Serata spettacolare al Mapei Stadium: il Sassuolo va sotto 2-0 con il Milan, ma grazie ad uno show incredibile del classe ’94 Domenico Berardi non solo rimonta ma si porta pure sul 4-2. Nel finale i rossoneri segnano e sfiorano il clamoroso pareggio con i legni di Honda (29 minuti per lui) e Pazzini. Salvo Di Francesco, bufera su Allegri e il Milan.
Il Sassuolo è una delle pochissime squadre nel mondo che può vantare una percentuale di successo di 100% sul Milan: dopo il 2-1 del Trofeo TIM di quest’estate infatti è arrivata la seconda vittoria contro i rossoneri nella diciannovesima giornata di Serie A, ma come essa è arrivata che ha del clamoroso. Un 4-3 pirotecnico, fantascientifico, soprattutto dannatamente importante per il Sassuolo, dove evidentemente la panchina di Di Francesco è salva e per cui la lotta salvezza rimane un discorso più che mai aperto; un 4-3 indicativo per il Milan, di fronte all’ennesimo flop di una travagliata stagione. I rossoneri continuano ad alternare alti come la vittoria contro l’Atalanta (se pur ottenuta dopo tanta fatica) e bassi clamorosi come l’umiliazione di stasera. Si può parlare di umiliazione sicuramente non per mancanza di rispetto verso il valore del Sassuolo, ma per come il Milan ha gestito il vantaggio iniziale e per come la squadra si è comportata durante il resto della partita, caratterizzata da continui errori difensivi e incapacità dei centrocampisti di supportare le due fasi.
Facendo un passo indietro, si parte con grosse novità di formazione rispetto alle indiscrezioni della vigilia. Innanzitutto il Sassuolo cambia modulo e torna al 4-3-3 utilizzato fino a settembre scorso, inserendo a sorpresa l’ex Juve e Samp Reto Ziegler sulla fascia sinistra d’attacco, facendo arretrare Gazzola e Longhi nei quattro di difesa, dove esordisce anche Lorenzo Ariaudo. A centrocampo poi c’è spazio per Chibsah schierato assieme a Magnanelli e Kurtic, in attacco confermatissimi i due “juventini” Zaza e Berardi.
Nel Milan vengono preferiti Cristante e Nocerino a Montolivo e Poli, mentre i restanti nove sono quelli annunciati, compreso Bonera che vince il ballottaggio con Mexès.
PRIMO TEMPO
24 mila persone, tra cui circa ottanta addetti giapponesi accreditati, sono presenti al Mapei Stadium, dove una leggera nebbia disturba la visione televisiva ma non preclude la visibilità in campo. E infatti la partita comincia subito forte con un surplus del Milan, a cui va attribuita la prima conclusione verso lo specchio della porta con De Jong, il cui piattone rasoterra del terzo minuto viene bloccato senza problemi da Pegolo. Il Sassuolo, che è chiamato alla partita della vita, si fa vedere con gli inserimenti dei suoi agili attaccanti e la risposta al centrocampista olandese arriva al 5′ e al 7′ con due tiri centrali di un vivace Berardi. Al 10′ comincia ad esplodere la contesa: un attivissimo De Jong recupera palla a Chibsah al limite dell’area neroverde con la collaborazione di Cristante e serve sulla sua sinistra l’accorrente Robinho, che controlla bene, si incunea in area senza trovare ostacoli e batte Pegolo con un preciso diagonale. L’attaccante brasiliano apre le danze e finalmente dimostra in questa occasione la freddezza che spesso invece non lo contraddistingue. Freddezza che si addice e molto a Mario Balotelli, autore del raddoppio milanista dopo soli tre minuti con un tiro secco da posizione favorevole su ottimo assist di Cristante. Dopo appena un quarto d’ora il Milan si trova avanti per due gol a zero, con la possibilità di aver congelato già la sfida con un avversario che potrebbe ragionevolmente subire un contraccolpo. Ma così non è, perché i ragazzi di Di Francesco rimangono in partita e danno una vistosa prova di forza segnando immediatamente l’1-2 con l’inserimento centrale dell’ala destra Berardi, che supera Abbiati e insacca con il mancino. Assist intelligente quello di Jasmin Kurtic, ma è da rivedere il riflesso di Zapata che non prova l’anticipo e il (non) movimento di Bonera che non segue l’attaccante avversario nella sua corsa. Partenza dunque sprint per