A cinque giornate dalla fine i bianconeri mantengono gli otto punti di distanza sulla Roma espugnando anche l’ostico Friuli, dove l’Udinese non perdeva da sei partite. Decisivi i gol nel primo tempo dei due attaccanti scelti da Conte, Giovinco e Llorente, autori di una prestazione che non ha fatto rimpiangere l’assenza di Tevez.
Un altro mattone nella costruzione di uno storico Scudetto. La Juve riesce a superare uno degli ultimi ostacoli veri che la separano dalla vittoria del terzo campionato consecutivo, l’Udinese di Guidolin e si avvicina inesorabilmente all’obbiettivo grosso. Mancano cinque giornate, quindici punti utili, fra cui i tre dello scontro diretto contro la seconda della classe, la Roma. Il calendario sorride decisamente alla capolista, che affronterà tre partite in casa contro Bologna, Atalanta e Cagliari, e che oltre alla trasferta all’Olimpico avrà quella tutt’altro che impossibile a Sassuolo, mentre i giallorossi se la vedranno fuori casa con Fiorentina, Catania e Genoa, in più ospiteranno il Milan il 25 aprile. La realtà dice che, nel più ottimistico dei casi, lo scontro diretto del 9 maggio non avrà alcun valore ai fini della classifica delle due squadre, il cui destino potrebbe essere già molto chiaro pochi giorni prima, per esempio il 5 maggio, data non casuale, quando i tifosi bianconeri, in caso di concomitanza di risultati, potrebbero festeggiare il trionfo in campionato con due giornate di anticipo e in una sfida speciale, che riporta a due anni fa, quando un certo Del Piero diede l’addio al suo pubblico proprio contro gli orobici. Ma, tornando al presente, c’è una gara con l’Udinese da rivedere e da analizzare, perché Conte ha probabilmente visto in campo ciò che aveva preparato nei precedenti (e pochi) giorni di allenamenti: i bianconeri (di Torino) hanno aggredito il campo lasciando pochissimi spazi ai padroni di casa, hanno saputo colpire nei momenti giusti con gli uomini giusti (mai come oggi meritati gli applausi per Giovinco) e sono riusciti a gestire benissimo il vantaggio, a differenza di altre occasioni (vedi Lione in casa).
PRIMO TEMPO
Udinese reduce da quattro vittorie e un pareggio nelle ultime cinque in casa, dove non subisce reti da 336 minuti. Juve tenuta a rispondere al 3-1 della Roma sull’Atalanta, con i giallorossi ora a -5. Prime fasi di gara dove le squadre si studiano e cercano con pazienza di affondare il colpo. Nella Juve si fa vedere Ogbonna con un paio di interventi più o meno riusciti. Al 15′ primo guizzo degno di nota della capolista con Lichtsteiner che riceve al limite dell’area in posizione ottima ma controlla un pallone di troppo e non trova Llorente in mezzo facendo sfumare l’azione; ma poco dopo, al primo tiro verso la porta dell’intera partita, la Juve colpisce: è Sebastian Giovinco, la scelta a sorpresa di Conte, a portare avanti i suoi con un gol bello e di un’importanza fondamentale, a sbloccare una situazione potenzialmente complicatissima. La “formica atomica” parte dal limite destro dell’area dell’Udinese accentrandosi e mantenendo a distanza di sicurezza il centrocampista avversario, poi si inventa un tiro a giro con il mancino su cui Scuffet, pur tuffandosi con tempismo, non riesce ad arrivare. Un bel colpo di Giovinco alla gara, al campionato e a se stesso, perché non segnava in Serie A dall’ottobre 2013 e perché dopo il gol si è preso meritatamente gli applausi di tutto il popolo juventino (oltre la metà degli spettatori) presente al Friuli. L’Udinese non ha neanche tempo di reagire che il numero 12 della Juve sfiora la doppietta, trovando stavolta un super Scuffet a dire di no al suo diagonale. Al 26′ però arriva la seconda doccia fredda per i friulani, che poco capiscono sul calcio d’angolo battuto da Pirlo e vengono trafitti da un tocco di punta di Llorente su respinta maldestra dello stesso Scuffet, che in qualche modo si era opposto al tentativo confuso di Ogbonna, liberissimo di battere a rete come così il suo compagno spagnolo nell’area avversaria. Terza segnatura in due partite per il “Re Leone“, tornato a dettare legge in zona gol dopo qualche settimana di digiuno (arrivato a una media di quasi una rete ogni due partite, 14 gol in 30 presenze). Ma quello che fa più piacere a uno scatenato Conte è l’intesa, inaspettata, fra Giovinco e Llorente, vere spine nel fianco per la difesa di Guidolin. L’Udinese non si rende invece mai pericolosa in zona offensiva e i suoi unici tentativi, arrivati da grandi distanze, non impensieriscono un inoperoso Buffon.
