Dopo quarantanove partite e cinquecentotrentotto giorni cade la Juventus, nella partita più sentita da società e tifosi, il derby d'Italia contro l'Inter.
Crolla contro l'avversario di sempre, prima squadra professionistica capace di violare lo Juventus Stadium, terreno che prima d'ora era stato sempre favorevole alla squadra di casa in tutte le competizioni, e crolla perché l'Inter ha fatto molto di più della Juve. Impresa da libro di storia per la squadra di Stramaccioni, che non solo si potrà vantare di essere stata appunto la prima a vincere sul nuovo impianto bianconero, ma anche di aver ripreso e stravinto un match che dopo pochissimi secondi di gioco sembrava già segnato verso la direzione opposta, con quel gol di Vidal che faceva tanto recriminare per la posizione di fuorigioco dell'assistman Asamoah, un po' come successo Domenica scorsa a Catania sempre sul gol del cileno (in quel caso era stato Bendtner in offside). Uno svantaggio del genere avrebbe buttato giù persino un toro, ma la rimonta e il predominio del secondo tempo sono stati un segnale da non sottovalutare per il campionato, perché se da questa serata bisogna prendere un episodio (e non uno dei tanti negativi e da censurare) questo deve essere il vento che cambia, la Juve imbattibile su tutti i fronti che si fa raggiungere e sorpassare da un avversario cinico e spietato, che colpisce al momento giusto e che sfrutta le pochissime disattenzioni di Pirlo e soci, errori che capitano di rado e che molto spesso, nelle partite precedenti, non sono stati sfruttati a dovere. Si parlerà tanto di questo derby d'Italia numero duecentodiciotto, il centoottantacinquesimo in campionato, molte parole saranno inevitabilmente spese per i disastri arbitrali che hanno rischiato di rovinare un match attesissimo e seguito in tutto il mondo, ma c'è da fare anche un applauso alla prova di forza dell'Inter, che ha minato le certezze di una Juve padrona del campo nel primo quarto di gara e che all'intervallo si trovava in vantaggio e in controllo dell'incontro, con i nerazzurri che ora possono fregiarsi del ruolo di contendente per il titolo, non potendo ormai più nascondersi sotto parole di circostanza per sminuire la striscia positiva avviata dopo la sconfitta casalinga contro il Siena. Proprio in seguito a quello 0-2 del Meazza Stramaccioni aveva cambiato modulo, inserendo la difesa a tre abbandonata solo momentaneamente Mercoledì scorso per la squalifica di Juan Jesus, che torna a comporre il pacchetto arretrato con i confermatissimi Ranocchia e Samuel, Gargano in mezzo viene preferito a Guarín ma la mossa che fa più sensazione è quella del tridente dal primo minuto, giocano tutti e tre, Cassano, Milito e Palacio, segnale forte di voler aggredire la Juve nel suo campo. Conte e Alessio confermano invece il 3-5-2, importante il rientro di Marchisio a centrocampo (non c'è Pogba, match winner contro il Bologna nel recupero) e davanti, assieme al titolarissimo Vucinic, il prescelto per chiudere la coppia d'attacco è Giovinco, con Quagliarella che si riaccomoda in panchina dopo aver fatto gol nell'ultima gara di campionato (viceversa l'ex Parma è a secco da oltre un mese). Arbitra Tagliavento, designazione che nella giornata di Venerdì aveva suscitato reazioni contrastanti e che nel corso della partita vedrà gli scettici rafforzare il proprio disappunto.
