L’ex allenatore Brocchi elogia la Viola e chiede più spazio per i giovani italiani. Fiducia in Gattuso e Allegri, consigli anche per Kean
Cristian Brocchi, presente a Firenze per l’evento Pitti Uomo, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di TuttoMercatoWeb, toccando diversi temi legati alla Fiorentina e al calcio italiano. L’ex tecnico ha subito espresso apprezzamento per la scelta del club viola di affidare la panchina a Stefano Pioli: “È un allenatore bravo e con l’esperienza giusta per gestire una piazza tosta come Firenze, dove si pretende sempre il massimo”.
Parlando del possibile arrivo di Edin Dzeko, Brocchi ha sottolineato come l’età non debba essere un ostacolo: “La carta d’identità non conta se il giocatore sta bene. L’allenatore deve valutare la condizione, non l’anagrafe”. Allo stesso tempo, ha ribadito la necessità di puntare con decisione sui giovani italiani: “Mi dà fastidio sentire che in Italia non ci sono più talenti. Il problema non sono i ragazzi, ma un sistema che va cambiato. Dobbiamo evitare di schierare formazioni con undici stranieri su undici”.
Sul centrocampo viola, Brocchi vede una buona base con Mandragora e Fagioli, ma suggerisce l’aggiunta di un elemento con caratteristiche diverse: “Bennacer? In giro ci sono tanti bravi giocatori, ma io spero si scelga tra i giovani italiani. In Serie B e C ci sono ragazzi pronti per la Serie A”. Tra questi, Brocchi ha citato Fazzini, considerandolo pronto per il salto di qualità: “Ha grandi doti, serve solo fiducia”.
L’ex tecnico ha poi parlato con entusiasmo della possibilità di vedere Gattuso sulla panchina della Nazionale: “Può riportare l’attaccamento alla maglia che oggi sembra mancare. Sentire parlare di disinnamoramento verso l’azzurro mi sembra assurdo”.
Infine, un’opinione sul futuro del Milan: “Per me la persona giusta è Tare, e con lui Allegri può riportare la mentalità vincente. Le critiche sul suo gioco contano poco: ha sempre portato risultati”. Brocchi ha anche parlato di Modric, considerandolo un acquisto utile non solo tecnicamente, ma anche per l’esperienza da trasmettere ai più giovani.
A Moise Kean, infine, consiglia di seguire la propria felicità: “Se vuole restare, Firenze è la piazza giusta per confermarsi. Andarsene non garantisce di meglio”.