questo primo incontro ufficiale della storia fra Sassuolo e Milan, tre gol dopo quindici minuti, ritmi elevati ma anche qualche errore difensivo di troppo da ambo le parti. Un evidente errore personale di Bonera capita al 28′, quando Berardi comincia a far vedere veramente qualcosa di straordinario, involandosi verso la porta, resistendo al ritorno del difensore ex Parma e riuscendo a infilare Abbiati sul suo palo con una girata mancina fulminea e perentoria. La giocata di Berardi è da grande attaccante, poco da dire, velocità di esecuzione, senso del gol (era di spalle alla porta), capacità tecniche fuori dal normale e anche la fantasia, l’estro caratterizzano il suo gesto che ricorda tanto alcuni gol di Van Persie. Tutte qualità che si abbinano all’intelligenza tattica e alla forte personalità del diciannovenne di proprietà Juventus, che non finisce di stupire in questa serata magica: al 40′ infatti, dopo che il Milan si era già salvato su una punizione di Zaza sventata da un grande intervento di Abbiati, il Sassuolo passa in vantaggio grazie ancora al suo gioiello, strepitoso nel raccogliere il cross di Ziegler dalla sinistra e a spiazzare il portiere rossonero con un tiro di controbalzo imparabile. Gol di difficile realizzazione, che però deriva da una marcatura troppo flebile di Emanuelson e da una distrazione generale della difesa del “Diavolo”. Per fortuna sul 3-2 si chiude il primo tempo da incubo del Milan, partito con un vantaggio di 2-0, buttato al vento da cali di concentrazione e propiziato da un Berardi da non crederci.
SECONDO TEMPO
L’inizo della ripresa non risveglia dal sogno il Sassuolo, che anzi comincia ad abituarsici e a contemplarlo. Il trascinatore Berardi non si vuole fermare a quella che sarebbe stata la seconda tripletta stagionale dopo quella di Genova e allora si inventa l’azione che vale il 4-2 per la sua squadra e il suo poker personale: passaggio per Kurtic, inserimento in area, tiro di prima intenzione su assist dello stesso sloveno. Poco importa se la traiettoria del tiro viene sporcata in maniera decisiva da Bonera, il giovanissimo Domenico Berardi entra nella storia del calcio italiano diventando il primo calciatore ad aver segnato quattro gol nella stessa partita al Milan (non si tratta però del poker più giovane della storia, Piola ne ha segnato uno all’età di 18 anni). Il Mapei Stadium è in visibilio e anche i numerosi giornalisti giapponesi accorsi rimangono estasiati dalle gesta dell’ala cosentina, capace così di dare un forte messaggio alla partita e al campionato. Sùbito dopo il quarto gol Zaza prova in qualche modo a rubare per un momento la scena al suo compagno cercando il gol da cineteca, ma il suo tiro al volo finisce a lato. Il Milan tarda invece a reagire e Allegri, vista la confusione e l’immobilismo tattico dei suoi decide di operare dapprima un doppio cambio con conseguente passaggio al modulo 4-2-3-1 (Montolivo e Pazzini al posto di Cristante e Nocerino, i peggiori in campo), dieci minuti dopo di inserire il debuttante Keisuke Honda. L’evento che doveva caratterizzare maggiormente la serata, l’esordio di Honda, diventa a questo punto cosa secondaria rispetto alla storia incredibile di questa partita. Storia che però non vuole trovare epilogo da parte dei rossoneri, che dopo una buona ora di gioco di sbandamento provano a costruire qualcosa di pericoloso, andando però avanti più per inerzia che per organizzazione di idee e di gioco: al 64′ Balotelli sfiora il gol con una botta da fuori, al 67′ un tiro di Kakà viene deviato in angolo, al 70′ buon tentativo di Montolivo respinto da Pegolo. Tuttavia il vero fulcro di occasioni rossonere si dà adito nei minuti finali di gioco, quando Honda coglie un palo su girata al volo tecnicamente perfetta e Pazzini colpisce un’ancor più clamorosa traversa non riuscendo a ribadire in rete una parata decisiva di Pegolo su colpo di testa di Balotelli. Nel mezzo di questi due legni il Milan era riuscito a portarsi sul 3-4 grazie ad un diagonale dalla distanza di Montolivo che aveva trovato impreparato il portiere ex Siena.