PRIMO TEMPO
Si può paragonare questa partita alla finale dei Mondiali del 1974, Germania Ovest-Olanda 3-1, e non solo per il risultato: in quella occasione i tedeschi toccarono il loro primo pallone dopo quasi un minuto e mezzo, raccogliendo dalla porta il rigore di Neeskens del momentaneo 0-1. A Torino succede praticamente lo stesso, con la Juve che batte il calcio d'inizio, tiene palla per una decina di secondi, verticalizzazione immediata e tocco per Asamoah che parte sulla sinistra sfidando Samuel, sinistro che dovrebbe essere un tiro ma diventa un assist perfetto per Vidal che sul secondo palo di destro fa 1-0, dopo diciotto secondi è già vantaggio lampo bianconero ed esplode lo Juventus Stadium, ovviamente esaurito in ogni ordine di posto, per il quarto gol del cileno in campionato, il sesto stagionale contando anche quelli realizzati a Londra contro il Chelsea e a Pechino contro il Napoli. Non se ne accorge nessuno dell'Inter nell'immediato, ma Asamoah era in nettissimo fuorigioco, quasi un metro, e la clamorosa svista del primo assistente Preti viene segnalata in mondovisione pochi secondi dopo dai replay televisivi, facendo così scoppiare le polemiche che quasi subito si riversano in campo, con Stramaccioni che discute con il quarto uomo e Juan Jesus che si avvicina al guardalinee incriminato (pare che Preti poi abbia ammesso l'offside, e allora non si capisce ancora di più perché non abbia alzato la bandierina). L'Inter è palesemente scossa dall'episodio e va in completa confusione, tattica e mentale, la Juve sguazza a meraviglia nello shock nerazzurro e si installa nella trequarti avversaria, con Pirlo e Asamoah indemoniati e in grado di poter fare ciò che vogliono, con attacchi che si susseguono a ripetizione già dal 3' (cross di Giovinco sul quale non arriva nessuno) e che hanno come protagonista assoluto Marchisio, che ha due palle gol in fotocopia per raddoppiare (taglio centrale su imbeccata di Pirlo con la difesa dell'Inter ferma a guardare) ma la prima se la fa stoppare da Handanovic in uscita e la seconda la sciupa calciando debolmente e rendendo così troppo facile la presa del portiere sloveno. Si desta l'Inter con dieci minuti di ritardo rispetto al calcio d'inizio con un tentativo di Cambiasso alto di poco, ci sarebbe anche il gol del pari, un bel colpo di testa di Palacio, ma viene annullato per offside del numero otto: anche questo c'era, ma molto meno netto, grande chiamata dell'altro assistente Marzaloni che si rende conto che l'argentino era avanti con la testa. Al 20' Cassano sfiora con un destro dal vertice sinistro dell'area il gol del pari ma manda sul fondo di un niente, sembrerebbe che ci sia un timido risveglio interista ma parlare di temi tecnici e tattici in questa partita è molto difficile, perché con troppa frequenza bisogna segnalare topiche arbitrali, allucinante quella del 34' quando Lichtsteiner, già ammonito, commette un duro fallo su Palacio nei pressi della linea del fallo laterale e l'arbitro Tagliavento, mal assistito ancora una volta dal guardalinee Preti che era lì davanti, non se la sente di tirare fuori dal taschino quello che sarebbe stato un sacrosanto secondo cartellino giallo, rimanendosene sulle sue a centrocampo e scatenando l'ira dei disperati giocatori nerazzurri, che si sentono defraudati di un gol e di una superiorità numerica. Inutile dire che Conte e Alessio, bravi a leggere la partita e a capire che il loro difensore aveva rischiato grosso e non poteva più rimanere in campo, levano lo svizzero alla prima occasione utile, sostituendolo con Martín Cáceres ed evitando guai peggiori. Intanto altro errore drammatico di Preti: Giovinco calcia dal limite mandando sul fondo ma lui stavolta alza la bandierina per segnalare un fuorigioco che incredibilmente non c'è, e per di più c'era stata una deviazione da parte di un giocatore interista che poteva essere interpretata come una giocata e che quindi l'avrebbe rimesso in gioco comunque: sembra quasi che segnali a casaccio. Al 45' ultima occasione di un concitato primo tempo ancora per Vidal, che dopo aver aperto la frazione la chiude con un destro dal limite che Handanovic devia in angolo su dormita di Nagatomo che si ferma e Juan Jesus che si muove con ritardo.
