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A oltre tre mesi di distanza i nerazzurri riprendono a vincere in trasferta, ottenendo grazie ai gol delle due punte un successo di fondamentale importanza per riaccendere la speranza di rigiocare in Europa.

 

Twitter, cronaca rosa, infortuni. Negli ultimi mesi Mauro Icardi, professione attaccante, aveva fatto notizia solo per questi tre motivi, e i primi due c’entrano poco e niente con quello per cui viene pagato. Stasera, curiosamente proprio il giorno dopo San Valentino, la festa degli innamorati, il centravanti argentino per la prima volta ha ricevuto gli onori della cronaca per qualcosa di buono fatto in campo, un gol da tre punti utile, seppur in fuorigioco non ravvisato, per ridare alla sua squadra quella vittoria che lontano dal Meazza mancava addirittura dal 3 novembre, 0-3 al Friuli contro l’Udinese. Era proprio da quel pomeriggio autunnale che non si vedeva un’Inter così in partita per tutti i novanta minuti, superiore rispetto all’avversario e capace finalmente si esprimersi bene in fase offensiva, un qualcosa che i tifosi forse avevano ormai dimenticato, stanchi di vedere prestazioni di basso livello e formazioni ultra-difensive. Contro la squadra con più qualità di tutto il campionato, Juventus a parte, i nerazzurri non solo hanno ritrovato i gol degli attaccanti (nel 2014 avevano segnato solo i difensori) ma anche un diverso rendimento nell’arco dell’intera gara, forse non ancora un “gioco” però se non altro un’impronta più definita sul rettangolo verde, riuscendo a vendicare l’umiliante 4-1 di un anno fa e facendo vedere di sapere che il pallone è quello giallo, come cantato dai tifosi viola dodici mesi fa. La vittoria liberatrice contro il Sassuolo di sei giorni fa non avrebbe significato nulla in caso di nuovo tracollo stasera, e invece la squadra di Mazzarri è riuscita a prevalere su un avversario oggettivamente più forte (ma inspiegabilmente depotenziato) facendo proprie delle doti, anche di palleggio, rimaste chiuse a doppia mandata in qualche cassetto per diversi mesi. Ora la missione Europa è nuovamente possibile, ancora non probabile però certamente neanche irraggiungibile come sarebbe stata in caso di sconfitta al Franchi. In tutto questo c’è da chiedersi cosa sia successo alla Fiorentina, involuta e non poco nella manovra e incapace di mettere pressione al Napoli per il terzo posto che significa Champions: appagamento o troppa stanchezza dopo la conquista della finale di Coppa Italia? Forse, ma sono pur sempre passati quattro giorni dal 2-1 all’Udinese, e una formazione che ha già dimostrato di poter lottare su più fronti senza risentire dal punto di vista delle energie non dovrebbe avere di questi problemi. I motivi del KO viola potrebbero risalire più che altro a un’errata preparazione della partita (questa sì magari figlia della grande serata di martedì, oltre alla squalifica di Borja Valero), perché a molti ha stupito l’undici iniziale scelto da Vincenzo Montella: di nuovo difesa a tre, dove l’infortunato Savic viene rimpiazzato da Compper accanto a Gonzalo Rodríguez e Diakité, e soprattutto niente punte, lì davanti infatti non c’è Alessandro Matri come ci si aspettava ma un duo di falsi nueve formato da Ilicic e Joaquín, con Mario Gómez in panchina per la seconda gara di fila e pronto a subentrare a cinque mesi esatti dall’infortunio contro il Cagliari. Squadra che vince non si cambia per Mazzarri, il tecnico livornese conferma gli stessi undici vittoriosi contro il Sassuolo.

PRIMO TEMPO
Neto, eroe della semifinale contro l’Udinese soprattutto per la parata nel recupero su Muriel, rischia in poco tempo di tornare nuovamente sul banco degli imputati per un rischioso rinvio finito addosso a Palacio, per sua fortuna il rilancio impatta sulla gamba dell’attaccante, intervenuto in scivolata, e termina sul fondo. È sorprendentemente l’Inter a fare la partita, in controtendenza con quanto visto nelle ultime uscite di entrambe le squadre, al 13′ gli ospiti vanno a un passo dal vantaggio quando Palacio si invola sulla destra ed entra in area per scagliare un diagonale verso la porta, Neto è superato ma il palo lo salva, poi Guarín manda alto. Nella zona di Compper, in grande difficoltà per tutto il primo tempo, l’Inter imperversa e spesso trova ampi varchi per colpire, poco dopo il palo di Palacio quasi dalla stessa posizione Milito ha un’altra palla interessante, su suggerimento di Hernanes, il suo destro è ben respinto da Neto; per il Principe altra opportunità al 27′, in questo caso la conclusione termina sull’esterno della rete dopo essersi liberato bene all’interno dell’area di rigore. Prima (e unica) chance della Fiorentina in tutta la frazione alla mezz’ora, Compper ha enorme spazio per avanzare e si fa venticinque metri palla al piede per poi calciare verso la porta, Handanovic in due tempi evitando una possibile ribattuta da parte di Aquilani, che qualcosa non funzioni nei padroni di casa è lampante e quando Cuadrado si fa rubare palla da Kuzmanovic l’Inter riparte in contropiede, l’azione ha uno sviluppo non estremamente veloce ma si conclude in maniera esemplare con un assist pregevole col sinistro di Guarín per Rodrigo Palacio a centro area, il controllo dell’argentino è leggermente lungo ma riesce lo stesso ad anticipare Neto e mettere dentro. L’ex genoano si sblocca nel 2014 e torna a segnare dopo il tacco nel derby, Inter avanti al minuto trentaquattro. Chiusura di tempo con un’occasione per parte, Nagatomo cicca un bel cross dalla destra di Milito e nell’unico minuto di recupero Vargas di sinistro chiama alla parata sul primo palo Handanovic.

