La settimana nerissima dell’Inter si chiude con la terza sconfitta in sette giorni: persino il Bologna, che non aveva mai vinto fuori casa in stagione, riesce a violare il Meazza e ora per Spalletti è crisi nerissima.
Quando c’è da farsi male da sola l’Inter è sempre in prima linea. Non bastava un punto con pochissimi tiri in porta nel girone di ritorno, non bastava l’eliminazione dalla Coppa Italia giovedì sera, non bastavano le voci su Antonio Conte e non bastava un ambiente che ribolliva già prima del fischio d’inizio: la squadra di Luciano Spalletti ha ben pensato di perdere anche contro il Bologna, che non vinceva in trasferta dal 2017 e ha trovato la solita serata di gloria che i nerazzurri ciclicamente ogni stagione regalano ad avversari in lotta per non retrocedere. È bastato un colpo di testa di Federico Santander per far partire col piede giusto la seconda esperienza in rossoblù di Siniša Mihajlović, uno che contro l’Inter ha sempre il dente avvelenato e che ha dato un grosso problema al suo collega in panchina, perché ora le voci su un addio anche anticipato aumenteranno a dismisura. I padroni di casa hanno dato l’impressione di poter giocare un mese, anziché novanta minuti più recupero, e non l’avrebbero mai recuperata (zero punti presi da posizione di svantaggio in questa Serie A), con Mauro Icardi fantasma di se stesso (meno pretese sul rinnovo e più presenza in area…), Radja Nainggolan fallimento ormai consacrato (alla pari di Antonio Candreva, che si è risparmiato i fischi all’uscita dal campo solo perché per disperazione è stato tolto nell’intervallo), Lautaro Martínez che si è ancora una volta mangiato un gol facile e Andrea Ranocchia incredibilmente piazzato come centravanti aggiunto per l’ultimo infruttuoso quarto d’ora (davvero non era utile comprare qualcuno entro il 31 gennaio anziché ridursi così?). È un’altra sconfitta che pesa tantissimo, perché ora inevitabilmente le avversarie si avvicineranno (non può sempre capitare che non ne approfittino) e pure la qualificazione alla prossima Champions League, obiettivo minimo stagionale, torna in discussione. Mentre il Bologna si avvicina alla salvezza e dimentica l’era Filippo Inzaghi con un successo che vale tanto come lancio.
PRIMO TEMPO
Erroraccio di Poli che dopo cinquanta secondi spalanca la porta a Icardi, ma il numero 9 riesce nell’impresa di mandare fuori e non di poco. Errore anche dall’altra parte con colpo di testa di de Vrij a favorire Orsolini, sinistro al volo con palla tenuta bassa e Handanović respinge, con la stessa situazione che si ripete poco dopo (su errore stavolta di Brozović) con battuta però da posizione più defilata e parata facile a terra, un minuto dopo (13’) cross da sinistra e colpo di testa di Santander sul fondo con la difesa ferma. Bruttissima Inter e dagli spalti iniziano ad alzarsi dei fischi tutt’altro che ingenerosi, soprattutto verso Nainggolan ancora una volta corpo estraneo, nel frattempo il Bologna a tratti fa quello che vuole soffrendo pochissimo, solo un colpo di testa a lato di Perišić largo su cross di Candreva al 20’. Ancora Santander ha la seconda palla per colpire, dopo un uno-due con Soriano Škriniar esce a caso e il paraguayano si ritrova solo davanti a Handanović, ma non angola troppo e fa fare bella figura al portiere. Prima chance sul fondo, seconda parata ma terza in gol: al 32’ corner di Pulgar sul primo palo e proprio Federico Santander di testa anticipa de Vrij e mette dentro. Il Meazza aumenta ulteriormente il volume del suo disappunto e l’Inter non fa nulla per zittire i fischi, anzi al 36’ Vecino spara alto un rigore in movimento su bella giocata di Dalbert e al 42’ Icardi (forse il peggiore) si mangia il secondo gol liberato davanti al portiere non riuscendo a saltare Skorupski.
SECONDO TEMPO
C’è subito Lautaro Martínez al posto di uno dei peggiori, Candreva, poco dopo nel Bologna alza bandiera bianca l’esordiente Lyanco (buon debutto) e dentro González. Skorupski esce male su un cross spiovente e Nainggolan prova il tiro al volo ma il portiere si salva in qualche modo. L’Inter resta stabilmente nella metà campo del Bologna ma non riesce a spingere, Lautaro Martínez come giovedì con la Lazio si mangia un gol nell’area piccola fallendo di testa su sponda da una rimessa laterale, ennesimo incredibile errore anche dell’argentino. Con Icardi che non si vede mai (solo al 71′, su palla sporca, ma Danilo devia quanto basta) Spalletti si inventa Ranocchia centravanti per gli ultimi undici minuti più recupero, e incredibilmente il numero 13 è l’unico pericoloso con una girata che Skorupski respinge, al Bologna basta aspettare il 95′ e festeggiare.
L’Inter è di gran lunga la peggiore squadra vista in Serie A in questo 2019, e sui nerazzurri inevitabilmente si apriranno enormi discussioni che coinvolgeranno tutti, peraltro alla vigilia di una trasferta delicatissima col Parma appena capace di rimontare due gol alla Juventus. Il Bologna va a -1 dal quartultimo posto e ora è tutto di nuovo in discussione, con lo scontro diretto col Genoa che potrebbe tirare fuori i felsinei dalla zona retrocessione.
INTER-BOLOGNA 0-1 – IL TABELLINO
Inter (4-2-3-1): Handanović; Cédric Soares (78′ Ranocchia), de Vrij, Škriniar, Dalbert; Vecino, Brozović; Candreva (46′ Martínez), Nainggolan (68′ João Mário), Perišić; Icardi. Allenatore: Spalletti
Bologna (4-3-3): Skorupski; Mbaye, Danilo, Lyanco (49′ González), Dijks; Soriano, Pulgar, Poli; Orsolini, Santander (87′ Destro), Palacio (73′ Krejčí). Allenatore: Mihajlović
Arbitro: Fabrizio Pasqua della sezione di Tivoli (Bindoni – Mondini; Giua; VAR Massa; A. VAR Meli)
Rete: 33′ Santander
Ammoniti: Mbaye, Danilo (B), Vecino (I)
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