Bookmaker Bonus Benvenuto Visita
Betnero Bonus Scommesse del 100% fino a 70€ Info Bonus
Betway Fino a 100€ Bonus Benvenuto Scommesse sul Primo Deposito Info Bonus
Casinomania Bonus Scommesse del 100% fino a 50€ Info Bonus
888sport Bonus Sport del 100% fino a 25€ sulla Prima Ricarica Info Bonus
SNAI Bonus Sport 300€ + Bonus Casino 300€ Info Bonus
William Hill Triplo Bonus Scommesse da 300€ – Codice: ITA300 Info Bonus

Fortunosa vittoria degli orobici a Milano, una doppietta del numero dieci condanna l’Inter, ancora una volta battuta da una delle sue principali bestie nere.

 

Non c’è niente da fare: nella storia recente del campionato quando le due squadre nerazzurre della Serie A si affrontano se c’è qualcuno che festeggia a fine partita è chi viene da Bergamo. È infatti dal 24 aprile 2010 che l’Inter non riesce a prevalere sull’Atalanta, per la terza stagione consecutiva imbattuta e come l’anno scorso corsara in trasferta, se undici mesi fa la Dea era passata al termine di un pirotecnico 3-4 dove più che la tripletta di Denis si ricorda l’imbarazzante arbitraggio di Gervasoni (a oggi non si è ancora capito cosa abbia fischiato sul rigore…) stavolta è un 1-2 nel quale la buona sorte ha avuto un contributo notevole, soprattutto nel secondo tempo. L’Inter ha preso i pali, l’Atalanta ha fatto i gol, questa la sintesi più semplice dell’incontro di questo pomeriggio, una partita equilibrata fino all’intervallo salvo poi diventare un monologo casalingo nella ripresa, prima dell’incredibile serie di eventi che hanno caratterizzato la fine. A un certo punto sembrava quasi che sulla porta di Consigli ci fosse un vetro, mentre invece di certo non c’era nulla sotto le gambe di Handanovic al momento del colpo di testa vincente di Bonaventura nell’episodio decisivo del match. L’Inter, per l’ennesima volta, ha sprecato abbastanza e soprattutto è mancata quando sarebbe servito il definitivo salto di qualità: poteva conquistare il record stagionale di vittorie consecutive (tre) e aumentare l’imbattibilità della propria porta, invece torna a perdere davanti al pubblico amico dopo quasi sei mesi e fallisce la possibilità di riaprire una flebile speranza per il terzo posto, considerata la sconfitta del Napoli contro la Fiorentina. Eppure Mazzarri era arrivato a questa sfida con una serenità che non si vedeva da diverso tempo: quasi due mesi di striscia positiva, possibilità di essere quarti per qualche ora, buona condizione fisica e, cosa mai successa in tutta l’annata, una discreta profondità di rosa da cui attingere per la formazione: gli undici scelti per cominciare sono gli stessi della vittoriosa trasferta di Verona, potendo però contare su diverse alternative in panchina, da Kovacic a Milito passando per i rientranti Álvarez e Nagatomo. Colantuono deve fare i conti con la squalifica di Benalouane, fuori per tre turni con la prova televisiva dopo un pugno a un avversario nel secondo dei tre gol rifilati alla Sampdoria, al centro della difesa torna Mario Yepes mentre sulla destra a Raimondi viene preferito il rumeno Constantin Nica, al debutto da titolare.

PRIMO TEMPO
Sono di Fredy Guarín le prime due occasioni della partita, entrambe nei cinque minuti iniziali, il colombiano va al tiro sia col destro sia col sinistro non trovando la porta, bella però la giocata con cui si libera per calciare col mancino, palla in questo caso alta di poco. Sembrava dovesse essere l’Inter ad avere l’approccio migliore e invece è l’Atalanta a prendersi il campo, Handanovic deve salvare su un inserimento dalle retrovie di Stendardo e successivamente su un destro da poco dentro l’area di Cigarini, al quale è mancata la precisione perché il tiro è centrale seppur insidioso. Al 17′ cross di Del Grosso a centro area, Denis anticipa Rolando e di testa colpisce la traversa, andando a un passo dall’ottavo centro personale contro l’Inter. Per rivedere i padroni di casa bisogna aspettare metà tempo, quando Icardi viene lanciato sul filo del fuorigioco, ci sarebbe Palacio in mezzo ma il centravanti è leggermente defilato e non può servirlo, Consigli esce e di piede respinge il tentativo del numero nove. Bonaventura scalda il destro con un tentativo da fuori che si abbassa pericolosamente all’ultimo e sfiora l’incrocio dei pali, il gol lo trova sull’azione successiva, al 35′, su contropiede originato da una palla banalmente persa da Campagnaro con un errato rinvio a centrocampo, Maxi Morález si invola da solo nelle praterie della difesa avversaria e cambia gioco sulla sinistra, Giacomo Bonaventura controlla e spiazza la difesa interista, destro secco sul primo palo dal limite e Atalanta in vantaggio. Secondo gol consecutivo per il numero dieci orobico, già in rete domenica scorsa contro la Sampdoria, la gioia atalantina dura solamente settantatré secondi perché basta mettere palla al centro per vedere l’Inter riportarsi in avanti e pareggiare, Guarín verticalizza subito per Mauro Icardi che entra in area, salta Yepes e fa secco Consigli rimettendo immediatamente in parità l’incontro. Prima volta nel tabellino dei marcatori per l’argentino partendo da titolare, gli altri tre gol di questo campionato erano tutti arrivati da subentrato, inevitabile la dedica a Wanda Nara con una maglietta mostrata nell’esultanza. All’intervallo si va dopo un cambio nelle file ospiti, Maxi Morález è costretto ad abbandonare il campo per infortunio, dentro Brienza.

