L'Udinese vince 2-1 al Meazza, ritrovando quel successo che mancava da oltre un mese, e il tecnico bianconero dà un grosso dispiacere alla sua ex squadra, sprofondata nella parte destra della classifica.
Più vicina alla zona retrocessione che al terzo posto. Per descrivere alla perfezione il fondo del barile toccato questa sera dall'Inter il dato puro e semplice della classifica riassume al meglio quanto in questo momento la formazione nerazzurra sia in una situazione critica. Sempre più in basso, di nuovo battuta in casa, a secco di vittorie in campionato da fine ottobre e crollata nella ripresa nonostante un primo tempo accettabile chiuso in vantaggio. Contro Milan (seppur dopo un lungo momento di sbandamento), Dnipro e Roma (due volte pur venendo lo stesso sconfitta) l'Inter aveva avuto una reazione ai gol subiti, stavolta si è afflosciata e ha permesso all'Udinese di capovolgere il risultato senza mai abbozzare un sussulto o voler provare a riprendere i friulani. Adesso non ci sono più alibi: l'allenatore è cambiato, il modulo pure e l'ambiente non è più così ostile come un mese fa, ma i risultati continuano a non arrivare e la zona Champions si allontana ulteriormente, pertanto adesso le responsabilità cadono tutte sui giocatori, specialmente su chi continua a dimostrare di non reggere la pressione e dovrà essere valutato molto bene in vista del mercato di gennaio, dove Thohir dovrà per forza di cose fare operazioni non banali. La difesa va in difficoltà su giocate apparentemente banali, il centrocampo funziona a intermittenza ed è troppo compassato e orizzontale, l'attacco va benino ma presenta uno dei punti interrogativi maggiori, Rodrigo Palacio, a secco da sette mesi, nullo pure come apporto in area di rigore e stasera pure nocivo per via del retropassaggio killer che ha aperto un'autostrada per l'1-2 a Théréau. Mancini, al suo vero nuovo debutto casalingo, ha dovuto rifare i conti con il passato, e magari avrebbe voluto tanto avere a disposizione uno come Dejan Stankovic, seduto invece sull'altra panchina come vice di Andrea Stramaccioni: i due ex, entrambi applauditi e per niente ostili nelle dichiarazioni pre e post gara, hanno steso il loro passato riprendendosi la vittoria esterna, mai vista né a ottobre né a novembre, peraltro senza usufruire dei gol di Totò Di Natale, uscito poco dopo l'1-1 per lasciar spazio a Cyril Théréau, rivelatosi poi l'uomo partita. L'allenatore romano veniva dal mercoledì di Coppa Italia chiuso al 120' contro il Cesena e rispetto alla squadra che ha disputato due ore ne ha riproposti ben sei (ma due erano stati sostituiti nei tempi regolamentari), riportando ovviamente Di Natale al centro dell'attacco supportato da Bruno Fernandes, in gol durante la settimana, e il rientro tanto atteso del terzino destro Widmer. Inter col 4-3-1-2: Icardi era sicuro del posto già da sabato viste le parole di Mancini, accanto a lui non Osvaldo ma Palacio, per il resto gli altri sono quelli annunciati con Nagatomo nuovamente titolare.
PRIMO TEMPO
Per venti minuti si registrano solo chiamate degli assistenti per numerose posizioni di fuorigioco (tutte peraltro corrette) e un colpo di testa a lato di Heurtaux in un'insolita proiezione offensiva, poi improvvisamente l'Inter si sveglia e al 21' va a centimetri dal vantaggio, Guarín salta sulla destra un avversario e mette in mezzo, Kovacic controlla e in acrobazia col destro prende la traversa, si accende una mischia e Palacio dal limite dell'area piccola calcia verso la porta trovando l'opposizione di Heurtaux, immolatosi per difendere la propria porta. Lo scossone dato al montante sveglia i nerazzurri, molto più propositivi, Medel ci prova da lontano non andando così distante dai pali e in tutto il primo tempo l'Udinese si fa notare soltanto con un contropiede di Di Natale chiuso da un sinistro a giro terminato fuori. Al 44' il gol: Guarín guarda la porta dai trenta metri e finta il tiro, anziché provare il destro di potenza come suo solito serve un assist filtrante a Mauro Icardi, sinistro sul primo palo sull'uscita di Karnezis e 1-0. Primo gol sotto la gestione Mancini per l'argentino, in panchina domenica scorsa con la Roma, e Inter avanti all'intervallo in discreto controllo della partita.
