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Il più classico dei guizzi di un campione, per di più da rotto e all’ultimo pallone toccato, decide una partita che sembrava destinata in maniera quasi inevitabile allo 0-0, un po’ per colpa di entrambe le squadre e un po’ per fatalità.

 

La vince invece la Lazio, che si porta a casa il bottino pieno e si lancia in classifica, con la zona Champions momentaneamente agganciata in attesa di vedere cosa farà il Napoli nel posticipo contro il Bologna. All’Inter invece va di nuovo male in trasferta, e sì che proprio le gare lontano dal Meazza erano state un percorso netto fino al trionfo di Torino, un successo che a questo punto è diventato anche un incantesimo da spezzare, perché dopo la vittoria nello scontro diretto in campionato sono arrivati solamente sette punti in sei partite, media non proprio da squadra di vertice, e soprattutto tre sconfitte su tre nelle gare esterne, che diventano quattro mettendoci dentro anche quella di Kazan in Europa League (dove è arrivato l’ultimo successo fuori casa, a Belgrado lo scorso 8 Novembre). In una gara con poche occasioni da gol, praticamente nessuna nel primo tempo, sono stati determinanti gli episodi: l’Inter ha preso due pali, la Lazio proprio con Klose ha avuto due palle dentro l’area non sfruttate, la terza era evidentemente quella buona ma l’opportunità nerazzurra è stata bloccata da un misterioso fischio dell’arbitro Mazzoleni e sul capovolgimento di fronte il tedesco ha spaccato in due la partita con una giocata improvvisa e imprevedibile, visto che sull’azione precedente era rimasto vittima dei crampi ed era ormai all’ultimo scatto possibile, tanto che non ha quasi nemmeno potuto esultare poiché stremato e vinto dalla fatica. Questo però vuol dire essere un grandissimo giocatore, non è da tutti fare gol (e che gol) senza quasi più energie fisiche, al rientro dopo un risentimento muscolare che l’aveva tenuto a mezzo servizio nelle ultime due settimane. A Bologna infatti Klose non aveva giocato dall’inizio per questo problema fisico e la sua assenza si era fatta sentire eccome, fino all’ingresso in campo negli ultimi minuti di gara che però non era bastato per sbloccare lo 0-0. Non solo: in campionato l’ex Bayern ha monopolizzato i gol degli attaccanti, dato che i vari Floccari, Kozák, Rocchi e Zárate sono ancora fermi a zero e chi ha segnato lo ha fatto solamente in Europa League, questo basta per capire quanto sia fondamentale per Petkovic, ben contento di poterlo rischierare dall’inizio nel 4-5-1 (o 4-2-3-1 a seconda del momento) dove l’unica vera sorpresa rispetto a ciò che il tecnico bosniaco aveva fatto intendere nel prepartita è l’inserimento di Lulic al posto di Candreva. Chi cambia è Stramaccioni, che ripropone la difesa a quattro con l’esclusione di Juan Jesus, Nagatomo e Pereira fanno i terzini, Guarín confermato trequartista dietro a Cassano e Milito. Clima disteso all’Olimpico, d’altronde fra le due tifoserie è in vigore un gemellaggio di vecchia data.
PRIMO TEMPO
Pochissimo da segnalare in una prima frazione avara di palle gol e di gioco, la Lazio si fa preferire per precisione nelle giocate e per presenza offensiva, l’Inter sbaglia un’infinità di palloni e là davanti nessun segno dalle punte, con Milito “vicino al pallone” solo all’11’ quando commette fallo su Marchetti dopo un rischioso retropassaggio di petto da parte di Mauri. La Lazio va vicina al vantaggio a metà tempo, prima con un rimpallo su azione da calcio d’angolo e poi con una conclusione di Ledesma al 27′ che finisce fuori non di molto dopo un tentativo di girata da parte di Klose ben contrastato da Ranocchia, qualche minuto dopo è invece Nagatomo a murare il tentativo di tiro da parte dell’unica punta biancoceleste. Palla buona anche per Mauri ma è stavolta Samuel a opporsi deviando in calcio d’angolo, si va al riposo con entrambi i portieri di fatto inoperosi, 0-0 e non poteva essere diversamente.

