Con una grande prestazione gli uomini di Mazzarri superano nettamente l’Udinese al Friuli, ottenendo quella vittoria in trasferta che mancava dallo 0-7 contro il Sassuolo.
Quella di questo pomeriggio a Udine doveva essere la partita spartiacque, dove o l’Inter faceva un buon risultato oppure si dovevano necessariamente cambiare gli obiettivi e rassegnarsi a un’altra stagione da comprimari. La necessità di risollevarsi fuori casa dopo diverse partite in cui il vantaggio era stato buttato via in maniera eclatante è servita come potente motivazione e sul campo si è vista una squadra di alto livello, capace di far fronte anche alle diverse assenze (sia quelle annunciate sia quelle maturate durante la gara) e di travolgere un avversario che in campionato aveva tenuto un ritmo casalingo portentoso, perdendo solo nel finale e con sfortuna domenica scorsa contro la Roma ponendo fine a un’imbattibilità che durava da oltre un anno. L’Inter ha sostanzialmente dominato dal primo all’ultimo minuto, una dimostrazione di forza per certi versi inattesa dopo più di una battuta a vuoto e la consapevolezza di giocare in un ambiente tradizionalmente ostico, dove giusto per fare un raffronto la scorsa stagione era crollata perdendo con il punteggio opposto aprendo la seconda disastrosa parte di campionato e la discesa verticale fino al nono posto. La sensazione è che pian piano stia crescendo una squadra vera, concetto da non sottovalutare essendo il punto d’inizio di tutti i cicli importanti, nonostante il pareggio della Roma è improbabile che l’attuale Inter possa lottare per il titolo (cosa che invece si pensava esattamente un anno fa quando espugnava lo Juventus Stadium per 1-3) ma a Mazzarri, bravo nel tirare fuori un successo del genere partendo dall’emergenza, basterebbe riavvicinarsi al gruppo Champions per porre le basi di una ripartenza che la nuova proprietà dovrà sostenere con scelte mirate e intelligenti. Certo, con un trascinatore fantastico come Palacio spesso tutto sembra più semplice, ma oggi l’argentino, pur risultando il migliore in campo, non è stato il solo a mettersi in luce: il redivivo Ranocchia, il prezioso Cambiasso, il sempre più determinante Álvarez e il finalmente di nuovo imbattuto Handanovic (prima volta che l’Inter non becca gol senza Campagnaro) sono stati i principali protagonisti del pomeriggio, spazzando via le tante difficoltà accusate nell’ultima settimana e facendo anche dimenticare i problemi offensivi, perché la cooperativa del gol nerazzurra è arrivata a undici marcatori diversi per un totale di ventisette reti, miglior attacco in solitaria. Da una parte la splendida prestazione dell’Inter, dall’altra l’irriconoscibile Udinese: una giornataccia per Guidolin e i suoi, mai in partita e con il punto interrogativo riguardante Di Natale, uscito a inizio ripresa per un problema muscolare, un’eventuale assenza del capitano e leader potrebbe essere una tegola non da poco per una squadra che ha dato ancora una volta l’impressione di avere poca qualità rispetto alle passate stagioni, sia per carenze di organico sia per giocatori dal rendimento al di sotto delle proprie possibilità (vedi Muriel). Guidolin è costretto a fare a meno di Basta, oggetto del desiderio proprio dell’Inter ma nemmeno convocato a causa di una contusione al torace, al posto del serbo fa il suo debutto assoluto in maglia bianconera l’esterno svizzero classe 1993 Silvan Widmer, davanti Muriel e Pereyra giocano a supporto dell’unica punta Di Natale, a centrocampo non c’è Pinzi per squalifica. Un’ecatombe la lista degli assenti in attacco per l’Inter: nell’elenco dei convocati figurano solamente Palacio e il Primavera George Puscas (nato l’8 aprile 1996), oltre allo squalificato Belfodil e all’infortunato Milito c’è da sommare l’ulteriore defezione di Mauro Icardi, alle prese con un principio di pubalgia che lo costringerà all’operazione. Nell’ormai rodato 3-5-1-1 spazio quindi a Guarín dietro alla punta rimasta Palacio, conferma per Samuel al centro della difesa ed esclusione per Rolando e Kovacic, quest’ultimo apparso in difficoltà nelle ultime uscite, mentre in porta ce la fa l’ex di turno Handanovic dopo il problema al fianco patito martedì a Bergamo. Prima convocazione per il capitano interista Javier Zanetti a poco più di sei mesi dal gravissimo infortunio al tendine d’Achille accusato a Palermo il 28 aprile, il numero quattro va però inevitabilmente soltanto in panchina.
