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Prosegue senza sosta la marcia della squadra giallorossa, arrivata alla settima vittoria su sette partite (tutte con almeno due gol di scarto) e ormai definitivamente seduta al tavolo delle grandi del campionato con velleità di classifica, dopo aver superato anche l’esame del Meazza con tre reti in un tempo.

 

Era da qualche anno che le tante sfide fra Inter e Roma si svolgevano in tono minore, per via delle stagioni di basso livello delle rispettive squadre: dopo la Supercoppa Italiana del 2010 l’unico “evento” di una certa rilevanza era stata la doppia semifinale di Coppa Italia della scorsa stagione, ma i giallorossi forse a posteriori avrebbero preferito non aggiudicarsela visto quanto successo nel derby in finale contro la Lazio dello scorso 26 maggio. Quella di stasera era nuovamente una sfida di alta classifica, con le due formazioni nuovamente protagoniste della Serie A ed etichettate come sorprese di inizio stagione dopo essersi presentate ai nastri di partenza un po’ attardate, e la gara del Meazza ha portato al definitivo salto di qualità della squadra di Garcia, uscita vincitrice con un netto 0-3 che sarà pure esagerato per quanto si è visto in campo ma che stabilisce una volta per tutte il passaggio della Roma da semplice sorpresa a realtà del campionato, con ritrovate ambizioni e una serie di prestazioni eccezionali dei singoli, dall’eterno Totti al superlativo Florenzi passando per gli scatti di Gervinho e le geometrie di Strootman. Adesso per i capitolini arriva il difficile, perché le due settimane di sosta (con la speranza che non siano di più, visti i noti problemi relativi alla data di Roma-Napoli) saranno inevitabilmente accompagnate da un’infinità di discussioni e di pressioni tipiche del popolo giallorosso, da sempre pronto a esaltarsi quando le cose vanno bene o a criticare quando le cose vanno male, e dopo sette vittorie su sette con venti gol segnati e soltanto uno subito è naturale che nell’ambiente cominci a circolare quella parola che a Roma nessuno vuole proprio pronunciare. Garcia ha ridato forza a un collettivo distrutto nel morale dalla finale di Coppa Italia, ha riportato a livelli importanti De Rossi (un bene anche per la nazionale in vista dei Mondiali), ha aggiunto Strootman a un centrocampo che con il vice-capitano e Pjanic scatena qualità a ogni giocata e ha saputo sfruttare le doti di inserimento da parte di Florenzi, secondo solo a Cerci e Rossi nella classifica dei capocannonieri, senza dimenticare la sorpresa Gervinho (scaricato dall’Arsenal dopo due stagioni pressoché disastrose) e il solito Totti, lui non certo una novità. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dall’Inter, che esce un minimo ridimensionata da una settimana piuttosto negativa, aperta con il pareggio di Trieste e chiusa con la prima sconfitta stagionale, Mazzarri dovrà essere bravo in queste due settimane senza partite a ricompattare il gruppo e lavorare su qualche soluzione alternativa all’attendismo e contropiede, perché la Roma ha colpito proprio con le ripartenze che il tecnico toscano aveva saputo utilizzare molto bene nelle precedenti giornate e ancora una volta si è notata una certa passività offensiva nel primo tempo: non può essere un caso che nelle gare casalinghe non sia ancora arrivata una rete nella prima frazione e soprattutto giocando con un modulo a una punta, rinnegato per forza di cose nell’intervallo ma sul quale bisognerebbe fare qualche ulteriore discussione in vista dei prossimi impegni. Il paradosso è che i nerazzurri, guardando i numeri, hanno creato molto di più degli avversari, con un maggior possesso palla, un numero superiore di azioni d’attacco e di tiri, la Roma ha avuto molti più cartellini (anche un rosso, ma a partita già chiusa) e commesso molti più falli, tuttavia quando i difensori incappano in una giornata storta e l’arbitro commette un errore grave regalando un rigore agli avversari tutta questa superiorità data dalle fredde statistiche si dimostra sterile e inutile ai fini del risultato, perché nel calcio contano i gol e la Roma è stata brava a farne tre in neanche quarantacinque minuti, sia per meriti propri che per errori evidenti della difesa interista. Già, il pacchetto arretrato: le due squadre hanno avuto tanti problemi in quel reparto, è stata l’Inter a pagare di più con le assenze di Campagnaro e Jonathan, già preservati domenica scorsa a Trieste contro il Cagliari ma non ristabiliti dai rispettivi infortuni e nemmeno convocati, Rolando e Álvaro Pereira vengono nuovamente riproposti come titolari, con Taïder che si riprende la maglia dal primo minuto al posto di Kovacic, stesso discorso per Palacio che torna unica punta supportato da Ricky Álvarez. Salta la sfida con il suo glorioso passato Maicon, fuori per un problema fisico accusato dieci giorni fa nella trasferta in casa della Sampdoria, così come contro il Bologna parte dall’inizio l’ex Olympiakos Torosidis, in rete da subentrato nel 2-3 dell’ultimo precedente (la semifinale di ritorno di Coppa Italia dello scorso 17 aprile), confermatissimo in attacco Gervinho (c’era un mezzo ballottaggio con Ljajic, non in perfette condizioni) dopo aver segnato tre gol in due partite. Prima del via minuto di raccoglimento per le vittime della tragedia di Lampedusa.