SECONDO TEMPO
Fuori Vucinic, dolorante già da metà primo tempo, e dentro Bendtner nella Juventus, mentre Stramaccioni conferma gli undici che avevano iniziato la gara. Al 50' l'ex Bonucci (debuttò da professionista proprio in nerazzurro, il 14 Maggio 2006 a Cagliari, giorno in cui la Juve festeggiò il famoso campionato poi revocato e assegnato a tavolino all'Inter oggetto di infinite discussioni) prende palla a metà campo e avanza senza ostacoli, riuscendo anche ad andare al tiro con Handanovic che respinge corto e Samuel che allontana prima che arrivi un giocatore bianconero, dall'altra parte invece contropiede Milito-Palacio con quest'ultimo ben servito sulla destra che calcia alto sopra la traversa della porta difesa da Buffon, occasione bissata due minuti dopo da una bella serpentina di Nagatomo sulla sinistra che si conclude con un tiro respinto dal portiere della nazionale. L'Inter si fa preferire in avvio di ripresa ma non riesce a colpire, finché su una punizione battuta corta da Cassano c'è la sponda di Cambiasso per Milito che può calciare ma viene ostacolato da Marchisio, che lo tiene per la maglia da quando è in barriera e non lo molla più. Tagliavento inizialmente non fa nulla, i giocatori dell'Inter sono sconcertati e increduli, poi però fischia rigore dopo aver probabilmente ricevuto l'indicazione da Orsato, giudice di linea. Dal dischetto Milito calcia un penalty non bello, non angolato e non forte, ma Buffon resta fermo e la palla entra: anche l'altro gol dell'argentino alla Juve era stato realizzato dagli undici metri, ma in uno Juventus-Genoa 4-1 del 2008 a risultato ampiamente acquisito. Dopo il pareggio la partita diventa una vera e propria battaglia, con scontri di gioco più o meno duri (e più o meno segnalati dall'inadeguato arbitro) e duelli all'ultimo colpo fra i ventidue in campo, occasioni da gol si segnalano quelle di Pirlo (punizione dalla sinistra allontanata di pugno da Handanovic) e di Cambiasso (cross di Palacio da destra, rifinitura di Milito per l'accorrente centrocampista e prodigio di Cáceres che in scivolata lo contrasta al momento del tiro e salva i suoi), fino al minuto settantacinque, quello che segna la svolta della partita e forse dell'intero campionato: Vidal serve Pirlo con un suggerimento lento e prevedibile, si inserisce il nuovo entrato Guarín che si prende di forza il pallone e parte in progressione inseguito dal centrocampo juventino, al limite dell'area fa partire un destro in diagonale sul secondo palo, Buffon respinge ma sulla ribattuta si avventa Milito che implacabile butta dentro il gol del sorpasso interista. Doppietta da sogno, l'Inter è avanti con il settimo gol stagionale del bomber argentino, lanciato in seconda posizione nella classifica cannonieri e dietro solo a El Shaarawy, arrivato a quota otto dopo aver segnato ancora una volta con il Milan, nel 5-1 del pomeriggio sul Chievo. La Juve, già in difficoltà dall'ora di gioco, adesso è in crisi, addirittura Cáceres viene richiamato in panchina per mettere dentro Quagliarella (inserimento tardivo, visto il poco e niente combinato da Giovinco e Bendtner), l'assalto dei padroni di casa porta a un bel tiro da fuori di Pirlo sul quale Handanovic vola per negargli il 2-2 e soprattutto una chance d'oro per Bendtner, che approfitta di uno sciagurato retropassaggio orizzontale di Gargano dentro l'area e cerca il tiro dalla linea di fondo (quasi come un gol famoso di Vieri nel 97-98 con l'Atlético Madrid) ma il suo pallonetto attraversa tutto lo specchio e viene controllato dalla difesa nerazzurra prima che poi esca fuori. La terza palla gol per la Juve è con Quagliarella che conclude fuori di pochissimo, ma la partita si chiude a un minuto dal 90' quando l'Inter parte in contropiede e colpisce ancora, con un immenso Guarín che recupera palla quasi nella sua area e avanza fino al centrocampo, vede Nagatomo tutto solo dalla sinistra e lo serve, il giapponese ci arriva con un po' di ritardo ma ha campo e spazio, conclude trovando l'opposizione di Barzagli ma è bravo e caparbio a tenere il possesso, prima poi di servire un assist geniale per Palacio, tenuto in gioco da Asamoah, che controlla e di punta batte Buffon che sfiora ma non può impedire al pallone di entrare in rete. Scorrono qui i titoli di coda su un derby d'Italia ricchissimo di contenuti, con la gioia incontenibile dei giocatori dell'Inter e il quarto gol di Palacio nelle ultime cinque partite, che mette il sigillo su una vittoria da incorniciare.