SECONDO TEMPO
Nessun cambio ma l’Inter si “dimentica” di far tornare dagli spogliatoi il proprio portiere, perché dopo neanche un minuto (cinquantacinque secondi, per l’esattezza) Handanovic si fa passare sotto il braccio un destro dal limite di Juan Guillermo Cuadrado, colpevolmente lasciato libero di calciare dai venti metri da parte della difesa interista, e la Fiorentina ritrova immediatamente la parità. Secondo gol di fila per il colombiano, certamente meno bello e importante del definitivo 2-0 all’Udinese valso la finale di Coppa Italia ma sicuramente utile per far rientrare al meglio i viola in campo dopo l’intervallo. Sull’onda dell’entusiasmo la Fiorentina cerca di approfittare del momento di confusione da parte del portiere sloveno e quasi beneficia di un’altra papera, Handanovic infatti poco dopo l’1-1 va a vuoto su cross di Cuadrado e deve ringraziare che nessun avversario è pronto a ribadire in rete a porta vuota sul secondo palo, dall’altra parte bel numero in dribbling di Milito con assist per Palacio che però non riesce a concretizzare per via di un rimbalzo strano, è questa l’ultima giocata del numero ventidue, sostituito al 55′ da Icardi. Sulla partita, più che questo cambio, incide tantissimo il primo di Montella, al 62′, perché vede l’ingresso di Tomovic al posto dell’infortunato Gonzalo Rodríguez, la Fiorentina passa alla difesa a quattro ma senza avere il principale referente arretrato, e questa mancanza si fa notare subito in quanto al primo pallone messo dentro l’area l’Inter passa di nuovo, su cross dalla sinistra di Nagatomo Mauro Icardi, partito in evidente posizione irregolare, anticipa proprio il nuovo entrato e con il mancino tocca alle spalle di Neto. Terzo gol stagionale per l’ariete argentino dopo quelli di settembre contro Juventus e Cagliari, seppur aiutato dalla svista del guardalinee Giallatini (la moviola in campo sarebbe la morte del calcio, vero Nicchi?), e festeggiamento polemico con evidente riferimento a chi ha parlato e scritto della sua relazione con Wanda Nara. Dopo oltre un’ora senza punte, considerato oltretutto che i gol avversari sono arrivati proprio dagli attaccanti, Montella butta dentro Mario Gómez e Alessandro Matri (quest’ultimo al posto di Cuadrado, infortunatosi da solo tentando uno spunto sulla fascia), senza avere grandi risposte dal nuovo assetto tattico, è Ilicic, non più centravanti, a divorarsi il 2-2 mandando fuori di testa da pochi passi sugli sviluppi di un angolo, l’Inter invece spreca un paio di contropiedi con Palacio (cross arretrato per Taïder anticipato e suggerimento troppo lungo per Icardi) e uno con il nuovo entrato D’Ambrosio (palla dentro per Icardi ribattuta). Matteo Renzi in tribuna si mangia letteralmente il cellulare e forse lo fa volare in aria quando nel quarto e ultimo minuto di recupero Matri, su pallone dentro sfiorato da Samuel, gira di destro verso la porta senza trovare né lo specchio né l’intervento in scivolata di Mario Gómez, è questa l’ultima azione del match e quando il pallone sfila sul fondo le speranze viola si spengono definitivamente.

Dopo cinque sconfitte consecutive, quattro in campionato e una in Coppa Italia, l’Inter torna a vincere in trasferta e lo fa sul campo di una diretta concorrente per l’Europa League, la Fiorentina, ora non più distante anni luce ma cinque punti e con lo scontro diretto a favore, visto che anche l’andata era terminata 2-1 (curioso che negli scontri fra Mazzarri e Montella il tecnico uscito vincitore l’abbia sempre fatto con questo punteggio). Brutta batosta per i viola, battuti fin qui in casa soltanto dal Napoli a ottobre (anche lì tra le polemiche per un rigore negato nel finale con annessa espulsione inesistente per Cuadrado) e adesso a forte rischio di essere staccati in maniera netta dal Napoli in caso di successo degli azzurri contro il Sassuolo. Per Montella è tempo di ripensare alle coppe, giovedì andata dei sedicesimi di Europa League in Danimarca contro l’Esbjerg, Mazzarri invece potrà passare tutta la settimana a preparare il match casalingo col Cagliari.

IL TABELLINO
Fiorentina (3-5-2):
Neto; Diakité, Go. Rodríguez (62′ Tomovic), Compper; Cuadrado (78′ Matri), Aquilani, Pizarro, M. Fernández, Vargas; Joaquín (68′ M. Gómez), Ilicic. Allenatore: Montella
Inter (3-5-2): Handanovic; Rolando, Samuel, Juan Jesus; Jonathan, Guarín (71′ Taïder), Kuzmanovic, Hernanes, Nagatomo (86′ D’Ambrosio); Milito (55′ Icardi), Palacio. Allenatore: Mazzarri
Arbitro: Antonio Damato di Barletta (Giallatini – Dobosz; Grilli; Orsato – Guida)
Reti: 34′ Palacio, 46′ Cuadrado (F), 65′ Icardi
Ammoniti: Jonathan, Rolando, Guarín, Palacio, Samuel (I), Aquilani, Matri (F)

[Immagine presa da repubblica.it]