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Gian Piero Gasperini Atalanta

Gasperini recrimina dopo il pari con il Lecce: emozioni forti per il tributo a Graziano Fiorita e tensioni che scuotono Bergamo.

Come riportato da Tuttomercatoweb, giocare a calcio in certi momenti diventa inevitabilmente complicato. Lo ha sperimentato il Lecce, sceso comunque in campo nonostante il dolore per la scomparsa di Graziano Fiorita, storico fisioterapista dei salentini, figura amatissima all’interno del club. Il pallone ha continuato a rotolare, ma il peso emotivo era evidente. La risposta più bella è arrivata dal pubblico di Bergamo: i tifosi dell’Atalanta hanno applaudito a lungo la squadra di Marco Giampaolo, un gesto di grande sportività e umanità, per sottolineare come, davanti alla morte, non esistano colori o rivalità.

Non sono mancati, però, momenti di tensione. Dalle tribune si sono levati numerosi fischi contro la Lega Serie A, accusata di non aver rispettato il lutto del Lecce, imponendo comunque la disputa della partita. Un malumore comprensibile, che ha fatto da sfondo a una gara inevitabilmente condizionata, dove il calcio è passato in secondo piano rispetto ai sentimenti.

Sul campo, alla fine, l’Atalanta ha strappato soltanto un punto contro un Lecce coraggioso, capace di mettere in difficoltà la “Dea” giocando con il cuore e sull’onda dell’emotività. La corsa verso la qualificazione in Champions League resta aperta, ma si complica ulteriormente, come sottolineato dallo stesso Gian Piero Gasperini al termine della sfida. “Ogni squadra è diversa, non mi aspettavo un approccio così: potrei definirlo pessimo — ha dichiarato il tecnico —. Poi siamo riusciti ad aggiustarla, ma ho la sensazione che non ci sia la giusta percezione degli obiettivi da raggiungere. Non è facile e non è scontato arrivare in Champions League: bisogna guardare le squadre che inseguono. Questa mentalità è dannosa e siamo i primi colpevoli. Per noi, centrare il traguardo sarebbe un risultato straordinario”.

Gli obiettivi sportivi, insomma, restano lì, sullo sfondo, ma in giornate come questa sembrano quasi secondari. Per almeno altre 48 ore, l’attenzione non può che andare altrove: al rispetto, al dolore e al ricordo di chi ha dato tanto al calcio, come Graziano Fiorita. Perché, alla fine, il calcio è anche e soprattutto una questione di cuore.

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