SECONDO TEMPO
Si ricomincia con una punizione innocua di Di Natale e un tiro lontanissimo dallo specchio della porta di Giovinco, al 54′ ammonito Ogbonna per un brutto fallo sul capitano dell’Udinese, ma ancora peggiore è l’intervento di un compagno dello stesso Totò, che vanifica il suo tentativo piazzato andando a spingere follemente Pirlo in barriera commettendo fallo. La zona centrale di questa ripresa vede un monologo della Juve, che trova il suo culmine fra il 67′ e il 69′, quando prima Llorente sfiora soltanto un invitante cross di Giovinco, poi la stessa “formica atomica” colpisce un clamoroso palo dopo un dribbling ubriacante su Basta in spazi strettissimi dentro l’area friulana. Primi cambi dal 70′ in avanti: fuori un impalpabile Yebda, dentro un Muriel protagonista nel finale, finisce anzitempo anche la gara, molto difficile, del capitano dei bianconeri padroni di casa, per far spazio a Nico Lopez. Nella Juve fanno il loro ingresso in campo l’ex Isla, Vucinic e Osvaldo, al posto di uno sfinito Lichtsteiner, di Giovinco e di Llorente, osannati da quasi tutto lo stadio al momento dell’uscita dal campo. Trattamento meno cordiale da parte dell’arbitro Rizzoli invece, che ammonisce per eccessiva perdita di tempo nel tragitto verso le panchine Lichtsteiner, diffidato e così non convocabile per la sfida di sabato prossimo contro il Bologna. Il finale di partita vede due occasioni ghiotte per l’Udinese, finalmente pericolosa con Muriel e Bruno Fernandes, a cui il palo prima, Chiellini poi, dicono di no al possibile 1-2.
Cinica e aggressiva quanto basta, la Juve porta a casa gli ennesimi tre punti di questa stagione e raggiunge quota 87 in classifica, con vivo ancora il possibile record di 102 o 100 punti in un solo campionato. Ma prima c’è da pensare al Bologna e a un sabato di calcio che, vista la trasferta impegnativa della Roma a Firenze, potrebbe decretare una sentenza incontrovertibile a pochissime giornate ormai dalla fine della Serie A. Con l’ Udinese si è vista un’altra prova di forza degli uomini di Conte, capaci di dominare a tratti, di gestire semplicemente con raziocinio in altri momenti, in generale di soffrire molto poco se non in un finale comunque orgoglioso da parte dei friulani, troppo rinunciatari invece durante il resto della partita. In cattedra non può che salire Giovinco, un giocatore rinato dopo i gesti e le parole di difesa da parte di Conte nei suoi confronti, un giocatore che potrebbe dare quella marcia in più alla Juve per affrontare al massimo anche l’Europa League. Un plauso stasera va però a tutta la squadra, a partire dalla difesa, attenta e aggressiva, per arrivare al centrocampo, libero (forse troppo) di esprimersi ad un alto livello di qualità.
TABELLINO E PAGELLE
Udinese (3-5-1-1): Scuffet 5.5; Heurtaux 5.5, Danilo 5.5, Domizzi 6; Basta 5, Pereyra 5, Allan 6, Yebda 5.5 (70′ L.Muriel 6), Gabriel Silva 5.5; Fernandes 5; Di Natale 5.5 (81′ Nico Lopez sv). A disp.: Brkic, Widmer, Jadson, Pinzi, Zielinski, Maicosuel. All.: Guidolin
Juventus (3-5-2): Buffon 6; Caceres 6.5, Ogbonna 6, Chiellini 6.5; Lichtsteiner 6 (75′ Isla sv), Pogba 6, Pirlo 6.5, Marchisio 6.5, Asamoah 6.5; Llorente 6.5 (85′ Osvaldo sv), Giovinco 7.5 (82′ Vucinic sv). A disp.: Storari, Rubinho, Bonucci, Peluso, Padoin, Vidal, Tevez, Quagliarella. All.: Conte
Arbitro: Nicola Rizzoli
Marcatori: 16′ Giovinco, 26′ Llorente
Ammoniti: Heurtaux; Ogbonna, Lichtsteiner e Bonucci (J)
Note: Bonucci ammonito per proteste provenienti dalla panchina.
(immagine presa da: it.uefa.com)