Santiago Castro si racconta: il legame speciale con Bologna, il rapporto con i compagni e il tecnico Italiano, e le grandi ambizioni per il futuro tra nazionale argentina e Champions League.
In un’intervista a SportWeek, l’attaccante del Bologna, Santiago Castro, ha condiviso riflessioni sul rapporto con i compagni di squadra e sulla sua esperienza nella città emiliana. Castro ha ammesso di non essere uno dei più loquaci in campo, lasciando che siano i giocatori più esperti, come Freuler, De Silvestri, Skorupski, Beukema e Lucumì, a prendere la parola: “Quando gioco, parlo di getto, senza pensarci troppo. È una cosa che mi porto dietro da quando ero bambino”.
Parlando di Bologna, il giovane attaccante ha mostrato grande apprezzamento: “Il centro è bellissimo, le case storiche sono affascinanti e la gente è meravigliosa. Mi ha accolto con calore sin dal primo giorno, e questo non è cambiato”. La sua gratitudine verso la città e i tifosi riflette il legame che Castro sta costruendo, dentro e fuori dal campo.
RAPPORTO CON ITALIANO
Sul rapporto con il tecnico Italiano, Castro ha spiegato cosa lo rende un giocatore importante per il Bologna: “Forse piaccio a lui perché mi sacrifico per la squadra e lavoro tanto. Mi chiede di portare energia, venire incontro alla palla, girarmi e servire i compagni: Orsolini sulla destra, Ndoye o Karlstrom a sinistra”. Questo spirito di sacrificio e dedizione alla squadra è uno degli aspetti che caratterizzano il suo stile di gioco.
IL FUTURO DI CASTRO
Guardando al futuro, Castro non nasconde le sue ambizioni: “Fra cinque anni mi vedo nella nazionale argentina e di nuovo in Champions, con il Bologna”. Una dichiarazione che testimonia il suo grande sogno di rappresentare il suo paese a livello internazionale, senza però dimenticare il legame con il club rossoblù, con cui spera di raggiungere traguardi prestigiosi.
Con determinazione e umiltà, Santiago Castro si sta affermando come una pedina importante per il Bologna, proiettandosi verso un futuro ricco di opportunità e successi.