Da acquisto più discusso a eroe della semifinale: Thijs Dallinga si prende il Bologna con una tripletta e rilancia il progetto di Sartori verso la finale di Coppa Italia.
Thijs Dallinga, centravanti olandese del Bologna, è passato in pochi mesi da acquisto più discusso del mercato estivo a uomo copertina della semifinale di Coppa Italia. In molti lo avevano bollato come un investimento sbagliato, ma il classe 2000 ha saputo rispondere sul campo nel momento più delicato della stagione. Con tre reti decisive nella doppia sfida contro l’Empoli, ha trascinato i rossoblù verso una storica finale all’Olimpico, approfittando dell’assenza di Santi Castro, titolare indiscusso fino a quel momento. Proprio come un serpente a sonagli che distrae con la coda prima di colpire, Dallinga ha saputo aspettare il momento giusto per lasciare il segno.
LAVORO DI ITALIANO
Il merito di questa trasformazione non è solo suo. Alla base c’è il lavoro di Vincenzo Italiano, tecnico capace di raccogliere l’eredità pesante di Thiago Motta senza far rimpiangere la stagione dei sogni vissuta sotto la sua guida. Ma soprattutto c’è la visione di Giovanni Sartori, il “Cobra” della dirigenza, che ha saputo costruire un progetto tecnico solido e lungimirante. Da quando è arrivato a Bologna, Sartori ha alzato l’asticella in ogni reparto, valorizzando figure come Marco Di Vaio e puntando su profili giovani e di prospettiva, anche a costo di critiche iniziali.
Dallinga è l’esempio perfetto di questa filosofia: acquistato per 15 milioni di euro, ha vissuto mesi complicati, tra panchine e prestazioni opache. Ma Sartori non ha mai perso fiducia in lui, convinto che il ragazzo avesse solo bisogno di tempo per ambientarsi e ritrovare fiducia nei propri mezzi. Una fiducia ripagata nel momento più importante, con prestazioni che lo hanno rilanciato agli occhi di tifosi e addetti ai lavori.
Ora il Bologna sogna in grande, con una finale da giocare e un futuro ancora tutto da scrivere. E chissà che proprio Dallinga, con un altro colpo di coda, non possa essere l’uomo decisivo anche all’Olimpico. Perché a volte, nella costruzione di un grande progetto, servono anche i silenzi, l’attesa e la fiducia incrollabile in un’idea. Sartori lo sapeva. E ora tutto il Bologna ne raccoglie i frutti.