SECONDO TEMPO
Nessun ulteriore cambio dopo l’intervallo, stavolta l’Inter prende con decisione le redini della partita e comincia a mitragliare la porta di Consigli, bravo in tuffo su un tiro di Jonathan e fortunato quando il destro forte di Guarín da fuori lo supera scheggiando la parte alta della traversa, il computo dei legni è pareggiato ma solo per poco, al 60′ infatti, su invito di Jonathan, Palacio cerca ancora il colpo di testa acrobatico, portiere scavalcato e palla sul palo con un difensore atalantino bravo ad arrivare per primo sulla respinta evitando ulteriori pericoli. È un assedio, Mazzarri prova la carta Álvarez e l’argentino, tre reti all’Atalanta nelle ultime due uscite, si rende pericoloso con una progressione di trenta metri chiusa con un tocco leggermente troppo lungo per Palacio, ci prova pure Hernanes con un destro fuori di poco. Passano i minuti e l’Inter attacca senza sfondare, l’Atalanta sembra non avere troppe energie ma riesce a difendersi senza troppa confusione, in quanto tutti i cross interisti sono imprecisi, o lunghi o direttamente sul portiere, e nelle azioni palla a terra è difficile superare il muro composto dai tanti uomini in maglia grigia. La proiezione offensiva per cercare il 2-1 è inevitabile che lasci qualche buco dietro, all’87’ ne approfitta Estigarribia involandosi sulla destra, assist arretrato verso il centro dove Denis fa velo per favorire Brienza, conclusione a botta sicura e miracolo di Jonathan che salva sulla linea con Handanovic fuori causa. Il brasiliano subito dopo si butta in avanti e viene servito da Guarín solissimo in area, pallonetto a scavalcare Consigli e traversa con rimbalzo oltre la linea, Icardi prende il rimbalzo e batte anche lui convinto di fare gol ma non fa i conti con Raimondi che si immola e devia il pallone sul palo, quarto legno di giornata per l’Inter, ora sfortunatissima. A rendere l’epilogo della partita imprevedibile ci pensa una punizione, generosa, fischiata a Nagatomo sulla linea laterale nell’ultimo minuto prima del recupero: Baselli batte sul secondo palo, nessuno marca Giacomo Bonaventura, colpo di testa nemmeno troppo angolato e Handanovic si fa sorprendere facendoselo passare sotto le gambe. Doppietta e quarto gol nelle ultime quattro sfide del centrocampista in forte rampa di lancio per una convocazione ai Mondiali, l’Atalanta così sbanca di nuovo il Meazza anche perché, all’ultimo respiro, Nagatomo incredibilmente non calcia solo in area tentando un improbabile cross in mezzo.

Aumenta a sei la striscia di partite senza sconfitte per l’Atalanta contro l’Inter, frutto di tre vittorie e altrettanti pareggi, per ritrovare una doppia affermazione bergamasca a Milano bisogna risalire addirittura al secondo dopoguerra, con uno 0-1 del 1946 e uno 0-3 del 1948. Per Colantuono l’imbattibilità è addirittura superiore, il tecnico romano ha infatti perso soltanto una volta nei nove precedenti personali, il 23 dicembre 2006, questo basta e avanza per ritenere la coppia un vero e proprio tabù per l’Inter. Classifica atalantina abbastanza tranquilla ora, con la conquista della fatidica quota quaranta punti che vuol dire salvezza, nel turno infrasettimanale a Bergamo arriverà il Livorno. Dopo quattro vittorie e due pari si ferma la marcia interista, stop amaro non soltanto per come è arrivato quanto per le ripercussioni in classifica, con l’aggancio al quinto posto da parte del Parma (che deve ancora recuperare la gara contro la Roma) e la perdita di tre punti nei confronti della Fiorentina, per riprendere la corsa all’Europa League servirà un successo nel posticipo di giovedì sera contro l’Udinese.

IL TABELLINO
Inter (3-5-2):
Handanovic; Campagnaro (82′ Kovacic), Ranocchia, Rolando; Jonathan, Guarín, Cambiasso (61′ R. Álvarez), Hernanes, D’Ambrosio (71′ Nagatomo); Icardi, Palacio. Allenatore: Mazzarri
Atalanta (4-4-1-1): Consigli; Nica (75′ Raimondi), Stendardo, Yepes, Del Grosso; Estigarribia, Cigarini (86′ Baselli), Carmona, Bonaventura; Maxi Morález (38′ Brienza); Denis. Allenatore: Colantuono
Arbitro: Piero Giacomelli di Trieste (Nicoletti – Stallone; Iannello; Mariani – Saia)
Reti: 35′, 90′ Bonaventura (A), 36′ Icardi
Ammoniti: Nica, Cigarini, Stendardo, Consigli (A)

[Immagine presa da repubblica.it]