo. Entrato da poco il croato lascia immediatamente il segno, quando prende palla e parte in progressione l'Inter guadagna superiorità numerica, verticalizzazione per Hernanes e nuovo tocco in avanti verso Mauro Icardi, l'argentino controlla, si prepara per la conclusione col destro e dal limite lascia partire una traiettoria favolosa che sbatte sul palo lontano ed entra. Prima doppietta in maglia nerazzurra per il rosarino, la cui ultima marcatura multipla risaliva allo storico poker segnato nel 6-0 al Pescara del 27 gennaio 2013, e Inter nuovamente in vantaggio con un colpo geniale del suo numero nove. Quanto poteva durare questo 2-1? Non molto, conoscendo la pessima abitudine interista di non riuscire a reggere dopo aver faticato tanto per fare gol. E infatti, al 73', su un cross innocuo di Mantovani da sinistra Cambiasso manca l'intervento, Rolando scivola e fa ristagnare il pallone a centro area, Panagiotis Kone si rende conto dell'errore e gira in rete con Handanovic colpevolmente fermo perché sarebbe dovuto uscire sul traversone. Di nuovo Kone giustiziere di Mazzarri, il greco infatti aveva colpito due volte contro il Napoli la scorsa stagione, una in campionato e una in Coppa Italia entrambe al San Paolo. Con la forza della disperazione e tra i pesanti insulti dei propri tifosi l'Inter si riporta in avanti cercando un episodio positivo, è ancora Kovacic a inventare più o meno come in occasione del gol, stavolta il servizio per Icardi è più largo ma il centravanti tocca in mezzo per Palacio, Mantovani lo cintura e gli impedisce di calciare a rete, Mazzoleni nell'incredulità generale, nonostante il fallo sia indiscutibile, fischia il tanto atteso rigore. A dirla tutta non è il primo in stagione per l'Inter, ce n'erano già stati due in Coppa Italia contro Cittadella e Trapani (trasformati da Palacio e Taïder), ciò che manca è il rigorista designato e dopo un consulto tra i giocatori si incarica della battuta Diego Milito: conclusione potente ma centrale e non angolata, Curci non si deve neanche tuffare e gli basta solo aprire la mano per respingerlo, il risultato rimane 2-2. Nel recupero punizione per l'Inter, cross in mezzo respinto, il Bologna parte in contropiede con Christodoulopoulos che vince un rimpallo, tocco in mezzo per Acquafresca solissimo e destro di prima intenzione, Handanovic non trattiene e l'attaccante ex Cagliari piomba sul rimpallo, la nuova deviazione del portiere impedisce un 2-3 che avrebbe avuto risvolti anche peggiori.
La partita finisce in un clima di enorme contestazione, con Thohir subito via dallo stadio furioso e Mazzarri apparso visibilmente in difficoltà davanti alle telecamere, il terzo pareggio consecutivo dell'Inter contro squadre di bassa classifica impedisce ancora una volta lo "strappo" nei confronti delle inseguitrici nella corsa all'Europa League, sebbene solo il Parma possa raggiungere i nerazzurri in quinta posizione. Il futuro del tecnico è ormai in discussione, non fare risultato contro la Sampdoria la prossima settimana sarebbe un nuovo tracollo inaccettabile, per quanto anche quanto visto oggi abbia poche scusanti e non possa essere ritenuto colpa della sfortuna. Complice la sconfitta del Chievo nel derby il pareggio del Bologna assume già contorni positivi per la compagine rossoblù, ora sedicesima con i veronesi, considerato il difficile impegno del Livorno sul campo della Juventus la sensazione che i felsinei abbiano guadagnato un punto sulla terzultima è molto forte, l'imminente derby dell'Emilia-Romagna contro il Parma sarà un bel banco di prova per la squadra di Ballardini.
IL TABELLINO
Inter (3-4-1-2): Handanovic; Ranocchia, Rolando, Juan Jesus (28' Samuel); D'Ambrosio (53' Kovacic), Hernanes, Cambiasso (79' Milito), Nagatomo; R. Álvarez; Palacio, Icardi. Allenatore: Mazzarri
Bologna (3-5-1-1): Curci; Antonsson, Natali, Mantovani; Garics, Krhin (71' Acquafresca), Pazienza, Christodoulopoulos, Cech (60' Morleo); Kone (88' Pérez); Cristaldo. Allenatore: Ballardini
Arbitro: Paolo Silvio Mazzoleni di Bergamo (Vivenzi – Schenone; Posado; Merchiori – Saia)
Reti: 6', 63' Icardi (I), 35' Cristaldo, 73' Kone
Ammoniti: Mantovani, Kone (B), Ranocchia (I)
Note: all'84' Curci (B) ha parato un rigore a Milito (I)
[Immagine presa da tuttosport.com]