PRIMO TEMPO
Chi si aspettava un inizio soft, complice il fatto che le due squadre avessero segnato sette gol complessivi nei primi tempi (e quattro subiti in totale, di cui solo uno dalla Roma) viene subito smentito, perché il ritmo è alto fin dalle prime battute, la prima occasione ce l’ha Taïder all’11’ con un destro rasoterra dal limite dell’area che De Sanctis riesce a bloccare in tuffo. L’Inter pressa molto alta gli avversari, difficilmente c’è possibilità per gli ospiti di fare tre-quattro passaggi di fila senza trovarsi un avversario in zona, tuttavia quando cala l’intensità escono fuori i problemi, ed è quello che succede al 18′ quando Ranocchia si incarta in un altra giocata rischiosa nella propria metà campo (gli era già successo con la Fiorentina, era stato fortunato a non perdere palla e poi era nato il gol di Jonathan) regalando il possesso agli avversari, Florenzi tocca centralmente per Gervinho che si gira e appoggia verso Francesco Totti, destro secco potente e preciso dai venti metri e Handanovic è fulminato tanto che non abbozza nemmeno un tentativo di parata. L’Inter non aveva mai subito gol nel primo tempo, lo fa in questa circostanza mettendosi nei guai da sola, perché l’errore di Ranocchia è tanto vistoso quanto grave, Totti ringrazia e fa tredici, non al Totocalcio ma nel senso di reti al Meazza. Azioni più o meno da una parte e dall’altra, la Roma si rende pericolosa con la velocità di Gervinho, che si libera bene in area ma esita un attimo favorendo il recupero in scivolata di Álvaro Pereira, al 25′ l’Inter va a un passo dal pari con Fredy Guarín che dal limite scarica un destro terrificante a oltre cento chilometri orari che si stampa sul palo facendo tremare la porta per diversi secondi, poco dopo palla per l’1-1 anche per Álvarez ma il suo colpo di testa viene bloccato quasi sulla linea da De Sanctis. Il vantaggio mette la Roma nella condizione di poter colpire in contropiede, e se lanciata la formazione di Garcia diventa letale: al 39′ Juan Jesus si prende la licenza di una discesa “alla Lúcio” piuttosto azzardata, perde inevitabilmente palla e scatena la ripartenza giallorossa, lancio per Gervinho che sulla destra non ha problemi ad andarsene via, Pereira entra in maniera folle in scivolata e Tagliavento, dopo un consulto con il giudice di linea Guida, concede il calcio di rigore in favore della Roma. Dalle immagini si nota l’abbaglio clamoroso degli arbitri, perché il contatto fra l’ivoriano e l’uruguayano avviene fuori area, e questo nonostante Guida fosse posizionato proprio sulla linea. Dal dischetto Francesco Totti batte ancora Handanovic (ormai non ne para più uno) e fa trecento in carriera, di cui duecentotrenta in Serie A e dodici all’Inter. Tempo altri quattro minuti e la partita è già virtualmente conclusa: angolo per l’Inter non sfruttato, gioco di prestigio di Totti al limite della propria area di rigore con palleggio a irridere Pereira, Strootman avvia il contropiede con un coast-to-coast di sessanta metri, assist sulla destra per Alessandro Florenzi e conclusione in diagonale che vale il tris. Quarto gol in campionato per Florenzi, il secondo consecutivo dopo quello al Bologna e il terzo in quattro trasferte, l’Inter continua a essere una delle sue vittime preferite dopo avergli già segnato l’anno scorso sia alla seconda giornata (primo gol in Serie A) sia nell’andata della semifinale di Coppa Italia. Lo 0-3 con cui si va all’intervallo suona già come una sentenza.

