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Con tre gol in venti minuti i giallorossi hanno ottenuto l’accesso all’ultimo atto della Coppa Italia, il 26 Maggio allo Stadio Olimpico sarà un’imperdibile stracittadina contro la Lazio a decretare il vincitore della coppa nazionale, e se ad alzare il trofeo dovesse essere Totti per la Roma ci sarebbe anche la stella d’argento.

 

Per un tempo e poco più Andreazzoli e i suoi giocatori hanno visto i fantasmi di un’eliminazione contro le macerie dell’Inter, ma poi hanno trovato il gol del pari e da lì è stata una passeggiata trionfale verso la qualificazione, perché il primo gol di Destro ha tramortito gli avversari, mai più capaci di rientrare in partita soprattutto mentalmente. Nel primo tempo si era invece fatta apprezzare la formazione padrona di casa, obbligata a rimontare il 2-1 dell’andata di quasi tre mesi fa ma devastata dalle assenze (quattordici i giocatori indisponibili, praticamente mezza squadra, la più forte) e comunque capace di giocare quarantacinque minuti di tutto rispetto, salvo poi crollare drammaticamente nella ripresa: ancora una volta è bastato un minimo episodio per far sprofondare l’Inter, l’1-1 di Destro è stata una mazzata terrificante anche più del reale valore di quel gol, come se non ci fosse oltre mezz’ora per cercare quel 2-1 che avrebbe prolungato la sfida ai supplementari, e stavolta non c’è neanche l’alibi degli arbitri come contro Atalanta e Cagliari. I nerazzurri sono una formazione in crisi di nervi (e di muscoli…) e con stasera hanno messo la parola fine sulla stagione, le ultime sei partite di campionato saranno una lenta agonia che andrà a chiudere un’annata disastrosa, dalla quale sarà duro ripartire e che dovrà inevitabilmente portare a serie riflessioni sui responsabili di questo tracollo, perché non arriverà la Champions League, non arriverà un trofeo e a questo punto anche la qualificazione all’Europa League, traguardo che peraltro non sembra entusiasmare più di tanto, è in forte dubbio. Utilizzare Stramaccioni come capro espiatorio di tutto sarebbe riduttivo nonché errato, tanto che la Curva Nord, massima espressione del tifo interista, ha cominciato a manifestare il suo dissenso per le grottesche scelte dirigenziali contestando a inizio partita non la squadra o il tecnico ma il direttore generale, Marco Fassone, per una sua foto con una maglietta di dubbio gusto (senza poi infierire a fine gara, comprendendo il momento estremamente difficile). In ogni caso non è solo l’ex dirigente di Juventus e Napoli ad avere enormi responsabilità, in primis c’è Marco Branca le cui bizzarre decisioni anche a Gennaio (inspiegabile la cessione di Livaja sostituito con Rocchi, tanto per citarne una) hanno poi fatto sì che la rosa interista fosse ridotta al minimo storico: in panchina c’erano più giocatori della Primavera che della prima squadra, e uno di questi, Chivu, è stato rimesso in piedi per miracolo. Se poi alla lista degli infortunati bisogna aggiungere anche Cambiasso, KO nel riscaldamento, allora il dramma è totale: il sostituto nell’undici di partenza è Jonathan, Álvarez e Juan Jesus recuperano e partono dall’inizio, Rocchi è l’unico attaccante a disposizione e anche Guarín e Pereira, sani, non possono essere della gara per squalifica. Qualche piccolo problema anche per Andreazzoli ma nulla di particolare rispetto all’emergenza interista: Pjanic ha ancora problemi alla caviglia e va solamente in panchina, Burdisso e Osvaldo sono squalificati ma ce la fa Destro, anche lui non al meglio ma in grado di giocare dal primo minuto. Arbitra Bergonzi, stesso direttore di gara dell’1-3 della seconda giornata, quando in panchina per la Roma c’era Zeman e in campo per l’Inter c’era Sneijder: sembra un secolo fa, invece era solo il 2 Settembre 2012.

PRIMO TEMPO
È l’Inter a partire meglio, cercando soprattutto Álvarez sulla destra, ma l’argentino non è quasi mai supportato dai compagni (mancano eccome gli inserimenti di Cambiasso, ultimo in ordine di tempo ad aver alzato bandiera bianca) e cerca l’azione personale, riuscendo la maggior parte delle volte a tenere il possesso senza però rendersi pericoloso. La Roma non spinge con continuità e finché il punteggio resta sullo 0-0 crea solo mezze occasioni, come un pallone dentro di Florenzi per Marquinho o una punizione di Totti centrale a inizio partita, ma niente di particolare. Al 21′ l’incontro si sblocca, e con il protagonista meno annunciato: segna infatti Jonathan, uno su cui si è ironizzato spesso e volentieri, ed è anche un gol spettacolare, destro a incrociare sull’angolino basso opposto dopo una giocata tutta di prima tra il numero quarantadue, Álvarez e Rocchi, che di tacco serve l’assist per liberare l’ex Santos alla conclusione con il destro, sembrava, con le dovute proporzioni, una rivisitazione del gol di Thiago Motta nel derby vinto 0-4 del 2009. È il primo gol in maglia Inter per Jonathan, che non segnava dall’11 Aprile 2012 quando con il Parma aveva realizzato la sua fin qui unica rete in Serie A al Novara. Cerca di prendere un po’ di coraggio la formazione padrona di casa, in questo momento qualificata per il maggior numero di gol segnati in trasferta, e pochi minuti dopo Rocchi ha una buona palla per fare 2-0 ma riesce solo a sfiorare un cross dalla sinistra di Schelotto e la sfera diventa facile preda di Maarten Stekelenburg. Dal 33′ in poi si fanno vedere anche i giallorossi (in maglia bianca), il primo sussulto è di Marquinhos con un destro da fuori deviato che esce sul fondo, poi su azione da calcio d’angolo un rimpallo libera Destro sul secondo palo ma Handanovic è prodigioso opponendosi con il corpo alla conclusione ravvicinata di sinistro dell’attaccante romanista, il portiere sloveno si ripete anche nell’ultimo minuto di gioco della prima frazione negando l’1-1 a Florenzi, autore di una deviazione a centro area su assist di Destro.