PRIMO TEMPO
Piove a dirotto su Udine fin dal mattino e i teloni messi nelle ore antecedenti il match salvano solo in parte un terreno che all’avvio si presenta già in condizioni non ottimali, tnato che entrambe le squadre faticano a trovare i movimenti giusti nel primo quarto d’ora. A rompere l’equilibrio ci pensa una giocata a dir la verità molto confusa, con doppio errore di Naldo che all’inizio sembra favorire Cambiasso, poi subentra Guarín senza però riuscire a concludere pur arrivando sul pallone prima di Brkic. Poco dopo gran palla di Álvarez per Palacio e stavolta il difensore brasiliano Naldo, nella scorsa stagione ottimo nella gara del Meazza tra Inter e Bologna quando vestiva la maglia rossoblù, è bravo a chiudere l’angolo di tiro all’argentino con un intervento in scivolata, sempre tra il 15′ e il 20′ un errore di Danilo in uscita regala palla a Cambiasso che ha tanto spazio a disposizione e calcia dal limite trovando la risposta di Brkic che alza sopra la traversa. Ancora Inter al 23′, uno degli schemi classici di Mazzarri appare nuovamente sul campo, quello dell’azione avviata da un esterno e chiusa da quello opposto, stavolta è Jonathan a mettere in pallone dentro per Nagatomo, il giapponese si inserisce bene ma conclude malamente sul fondo. Il gol è però nell’aria e arriva al minuto venticinque: Jonathan si procura un’interessante punizione sulla trequarti, battuta di Taïder verso il centro dell’area, testa di Rodrigo Palacio e lo zero a uno è cosa fatta. Settimo centro in campionato per l’argentino, dietro solo a Cerci (otto) e Giuseppe Rossi (nove) in classifica marcatori. Le rimonte subite evidentemente hanno comportato un cambio di mentalità perché l’Inter non si ferma dopo il vantaggio e in quattro minuti trova il raddoppio che indirizza già dalla mezz’ora la partita in maniera definitiva, su calcio d’angolo di Cambiasso Brkic esce a vuoto e Andrea Ranocchia non perdona mettendo dentro con il destro nella porta sguarnita. Secondo gol stagionale per il criticato difensore ex Genoa, già a segno in Coppa Italia contro il Cittadella ma fuori dal tabellino dei marcatori in Serie A da una rete al Chievo di quasi nove mesi fa. Prova a reagire l’Udinese, scossa dall’uno-due incassato in pochi minuti, ma Di Natale non punge e Muriel, su mezzo errore di Samuel dovuto ai problemi fisici (aveva già chiamato il cambio, sarà sostituito dopo questa azione), si invola ma calcia addirittura in fallo laterale da dentro l’area di rigore, il tempo si chiude con una parata di Brkic su tiro deviato di Taïder, a confermare la netta supremazia degli ospiti in questa frazione.