SECONDO TEMPO
Stramaccioni sposta Allan più alto e l'Udinese guadagna metri, concedendo però ripartenze all'Inter che nonostante ciò non sfrutta un contropiede tre contro uno per un errore di valutazione madornale da parte di Dodô. Su corner da destra Di Natale sul secondo palo sfiora l'1-1, poco dopo l'attaccante napoletano sfrutta un buco di Juan Jesus e calcia a lato, anche la terza occasione in pochi minuti nasce da uno svarione difensivo, qui di Dodô sul cross di Allan, Di Natale la porta la prende ma trova Handanovic a sbarrargli la strada. Friulani molto più concreti e il gol è una naturale conseguenza, all'ora di gioco Bruno Fernandes controlla poco fuori dall'area di rigore e fa partire un magnifico destro a spiovere che si insacca sul secondo palo, nulla da fare per Handanovic e secondo gol in quattro giorni per il portoghese classe 1994 portato in Italia dal Novara per soli venticinquemila euro. L'Inter prova a rialzarsi ma si vede che non è serena, su un rimpallo la palla perviene a Kovacic che dal limite di destro manda sul fondo ma si tratta di un'azione casuale, la manovra è poco lucida e riempita da passaggi orizzontali o peggio ancora all'indietro, su uno di questi Palacio ha la terribile idea di appoggiare dietro verso Handanovic in maniera lenta, Cyril Théréau capisce e riceve palla, salta il portiere e di sinistro non ha problemi a mettere in rete. L'Udinese è avanti, ma questo gol l'ha regalato in maniera incredibile l'Inter, con Palacio che non solo non segna più ma fa segnare gli avversari. L'encefalogramma nerazzurro è piatto, segnala al massimo passaggi e cross sbagliati di diversi metri (soprattutto di un drammatico Nagatomo), in tutta la ripresa Karnezis non fa una parata e i friulani arrivano facilmente alla fine, avvicinandosi al tris con un tiro di Théréau bloccato da Handanovic (azione nata da palla persa da Kovacic).
L'Udinese non vinceva dal 26 ottobre, 2-0 sull'Atalanta, poi due pareggi e tre sconfitte prima dei tre punti di stasera, che in trasferta mancavano dallo 0-1 sulla Lazio datato 25 settembre. La squadra di Stramaccioni, che proprio perdendo al Meazza con i bianconeri per 2-5 aveva chiuso la sua avventura interista, raggiunge il Milan in classifica al settimo posto e si avvicina nuovamente alla zona europea dopo un mese di novembre piuttosto negativo. Continua a non funzionare nulla all'Inter, lasciata dietro dal Palermo e col rischio di essere raggiunta dal Verona, nel caso in cui il Chievo non dovesse perdere a Cagliari il terzultimo posto sarebbe davvero molto più vicino rispetto al terzo, e peraltro proprio con gialloblù sarà la prossima partita di campionato (lunedì 15) dopo l'ininfluente trasferta in Azerbaigian per l'Europa League: Mancini adesso deve svoltare senza se e senza ma.
IL TABELLINO
Inter (4-3-1-2): Handanovic; Nagatomo, Ranocchia, Juan Jesus, Dodô (89' D'Ambrosio); Guarín, Medel (89' Bonazzoli), Kuzmanovic; Kovacic; Palacio, Icardi (67' Osvaldo). Allenatore: Mancini
Udinese (3-5-1-1): Karnezis; Piris, Danilo, Heurtaux; Widmer, Agyemang-Badu, Guilherme, Allan (81' Pinzi), Pasquale; Fernandes; Di Natale (64' Théréau). Allenatore: Stramaccioni
Arbitro: Andrea Gervasoni della sezione di Mantova (La Rocca – Posado; Preti; Orsato – Di Paolo)
Reti: 44' Icardi (I), 60' Fernandes, 71' Théréau
Ammoniti: Dodô, Bonazzoli (I), Pinzi (U)
[Immagine presa da gazzetta.it]