Il CEO della Lega Serie A lancia un appello per modernizzare il calcio italiano: investimenti nei contenuti digitali, rinnovamento degli stadi e attenzione ai giovani
Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, è intervenuto durante la presentazione dei 100 candidati al Golden Boy 2025 a Solomeo, in Umbria, sottolineando la necessità di una trasformazione profonda del calcio italiano per affrontare le sfide del presente.
“Il mondo del calcio è cambiato – ha spiegato –. L’offerta è ormai vastissima, le piattaforme sono molteplici e i social media sottraggono tempo e attenzione alla televisione tradizionale. In questo contesto, la Serie A deve rientrare tra i prodotti essenziali, quelli che le persone scelgono di seguire ogni giorno. Per farlo, servono investimenti superiori al passato e una visione internazionale”.
Secondo De Siervo, è fondamentale che la Lega diventi un punto di riferimento quotidiano per i tifosi, non solo durante le partite. “Vogliamo essere presenti ogni giorno sui dispositivi di chi ama il calcio. Dobbiamo intercettare i giovani tra i 6 e i 12 anni, perché è lì che nasce la passione. Serve una produzione costante di contenuti, anche per attrarre pubblico estero e garantire interesse nel lungo periodo”.
A testimonianza della qualità del campionato italiano, De Siervo ha citato il New York Times, che ha definito la Serie A “il campionato più interessante al mondo”. “Con sorpassi, controsorpassi e una lotta aperta tra tante squadre, siamo unici. Negli ultimi sei anni abbiamo avuto vincitori diversi: questo è un valore”.
Sul piano spettacolare, ha sottolineato il coinvolgimento emotivo delle città: “La festa di Napoli è stata straordinaria. Gli americani impazziscono per questo tipo di passione autentica, che da loro manca. È un asset fondamentale per attrarre investitori”.
Tuttavia, De Siervo ha ammesso che la contemporaneità delle partite, come nella penultima giornata, penalizza gli ascolti: “È suggestiva, ma dimezza l’audience rispetto allo ‘spezzatino’. Andrà fatta solo in rare occasioni”.
Infine, ha affrontato il nodo stadi: “Sono i più vecchi d’Europa, con 75 anni di media. Servono strutture moderne per offrire un’esperienza all’altezza. In Germania, grazie ai Mondiali 2006, hanno rinnovato tutto. Noi dobbiamo fare lo stesso. Lo stadio è parte dello spettacolo, come dimostra il modello inglese”.