SECONDO TEMPO
Mazzarri lascia negli spogliatoi l’orripilante Pereira e butta dentro Icardi, più per disperazione che per altro. L’argentino, fresco di prima convocazione in nazionale, ha subito una buona opportunità, come spesso gli accade quando entra, ma Benatia è formidabile a opporsi con il corpo e a ribattere anche il secondo tentativo da parte di Álvarez, dall’altra parte Florenzi sfiora lo 0-4 in sforbiciata, imbeccato da una palla geniale di Strootman, con Handanovic che compie una grande parata a mano aperta. L’Inter si riversa in avanti cercando quantomeno di accorciare le distanze, ma quest’anno alla Roma non c’è più Zeman (o Luis Enrique) e la difesa è molto più compatta e solida, non c’è verso per i nerazzurri di sfondare il muro avversario, De Sanctis non viene quasi mai impegnato e solo una volta è chiamato in causa in maniera seria, cioè quando un colpo di testa di Palacio viene bloccato dal portiere ex Napoli con Ranocchia che poi lo tocca e il pallone che finisce in rete, l’1-3 viene annullato qualche secondo più tardi per una chiamata (stavolta corretta) ancora di Guida, mentre Tagliavento inizialmente aveva segnalato il gol provocando la furia dell’estremo difensore romanista, ammonito per proteste. Alla mezz’ora altro lancio di Strootman che pesca Gervinho, l’ivoriano parte a grandi falcate verso l’area avversaria lasciandosi dietro Juan Jesus e Kovacic ma una volta arrivato al tiro, come spesso gli accade, manca di freddezza e tocca piano favorendo la respinta di Handanovic in calcio d’angolo. Mezzo brivido ancora per De Sanctis, costretto ad anticipare Icardi su retropassaggio rischioso di Balzaretti, l’esterno che aveva fatto gol nel derby poco dopo viene espulso per doppia ammonizione (fallo su Álvarez) e Garcia mette in campo Dodô, a questo punto probabile titolare contro il Napoli, che costruisce un’azione tutta brasiliana con discesa sua sul fondo, tocco arretrato per Taddei che serve l’assist per l’accorrente Marquinho (i tre subentrati) il cui destro strozzato finisce sul fondo. La superiorità numerica rimane tale per qualche minuto perché poi anche l’Inter rimane in dieci quando Álvarez abbandona il campo dopo una distorsione alla caviglia, la partita si trascina al 90′ senza ulteriori emozioni e con la Roma in completo controllo della partita.

Sette su sette: la Roma espugna ancora una volta il Meazza, la terza consecutiva fra campionato e Coppa Italia contro l’Inter, e conferma la sua prima posizione in classifica a punteggio pieno (non era mai partita così bene nella sua storia), superando un altro ostacolo insidioso dopo quello del derby e con una prova di forza degna di nota. In pochi avrebbero pensato di vedere i giallorossi a quota ventuno punti alla seconda sosta per le nazionali, invece tutto questo è realtà e in maniera legittima, perché la squadra di Garcia sta giocando un calcio eccellente. Prima sconfitta stagionale per l’Inter, che non perdeva dall’ultima di campionato della passata stagione (2-5 contro l’Udinese) e che non batte la Roma ormai da due anni e mezzo (aprile 2011, 0-1 all’Olimpico nella semifinale d’andata di Coppa Italia, rete di Stankovic), alla ripresa del campionato i nerazzurri saranno di scena in casa del Torino mentre i giallorossi dovrebbero affrontare il Napoli sabato nell’anticipo, anche se qui il condizionale è d’obbligo perché nello stesso giorno è in programma una manifestazione nella capitale ed è probabile uno spostamento di data o addirittura l’inversione di campo: nei prossimi giorni la decisione ma in ogni caso sarà un big match.

IL TABELLINO
Inter (3-5-1-1):
Handanovic; Rolando, Ranocchia, Juan Jesus; Nagatomo, Guarín (70′ Milito), Cambiasso, Taïder (57′ Kovacic), A. Pereira (46′ Icardi); R. Álvarez; Palacio. Allenatore: Mazzarri
Roma (4-3-3): De Sanctis; Torosidis, Benatia, Castán, Balzaretti; Pjanic (57′ Taddei), De Rossi, Strootman; Florenzi (76′ Marquinho), Totti (81′ Dodô), Gervinho. Allenatore: Garcia
Arbitro: Paolo Tagliavento di Terni (Di Liberatore – Cariolato; Di Fiore; Mazzoleni – Guida)
Reti: 18′, 40′ rig. Totti, 44′ Florenzi
Espulso: Balzaretti (R) al 79′ per doppia ammonizione
Ammoniti: Pjanic, Benatia, Castán, De Sanctis, Taddei (R), Juan Jesus, A. Pereira (I)

[Immagine presa da sport.sky.it]