Sicuramente il pareggio sarebbe stato una beffa troppo grande per il Sassuolo, capace di vincere una partita da favola, iniziata ad handicap e ribaltata grazie al poker di Berardi, ma prima di tutto da un’organizzazione precisa di gioco, dal cuore e dalle gambe di giocatori giovani come Chibsah e Kurtic e d’esperienza come Ziegler e Magnanelli, messi in campo alla perfezione da un Di Francesco che esce molto rafforzato dopo questa prova di forza dei suoi e di preparazione e coraggio sua, di un uomo che rischiava il posto di lavoro e che invece resta saldo sulla panchina del Sassuolo e si vendica pure del Milan che quasi tre anni fa vinse in rimonta contro il suo Lecce in un famoso 3-4 al “Via del Mare”. Impossibile dunque non riconoscere i meriti dell’allenatore pescarese, abile nell’operare il cambio di modulo in occasione di una partita cruciale, un ritorno vincente al suo 4-3-3, garanzia di offensività e di spettacolo, una sicurezza essendo palesemente conosciuto meglio del 3-5-2 dai suoi interpreti, le cui qualità vengono esaltate. Basta pensare al centrocampo, che ha sovrastato quello del Milan e all’attacco, dove Berardi nel ruolo di ala ha potuto far esplodere tutte le sue qualità. Ora per il 19enne si prospetta un periodo di lunghe soddisfazioni, perché sono arrivati l’ottavo, il nono, il decimo e l’undicesimo gol in Serie A in appena quattordici presenze (ricordiamo: il ragazzo ha saltato le prime tre per squalifica), perché è stato convocato per lo stage dell’under 21 dopo sei mesi di inattività per la violazione del codice etico e perché sicuramente Conte e Prandelli si stanno già sfregando le mani per quello che può essere veramente un talento potenzialmente enorme, pronto ad un salto di qualità anche immediato in chiave bianconera e perché no, mondiale.
Per quanto riguarda il Milan, serata da dimenticare che rievoca fantasmi del passato recente e che riporta alla realtà il clima disteso creatosi in settimana dopo il 3-0 all’Atalanta e alle presentazioni di Honda e Rami. Il giapponese ha esordito e ha fatto vedere qualcosa di buono, nelle prossime settimane vedremo qualcosa in più. Difficile dire se Allegri rischi dopo questa sconfitta, ma certamente se l’andazzo rossonero dovesse peggiorare (ora il Milan è a 22 punti, undicesimo posto a +6 dalla zona retrocessione) la società potrebbe decidere di terminare i rapporti con il suo allenatore prematuramente rispetto a quanto concordato.
TABELLINO
Sassuolo (4-3-3): Pegolo; Gazzola, Antei, Ariaudo, Longhi; Magnanelli, Kurtic (87′ Marzoratti), Chibsah; Berardi (74′ Schelotto), Zaza (75′ Floro Flores), Ziegler. A disp.: Pomini, Rosati, Pucino, Rossini, Missiroli, Valeri, Marrone, Farias, Gilozzi. All.: Di Francesco.
Milan (4-3-2-1): Abbiati; De Sciglio, Zapata, Bonera, Emanuelson; Cristante (55′ Pazzini), De Jong, Nocerino (55′ Montolivo); Kakà, Robinho (66′ Honda); Balotelli. A disp.: Gabriel, Coppola, Zaccardo, Silvestre, Mexes, Rami, Saponara, Poli, Matri. All.: Allegri.
Arbitro: De Marco
Marcatori: 9′ Robinho (M), 13′ Balotelli (M), 15′, 28′, 40′ e 47′ Berardi (S), 86′ Montolivo (M)
Ammoniti: Antei, Ziegler, Zaza, Gazzola, Pegolo (S); Bonera, Balotelli, De Sciglio (M)
(fonte immagine:it.uefa.com)