Successo per 2-0 dei nerazzurri sul Verona negli ottavi di finale della coppa nazionale, ma la notizia di serata è il quarto d’ora circa che Rodrigo Palacio, di norma attaccante, ha passato da portiere dopo l’infortunio di Castellazzi, togliendosi la soddisfazione di chiudere imbattuto e addirittura di compiere un miracolo nel finale su colpo di testa di Carrozza.
Non è un inedito vedere giocatori di movimento indossare i guanti e diventare eroi per caso: di recente ha fatto notizia l’ex centrocampista di Juventus e Fiorentina Felipe Melo, ora al Galatasaray, che ha sostituito Muslera espulso tra i pali per il recupero di una partita di campionato contro l’Elazigspor e si è trovato subito a dover fronteggiare un calcio di rigore per gli avversari, respinto con un bel tuffo alla sua destra con tanto di esultanza sfrenata. Nemmeno per l’Inter è una prima volta: non tutti se lo ricorderanno, anche perché quella partita non venne trasmessa in diretta tv nazionale ma solo in alcune regioni da parte dell’emittente televisiva 7 Gold, ma il 21 Marzo 2002, in una gara valevole per il ritorno dei quarti di finale di Coppa UEFA, Francisco Javier Farinós, nonostante fosse tra i più bassi in campo, sostituì l’espulso Toldo per i minuti finali di un delicatissimo Valencia-Inter (da ex) e riuscì a mantenere la porta inviolata nell’assedio finale dei valenciani portando i nerazzurri in semifinale. Palacio più o meno ha fatto proprio come il centrocampista spagnolo, prendendosi una responsabilità importante ed evitando che i veronesi ritornassero in partita, perché anche solo un gol avrebbe reso incandescente gli ultimi istanti di gara, ma anche grazie alla sua bravura da “portiere improvvisato” l’Inter si è guadagnata l’accesso ai quarti di finale di Coppa Italia, competizione vinta quattro volte dal 2005 al 2011 e che potrebbe essere un punto di partenza per l’apertura di un nuovo ciclo come lo fu per la squadra allora allenata da Roberto Mancini nella doppia finale contro la Roma della stagione 2004-05. L’avversario, il Verona ultima formazione di Serie B rimasta in corsa dopo l’eliminazione della Reggina la scorsa settimana proprio al Meazza per mano del Milan, era certamente di livello inferiore, pur essendo terzo in Serie B e candidato alla promozione undici anni dopo la retrocessione incredibile del 2002, ma la partita conteneva molte insidie: la necessità di tenere a riposo diversi titolari in vista del fondamentale ultimo impegno dell’anno contro il Genoa di Sabato, la voglia di fare bene del Verona allenato dall’ex Mandorlini di ritorno nello stadio dove vinse il campionato 88-89, gli oltre ottomila tifosi gialloblu arrivati da Verona e presenti in massa al terzo anello (si sono registrati purtroppo numerosi scontri, con le due tifoserie ora nemiche dopo la rottura di un vecchio gemellaggio, con la polizia ed è stato distrutto l’impianto di illuminazione nella torre utilizzata per raggiungere il terzo blu) e la rilassatezza mentale derivata dal fatto di giocare una partita non esattamente di cartello. Stramaccioni ha ruotato la squadra, con diversi nuovi innesti nell’undici titolare: il rientrante Castellazzi in porta, non più titolare dopo la pessima esibizione contro la Roma lo scorso 2 Settembre; il quasi debuttante stagionale Cristian Chivu, di ritorno dopo uno stop di quattro mesi dovuto a una lussazione post-traumatica al secondo dito del piede destro occorsa nel primo tempo dell’andata dei preliminari di Europa League contro l’Hajduk Spalato e omaggiato della fascia di capitano; i debuttanti dal primo minuto Alfred Duncan e MacDonald Mariga in mezzo al campo, l’altro recuperato da un problema fisico Ricardo Álvarez e i fin qui deludenti Matías Silvestre e Jonathan sono le facce nuove rispetto alla sconfitta di Sabato contro la Lazio, così come Rodrigo Palacio che aveva sì giocato all’Olimpico ma da subentrato. Per Mandorlini invece formazione quasi tipo, con nove giocatori nell’undici titolare che avevano cominciato dall’inizio anche la partita pareggiata 0-0 sul campo della Pro Vercelli nell’ultima giornata di Serie B, Bacinovic e Grossi sostituiscono Carrozza e Boinov. Arbitra Rocchi ed è una nota di rilievo: non incrociava l’Inter da quella famosa partita contro il Napoli di quattordici mesi fa dove fu pesantemente contestato per un rigore inesistente assegnato ai partenopei con annessa espulsione di Joel Obi.
