Bookmaker Bonus Benvenuto Visita
Betnero Bonus Scommesse del 100% fino a 70€ Info Bonus
Betway Fino a 100€ Bonus Benvenuto Scommesse sul Primo Deposito Info Bonus
Casinomania Bonus Scommesse del 100% fino a 50€ Info Bonus
888sport Bonus Sport del 100% fino a 25€ sulla Prima Ricarica Info Bonus
SNAI Bonus Sport 300€ + Bonus Casino 300€ Info Bonus
William Hill Triplo Bonus Scommesse da 300€ – Codice: ITA300 Info Bonus
DIAO COMO

Dall’infanzia a Badajoz ai campi del Como: il ritratto di un talento precoce tra famiglia, sacrifici e dribbling da predestinato

La Gazzetta dello Sport ha raccolto le parole di Julian Lopez, primo allenatore di Assane Diao ai tempi del Flecha Negra, club giovanile spagnolo. Un’intervista che svela il lato più autentico e umano del giovane attaccante del Como, oggi promessa del calcio europeo.

Lopez ricorda con affetto i primi passi di Diao, sottolineando il legame speciale con il fratello Usse: “Erano inseparabili, due trottole instancabili. Li prendevo in giro dicendo che avevano più polmoni degli altri, e loro ridevano, alzandosi la maglia per mostrarmi che era tutto normale”. Un aneddoto che racconta la spensieratezza e la complicità tra i due fratelli, cresciuti in una famiglia molto unita. “Sono nati in Senegal, ma Badajoz è casa loro. Assane era più disciplinato, mentre Usse aveva bisogno di qualche attenzione in più”, aggiunge Lopez.

Il tecnico ricorda in particolare un torneo giovanile di altissimo livello, con squadre come Real Madrid, Barcellona e Siviglia. “Assane era dominante. Partiva da regista ma copriva tutto il campo. Il dribbling era la sua firma, lui e il fratello si sfidavano non sui gol, ma su quanti avversari riuscivano a saltare. Eppure, non faceva mai un dribbling di troppo: prima di tutto veniva il rispetto per i compagni”.

Un episodio in particolare è rimasto impresso nella memoria di Lopez: “Prima di una semifinale, mi accorsi che non stava bene. Aveva la febbre e mal di stomaco. Ma non voleva saltare la finale per nulla al mondo. Mi disse: ‘Fammi provare. Se non ce la faccio, mi sostituisci’. Alla fine fu il migliore in campo, segnò e servì assist. Quando si mette qualcosa in testa, è impossibile fermarlo”.

Julian Lopez non ha dubbi sul talento e sulla determinazione di Diao: “Mandiamo tanti ragazzi ai club professionistici, ma lui era diverso. Un predestinato. Ero sicuro che qualcuno lo avrebbe preso subito”.

Un racconto che va oltre il campo, restituendo l’immagine di un ragazzo determinato, umile e legato ai valori familiari. Oggi Diao è una delle sorprese del Como, ma le sue radici raccontano già una storia da campione.