SECONDO TEMPO
Si riparte con gli stessi ventidue che erano tornati negli spogliatoi per l’intervallo, prova a dare la carica il capitano Di Natale girandosi in un fazzoletto al limite dell’area ma sul suo destro Handanovic è superlativo e a mano aperta impedisce al suo ex compagno di squadra di accorciare le distanze. Il tiro del numero dieci bianconero, prima conclusione nello specchio dei friulani, è però un fuoco di paglia destinato a spegnersi subito, anche perché un infortunio muscolare lo toglie dalla contesa prima ancora dell’ora di gioco, l’ingresso dello svedese Ranégie cambia inevitabilmente i piani di Guidolin, costretto ad affidarsi al possente centravanti svedese ma perdendo ulteriormente in qualità, la cosa si nota in maniera lampante anche perché dietro la difesa balla costantemente, quando Guarín ruba palla a Badu sulla linea di fondo e crossa in mezzo il tris sembra materializzarsi ma Brkic sfiora il pallone quel tanto che basta per impedire a Palacio di fare doppietta. Una punizione abbastanza alta di Muriel risulta l’ultimo tentativo di una gara incolore per il colombiano, sostituito da Nico López, a dimostrare per l’ennesima volta quanto l’Udinese abbia faticato dal punto di vista tecnico c’è un successivo calcio piazzato che, senza i due attaccanti titolari, viene battuto dal centrale di difesa Danilo, il cui tiro risulta uno dei più brutti degli ultimi tempi, traiettoria a uscire quasi in orizzontale che termina in fallo laterale dalla parte opposta, un qualcosa di inguardabile. L’Inter controlla la gara, neanche gli infortuni di Jonathan (dentro Pereira) e Ranocchia (nuovo debutto per Andreolli) scalfiscono la prestazione nerazzurra, Guarín prende il palo con un tiro potente dopo essersi liberato di Domizzi sulla destra e nel finale arriva anche la ciliegina sulla torta quando nel primo dei cinque minuti di recupero Palacio viene lanciato in campo aperto, si porta addosso i residui della difesa friulana e serve a centro area un cioccolatino che Ricky Álvarez deve solo scartare con un sinistro semplice semplice a porta vuota. Secondo gol all’Udinese per il giocatore dal rendimento maggiore nell’Inter dopo Palacio, aveva già segnato con una splendida azione personale nell’ultima vittoria ospite prima di questo pomeriggio, l’1-3 del 25 aprile 2012, anche lì si era trattato della terza marcatura della sua squadra, questa però chiude il match una volta per tutte.
Era dal 22 settembre che l’Inter non vinceva in trasferta, la goleada sul Sassuolo a Reggio Emilia era stato l’ultimo successo esterno nonché l’ultima volta in generale che la porta era rimasta inviolata, il fatto di non aver subito gol è un dato da non sottovalutare viste le numerose assenze e i problemi occorsi ai centrali Samuel e Ranocchia a partita in corso. I nerazzurri tengono il passo del Verona, vittorioso sul Cagliari, e della Fiorentina sempre distante un punto dopo lo 0-2 sul Milan, il terzo posto è sempre distante sei punti perché Juventus e Napoli vincono entrambe ma domenica prossima avranno lo scontro diretto, mentre gli uomini di Mazzarri affronteranno Sabato il Livorno al Meazza. Seconda sconfitta consecutiva in casa per l’Udinese, qualche fischio arriva dalle tribune per il periodo non certo felice, la classifica non è ancora troppo brutta (più quattro sul terzultimo posto) ma sarà necessario un cambio di rotta a partire dalla prossima giornata con la trasferta di Catania, la scorsa stagione il 3-1 del Massimino sembrava poter chiudere in anticipo la stagione ma poi dopo quella sconfitta partì l’incredibile serie di risultati utili finali che consentì a Guidolin e i suoi di conquistare l’accesso all’Europa League.
IL TABELLINO
Udinese (3-4-2-1): Brkic; Naldo, Danilo, Domizzi; Widmer, Badu, Allan, Gabriel Silva; Pereyra (57′ Bruno Fernandes), Muriel (70′ N. López); Di Natale (57′ Ranégie). Allenatore: Guidolin
Inter (3-5-1-1): Handanovic; Ranocchia (81′ Andreolli), Samuel (37′ Rolando), Juan Jesus; Jonathan (68′ A. Pereira), Taïder, Cambiasso, R. Álvarez, Nagatomo; Guarín; Palacio. Allenatore: Mazzarri
Arbitro: Davide Massa di Imperia (Posado – Marrazzo; Manganelli; Orsato – Peruzzo)
Reti: 25′ Palacio, 29′ Ranocchia, 91′ R. Álvarez
Ammoniti: Ranocchia, A. Pereira, Juan Jesus (I)
[Immagine presa da inter.it]