SECONDO TEMPO
Esce Florenzi entra Balzaretti, Totti ha subito la chance per pareggiare ma non inquadra la porta pur avendo molto spazio a disposizione, i buchi centrali nella difesa dell’Inter si erano già palesati nel corso del primo tempo e anche nella ripresa non c’è mai un giocatore nerazzurro che si piazzi davanti alla difesa a chiudere le discese avversarie (anche qui l’assenza di Cambiasso pesa come un macigno). Al 54′ Torosidis si ritrova tutto solo in area ma temporeggia un attimo di troppo permettendo a Samuel di entrare in scivolata e salvare la propria porta sul tiro dell’esterno greco, il pareggio è però solo rimandato di pochi istanti, quando Lamela parte centralmente ancora una volta la difesa interista non chiude, assist in verticale per Destro che supera in pallonetto Handanovic e nemmeno Samuel può impedire che il pallone termini in rete. Altro pesantissimo gol dell’ex per uno dei tanti prodotti del settore giovanile dell’Inter svenduti in una serie di scambi con il Genoa che, dopo l’operazione Milito-Thiago Motta, hanno portato più che altro benefici solo al club del presidente Preziosi, e da qui in poi la qualificazione è nelle mani della Roma, l’orgoglio dell’Inter del primo tempo non c’è più e manca anche la forza per reagire. Al 69′ iniziano a partire i titoli di coda: Jonathan cerca di servire Rocchi che però sbaglia il movimento e la Roma sull’azione dopo va in vantaggio, entrando con irrisoria facilità nell’immobile retroguardia nerazzurra e colpendo ancora con Destro, al quale basta appoggiare in rete a porta vuota un cross basso di Balzaretti da sinistra. Terzo gol all’Inter per Destro, attaccante che in questo momento a Stramaccioni sarebbe servito come il pane: è l’emblema dei disastri compiuti dal club di Moratti dopo aver vinto il triplete. Cinque minuti dopo arriva pure il tris, lo firma Torosidis con una grande giocata personale, sombrero sul nuovo entrato Forte e tiro a spiovere che sorprende Handanovic, seconda rete per il greco dopo quella contro l’Atalanta e gara che non ha più molto da dire, se non per il definitivo 2-3 di Ricky Álvarez su sinistro deviato all’80’, mentre Totti, stavolta più uomo assist che finalizzatore, nel finale non riesce a mettere il suo sigillo sul match con un destro dal limite che termina fuori di poco.

La Roma festeggia la qualificazione alla finale di Coppa Italia, sarà la prima volta che un derby capitolino chiuderà la manifestazione, e si spera che non si ripetano gli incidenti che hanno caratterizzato quello della settimana scorsa. I giallorossi sono a quota nove successi: battere i rivali cittadini non vorrebbe dire “soltanto” un trofeo, ma anche quella decima affermazione nella coppa nazionale che permetterebbe di apporre la “stella d’argento” sulla maglia, risultato fin qui mai raggiunto da nessuno. L’ennesimo capitolo di una sfida infinita in coppa tra Roma e Inter stavolta sorride ai romanisti, che non erano mai riusciti a imporsi prima della finale da quando questo match si è ripetuto praticamente ogni anno (dal 2004-2005 tutti gli anni tranne la scorsa stagione), peraltro la vittoria di oggi chiude un’imbattibilità casalinga nerazzurra che durava da oltre dieci anni (19 Dicembre 2002, Inter-Bari 1-2). L’Inter esce di scena non solo dalla Coppa Italia ma anche da tutto, c’è ben poco da salvare e ancor meno da raggiungere in questo finale di stagione che sarà senz’altro amarissimo, tra un mese dovrà necessariamente partire una rifondazione a 360° in tutti i livelli, dalla dirigenza ai giocatori passando per lo staff tecnico e medico. Moratti non può più rimandarla, altrimenti da questa crisi la sua società non ne uscirà mai più.

IL TABELLINO
Inter (3-5-2):
Handanovic; Ranocchia (87′ Belloni), Samuel, Juan Jesus; Jonathan, Zanetti, Kovacic, Kuzmanovic (73′ Forte), Schelotto (63′ Benassi); R. Álvarez, Rocchi. Allenatore: Stramaccioni
Roma (4-3-3): Stekelenburg; Torosidis, Marquinhos, Castán, Marquinho; Bradley, De Rossi, Florenzi (46′ Balzaretti); Lamela (75′ Taddei), Totti, Destro (71′ Dodô). Allenatore: Andreazzoli
Arbitro: Mauro Bergonzi di Genova (Niccolai – Di Fiore; Giannoccaro)
Reti: 21′ Jonathan, 55′, 69′ Destro (R), 74′ Torosidis (R), 80′ R. Álvarez
Ammoniti: Juan Jesus, Jonathan (I)

[Immagine presa da corrieredellosport.it]