Juve battuta ma sempre prima, anche se ora l'Inter è a solo una lunghezza di ritardo, e nelle gare della Domenica pomeriggio potrebbero accorciare anche Napoli e Lazio, comunque più attardate. Questa sconfitta per la squadra di Conte però può avere brutte ripercussioni, perché gran parte della striscia di quarantanove risultati utili consecutivi era stata fatta, soprattutto nella scorsa stagione, sull'onda dell'entusiasmo dovuto all'imbattibilità, e adesso bisognerà vedere come reagiranno i bianconeri alla prima sconfitta stagionale, cosa mai accaduta nell'ultimo anno e mezzo contando che l'unica partita persa nel 2011-2012 fu all'ultima gara dell'annata, la finale di Coppa Italia contro il Napoli. Entusiasmo che invece non finisce in casa Inter, questa è la nona vittoria consecutiva (settima in campionato, nona su undici gare di Serie A disputate) ed è il successo più prestigioso, perché fatto sul campo della capolista e perché determinante per dare uno scossone alla classifica. I tre punti contro la Juventus mancavano da Aprile 2010, un 2-0 firmato da un gol straordinario di Maicon e dal raddoppio di Eto'o nel finale, mentre per trovare l'ultimo successo a Torino bisogna risalire al 2008 in generale (Gennaio, 2-3 in Coppa Italia con doppietta di Balotelli) e persino al 2005 in campionato (0-1 gol di Cruz, si giocava addirittura ancora al Delle Alpi). Curioso il fatto che questo 1-3 sia la fotocopia di un'altra partita vinta all'undicesima giornata, quella del 29 Novembre 2003 decisa da una doppietta del solito Cruz e dai gol di Martins e Montero, anche lì la Juve era imbattuta in campionato ma l'Inter all'epoca di Zaccheroni era in una situazione più difficile rispetto a quella attuale. Settimana di coppa adesso per le due squadre, con la Juventus impegnata in Champions contro il Nordsjælland Mercoledì e l'Inter ventiquattro ore dopo a Belgrado contro il Partizan, ma non ci sono dubbi che la fase di avvicinamento a queste partite sarà segnata dalle discussioni sul derby d'Italia.
IL TABELLINO
Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (38' Cáceres, 78' Quagliarella), Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Giovinco, Vucinic (46' Bendtner). Allenatore: Alessio (Conte squalificato)
Inter (3-4-3): Handanovic; Ranocchia, Samuel, Juan Jesus; Zanetti, Gargano, Cambiasso, Nagatomo; Cassano (69' Guarín), Milito (80' Mudingayi), Palacio. Allenatore: Stramaccioni
Arbitro: Paolo Tagliavento di Terni (Preti – Marzaloni; Barbirati; Orsato – Banti)
Reti: 1' Vidal (J), 59' rig., 76' Milito, 89' Palacio
Ammoniti: Lichtsteiner, Pirlo, Chiellini, Barzagli (J), Samuel, Zanetti (I)
[Immagine presa da footballnews.it]