Una doppietta di Bryan Perea condanna il Parma e trascina la Lazio ai quarti di finale della Coppa Italia.
Un trofeo importante, da onorare e non sottovalutare: la Lazio, attuale campione in carica, ha sempre applicato questa filosofia negli ultimi anni evitando di snobbare una Coppa che, per molti, è soltanto un banco di prova. Per il Parma, a fronte di una stagione che si sta rivelando al di sopra delle aspettative, è l’occasione perfetta per dimostrare il proprio valore e puntare concretamente ad un obbiettivo importante.
Inoltre, visto il divario considerevole che separa entrambe le squadre dalla zona Europa League, la Coppa Italia potrebbe rappresentare l’ancora di salvezza per le speranze europee coltivate dalle due compagini; possibile fiore all’occhiello di una stagione positiva degli emiliani, minimo sindacale rincorso dai capitolini.
Qui Lazio – Malgrado la premessa, Reja schiera un 4-2-3-1 che, di fatto, può esser considerato una “Lazio B”. Fiducia alle seconde linee e spazio ai giovani talenti biancocelesti, puntando sulla voglia dei calciatori di mettersi in luce e dimostrare il proprio valore.
Fra i pali rimane saldo Berisha, alla terza presenza consecutiva e debutto in Coppa Italia. In difesa rientrano Konko e Radu, unici rappresentati dell’undici titolare, al centro occasione importante per Novaretti (Cana è infortunato) che affiancherà Ciani. In mediana sorprendentemente Biglia, recupero lampo per l’argentino che aveva subito un colpo in allenamento nei giorni scorsi, assieme al giovane Onazi. Terzetto di fantasisti sulla trequarti: da sinistra, Keita, Ederson e Felipe Anderson; in avanti, Bryan Perea preferito a Floccari.
Qui Parma – Donadoni vuole la qualificazione, poco turnover per il suo sorprendente Parma reo da una lunga striscia positiva. Il suo 4-3-3 dimostra le intenzioni degli emiliani che si rifiutano di recitare la parte della vittima sacrificale.
Guantoni in mano allo slovacco Bajza, turno di riposo per Mirante, importante chance per il giovane portiere. Tira fiato anche Lucarelli in difesa, al suo posto Paletta, spalleggiato da Felipe, con Cassani e Gobbi sugli out esterni. Non ci sono novità a centrocampo, chiavi in mano al solido trio che si sta rivelando spesso decisivo: Gargano, Marchionni e Parolo. In attacco, il tridente sarà guidato da Cassano, supportato da Sansone e Biabiany ai lati.
Primo Tempo – La Lazio parte subito forte, supportata dal pubblico dell’Olimpico e dalla voglia di fare bene: non passano nemmeno due minuti che, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Radu spizza una palla che percorre tutta l’area piccola e sulla quale Perea non arriva per un soffio; franando tuttavia contro Bajza che, dopo un iniziale spavento, viene medicato e rimane in campo.
Solo Lazio nei primi minuti, il Parma non riesce a superare la trequarti-campo, soltanto Marchionni prova un tiro dalla lunga distanza che finisce ampiamente alto. Ederson è propositivo fra i biancocelesti, prova spesso a saltare l’uomo e crea spazi interessanti, gli manca solo il guizzo finale; prevalgono gli errori individuali: Novaretti sbaglia un disimpegno regalando un angolo al Parma dal quale scaturisce la prima occasione per Cassano, lesto a rubare il tempo a Konko e colpire di testa, ma la palla finisce a lato. Onazi detta i ritmi e crea gioco con pregevoli passaggi lunghi, al quarto d’ora uno di questi imbecca il preciso taglio in area di Keita che però spreca malamente mandando il pallone alle stelle; la Lazio insiste e ci prova sfruttando i calci piazzati, ma è sull’ennesima azione orchestrata dal nigeriano che finalmente arriva il meritato vantaggio: lancio millimetrico per Felipe Anderson che stoppa bene, rientra sul mancino e fa partire un bel tiro da fuori area che Bajza respinge corto, sul rimpallo si fionda Bryan Perea che insacca.