SECONDO TEMPO
Difficile fare peggio dei primi quarantacinque minuti, e fortunatamente per lo spettacolo non succede. I primi dieci minuti vedono la Lazio proseguire sulla scia di quanto visto nell’altra frazione di gioco, con predominio territoriale ma senza vere giocate offensive, verso il 55′ appare anche l’Inter in partita, la scossa la dà un cross di Pereira dalla sinistra sul quale esce bene Marchetti che in volo anticipa il possibile intervento da parte di Milito. Poco dopo arriva anche il primo tiro dei nerazzurri, dopo ben cinquantotto minuti di nulla in attacco, non è un caso che a effettuarlo sia Guarín, il migliore degli ospiti nel primo tempo, tuttavia il suo sinistro dal limite dell’area si spegne sul fondo, stessa sorte per Hernanes dall’altra parte anche se il mancino del brasiliano non è rasoterra e finisce alto. Al 66′ eccolo il tanto atteso primo tiro in porta del match: stop e tiro in un attimo di Guarín dal vertice sinistro dell’area di rigore, effetto a rientrare con il pallone che gira tantissimo ma sbatte sul palo e sulla ribattuta non c’è nessun compagno del colombiano pronto a ribattere e l’azione si chiude con Milito che calcia malamente fuori ignorando Cassano libero dall’altra parte; come nell’occasione precedente a rispondere è Hernanes su punizione ma la conclusione è debole e Handanovic non ha problemi. Ancora Inter e altro palo, sembra una ripetizione del tiro di Guarín quello scagliato da Cassano ma stavolta c’è la partecipazione determinante di Marchetti che sfiora il destro del barese e lo manda sul montante, il portiere ex Cagliari è poi prodigioso salvando sulla ribattuta, un tiro di Nagatomo a botta sicura che sembrava già gol. Dall’angolo susseguente palla dentro per Palacio che si porta il pallone sul destro e calcia a giro, palla fuori per una questione di centimetri e adesso la Lazio soffre tremendamente e rischia sul serio di andare sotto. Passata la paura i biancocelesti provano a ritornare in avanti, Candreva si accentra dalla sinistra e tira di destro ma conclude male, Klose invece su assist perfetto di Álvaro González ha la palla d’oro a centro area ma sbaglia lo stop e Handanovic ringrazia, un minuto dopo invece cade a terra stremato dopo aver cercato di portarsi avanti il pallone in area e i crampi sembrano avere la meglio. Il tedesco di fatto è a terra, l’Inter attacca: lancio per Milito che anticipa Biava e tocca all’indietro per Palacio, assist smarcante di prima dell’argentino per Cassano che punta la porta senza avversari ma Mazzoleni interrompe il gioco e decreta punizione per la Lazio, fallo di Milito su Biava molto dubbio per non dire inesistente. Punizione battuta, Klose nel frattempo si è rialzato, Mauri lo vede e verticalizza in uno spazio dove difficilmente un giocatore con i crampi potrebbe fare qualcosa, lui invece trova l’ultimo decisivo scatto per anticipare Ranocchia e Pereira e con un destro di prima intenzione dal limite dell’area fulmina in diagonale Handanovic e fa esplodere l’Olimpico. Gol numero dieci in campionato per questo sensazionale attaccante, che subito dopo lascia il posto a Floccari esausto ma dopo aver fatto quello che sa fare meglio. Il disperato forcing finale dell’Inter produce un tiro da fuori di Coutinho alto e un’azione insistita nella quale però nessuno riesce a concludere verso la porta di Marchetti, c’è anche un episodio dubbio in area con Ciani che trattiene a lungo Ranocchia ma Mazzoleni e il giudice di linea (a cosa servono se non vedono queste cose?) non se ne rendono conto.

La Lazio è ufficialmente in corsa per la Champions League, terza alla pari del Napoli ma in svantaggio nello scontro diretto con i partenopei, posizione di classifica ottenuta con un ottimo rendimento tra le mura amiche dove sono arrivati quattro successi di fila e una sola sconfitta a Settembre contro il Genoa. Si blocca invece di nuovo fuori casa l’Inter ora non più “ammazzagrandi”, al terzo KO all’Olimpico contro la Lazio dove non vince dalla finale di Coppa Italia del Maggio 2011 (ma era campo neutro contro il Palermo, per ritrovare la vittoria contro le romane bisogna tornare indietro di un mese alla semifinale di Coppa Italia e per quella in campionato a Maggio 2010 con il famoso 0-2 sulla Lazio nella terzultima giornata), dopo i tre punti allo Juventus Stadium c’è stata una netta involuzione che, in caso di vittoria dei bianconeri nel pomeriggio, farebbe scivolare i nerazzurri a sette punti dalla vetta, divario che inizierebbe a essere piuttosto importante. Per entrambe le squadre impegno di Coppa Italia durante la settimana (il Verona per l’Inter, il Siena per la Lazio) prima dell’ultimo turno di campionato che precede le feste.

IL TABELLINO
Lazio (4-2-3-1):
Marchetti; Konko, Biava, Ciani, Radu; Hernanes (87′ Dias), Ledesma; A. González, Mauri, Lulic (64′ Candreva); Klose (85′ Floccari). Allenatore: Petkovic
Inter (4-3-1-2): Handanovic; Nagatomo, Ranocchia, Samuel, A. Pereira (86′ Coutinho); Zanetti, Gargano, Cambiasso (60′ Palacio); Guarín; Cassano, Milito. Allenatore: Stramaccioni
Arbitro: Paolo Silvio Mazzoleni di Bergamo (Di Liberatore – Giordano; Musolino; Banti – Damato)
Rete: 82′ Klose
Ammoniti: Gargano, Samuel (I), Konko, Candreva (L)

[Immagine presa da tuttomercatoweb.com]