Cassano incita, con un tiro a giro dal limite, una reazione del Parma che stenta ad arrivare, ma pecca di precisione e potenza, stessa formula con cui ci riprova successivamente su calcio di punizione, senza ottenere il risultato sperato: emblema della prima mezz’ora del Parma. A risvegliare gli emiliani ci pensa Ciani, con una clamorosa scivolata che regala a Parolo l’occasione di trafiggere Berisha, sprecata dal centrocampista con un diagonale che finisce fuori. Si sussegue un calo dei biancocelesti, in particolare di Biglia che commette troppi errori nello smistamento del pallone e mette in difficoltà la retroguardia che, verso lo scadere, carambola: da un cross apparentemente innocuo di Cassani, Konko s’accentra per andare incontro al pallone, ma liscia la sfera dando possibilità ad un liberissimo Biabiany di rimettere il risultato in parità. Timida la reazione finale della Lazio, più per via di un distratto Bajza che smanaccia in angolo una punizione di Ederson.
Secondo Tempo – Al rientro in campo, stavolta, è il Parma a cominciare col piede giusto: il solito Cassano brucia Konko e mette in mezzo per l’accorrente Gargano che, all’altezza del dischetto del rigore, impatta con troppa forza e spara alto. La Lazio si è allungata, i trequartisti rientrano meno e la difesa si trova più esposta ai duelli dei veloci attaccanti emiliani, inizia l’assedio del Parma. La partita si sposta interamente nella metà campo biancoceleste, la velocità di un ottimo Biabiany mette in crisi Novaretti e Ciani, salvati da un reattivo Berisha che dà sicurezza alla retroguardia. Come se non bastasse, Radu è costretto a dar forfait per problemi fisici, dentro Cavanda che si piazza straordinariamente come terzino sinistro.
I capitolini pagano una condizione fisica non ottimale e sono visibilmente in difficoltà, in particolare Ederson che ha corso tanto, provando spesso il dribbling, ma non raccogliendo frutti dai suoi sforzi: Reja decide di toglierlo, al suo posto Candreva, per ridare brio al reparto offensivo. La reazione non arriva ed è il Parma a divorarsi il sorpasso: il traversone di Gobbi coglie impreparati Ciani e Berisha, che lasciano sfilare un pallone sul quale arriva Sansone che, in area piccola, tocca debolmente il pallone accompagnandolo fra le braccia del portiere albanese. Lazio in pieno affanno: esce anche Novaretti, dentro Dias, Reja percepisce la criticità del momento e decide d’inserire forze fresche e più affidabili nel reparto arretrato.
I biancocelesti contengono, soffrono e si limitano a cercare d’incassare i colpi di un Parma che ci prova fino alla fine: Sansone viene per due volte anticipato appena prima del tap-in, prima da Ciani e poi da Dias.
E’ quando ormai i supplementari sembrano alle porte, che la crudele legge del calcio “gol sbagliato = gol subito” punisce la squadra di Donadoni: cross di Candreva, lisciano Paletta e Felipe sulla pressione di Keita, ed ancora Perea si trova nel posto giusto al momento giusto e supera Bajza regalando alla Lazio la qualificazione ai quarti di finale.
Una Lazio che ha rivissuto gli incubi dei secondi tempi d’inizio stagione, stavolta frutto anche dello schieramento in campo di una squadra di seconde linee con pochi minuti nelle gambe, che ha condizionato metà della gara; tuttavia, grazie alla serata positiva del giovane colombiano Bryan Perea, è rimasta cinica ed ha sfruttato appieno l’unica occasione concreta per vincere la gara.
Il Parma invece recrimina per l’opposto: mancanza di cinismo, una gara dominata nel secondo tempo e con troppe occasioni clamorose gettate al vento. Donadoni preso in contropiede dal giovane attaccante biancoceleste, con ancora due cambi su tre da effettuare, probabilmente stava già orchestrando la squadra per i tempi supplementari.
Lazio-Parma finisce 2-1, ora i capitolini affronteranno ai quarti la vincente fra Napoli-Atalanta.