PRIMO TEMPO
Il Verona va subito in gol ma non si può neanche parlare di rete annullata perché Rocchi ravvisa un fallo di mano di Hallfredsson in precedenza, e per giunta Cacia era anche in fuorigioco, situazione simile al 10′ con Nagatomo pescato in offside ma in questo caso il tiro del giapponese era terminato sul fondo. L’Inter fatica a ingranare e il Verona dimostra di essere messo molto meglio in campo, c’è anche qualche problema di ordine pubblico e il lancio di lacrimogeni da parte della polizia dopo degli scontri con i tifosi ospiti crea problemi ai giocatori, con la gara sospesa per un paio di minuti al quarto d’ora di gioco, poco dopo la ripresa del gioco grande chance per gli scaligeri con Cacia che riceve palla in area da Grossi, si gira saltando secco Chivu ma calcia di destro sul fondo da buona posizione mancando lo 0-1. Manca una scossa, alla mezz’ora andrebbe anche in gol Palacio su splendido assist di tacco da parte di Álvarez ma il gol non è buono perché Rocchi fischia senza lasciar proseguire un fallo al limite su Cassano che poi calcia fuori di poco la punizione, bisogna aspettare quasi lo scadere del tempo per vedere un’azione di livello, la combinazione Álvarez-Palacio-Álvarez libera l’ex Vélez davanti a Rafael ma il tiro è di punta con il sinistro anziché piazzato con il destro e il portiere brasiliano respinge. L’argentino, al netto di alcuni errori, resta comunque l’unico ad aver cercato (e trovato) qualche buona giocata, dai compagni però poco supporto e tanta imprecisione, il Verona può ritenersi soddisfatto del suo primo tempo.
SECONDO TEMPO
Un cambio per parte: Guarín al posto dello spento Mariga nell’Inter, Carrozza rileva Juanito Gómez nel Verona e proprio il nuovo entrato degli ospiti va vicino al gol dopo una manciata di minuti, sfruttando un mancato intervento di Jonathan su traversone dalla destra, ma sul suo destro c’è la bella risposta di Castellazzi, dall’altra parte Álvarez stavolta calcia con il destro sul primo palo e Rafael è attento a coprirlo mettendo in corner. Poi la giocata che cambia la storia del match: Moras porta palla verso il cerchio di centrocampo ma si addormenta, Guarín entra in tackle in maniera regolare e gli ruba il pallone, assist immediato per Cassano e Palacio che si involano verso la porta di Rafael, controlla il barese che di destro a incrociare supera l’estremo difensore gialloblu e porta l’Inter in vantaggio. Ritorna al gol il numero novantanove, che non andava a segno da due mesi, l’ultima rete l’aveva realizzata al Catania lo scorso 21 Ottobre, poi si era più che altro dedicato agli assist che comunque contano per il raggiungimento del famoso bonus presente nel suo contratto. Gara sbloccata e subito messa in ghiaccio: prima Álvarez calcia a giro con Rafael che devia in corner, poi Nagatomo si procura una punizione dal limite, Guarín si fa toccare il pallone da Cassano e conclude con violenza verso la porta, una deviazione in barriera di Hallfredsson cambia la traiettoria e palla sulla traversa e poi in rete, 2-0 e qualificazione virtualmente archiviata. L’Inter sfiora il tris con un pallonetto di Palacio smanacciato da Rafael e ancora con l’argentino che per poco non segna in maniera involontaria su rinvio sbagliato del portiere avversario, all’ora di gioco primi problemi per Castellazzi alla spalla dopo aver bloccato un tiro da fuori di Hallfredsson deviato da Silvestre: Belec si scalda ma non c’è necessità del cambio. Al 68′ è quasi 3-0: delizia di Cassano che di tacco smarca Palacio davanti a Rafael, sinistro potente ma ancora una volta il numero uno del Verona, di gran lunga il migliore dei suoi, ci mette le mani e sventa la minaccia, addirittura i veneti per poco non trovano il 2-1 ma Boinov, subentrato a Grossi subito dopo l’1-0, si divora con il sinistro dal limite dell’area piccola la palla per accorciare le distanze calciando incredibilmente alto dopo aver anticipato due difensori avversari su un cross dalla sinistra. Al 75′ ultimo cambio per Stramaccioni: fuori Cassano, dentro Pereira per contenere il ritorno gialloblu, sembra un cambio “normale” ma così non è perché due minuti dopo Castellazzi si oppone alla grande su un destro di Cacia dal limite ma nel compiere la parata si fa male definitivamente alla spalla (sospetta lussazione), rispetto a un quarto d’ora prima però Belec non può più entrare in quanto le sostituzioni sono terminate, e si capisce da subito che il portiere ex Sampdoria non può più proseguire la gara, tanto che esce in barella. È necessario che in porta ci vada uno dei dieci giocatori di movimento rimasti, all’inizio sembra Chivu ma poi Stramaccioni, per evitare di togliere un difensore, chiede che sia uno tra Álvarez e Palacio a mettersi i guanti e la maglia di Belec: la scelta ricade sul numero otto, che in gioventù aveva anche giocato a basket. Undici minuti più recupero da giocare in inferiorità numerica e con il portiere inventato, difficile per tutti e infatti il Verona si riversa in attacco creando due occasioni nitide: una girata di Boinov a centro area sul fondo di poco all’83’ e cinque minuti dopo un colpo di testa di Bacinovic su cross di Abbate facilmente parato da Palacio (ovazione). Rafael compie l’ultima parata della sua ottima serata su un destro di Duncan che si era ben liberato in area raccogliendo un lancio del solito Guarín ma al 91′ ecco il capolavoro di Palacio, che sventa un colpo di testa sul secondo palo di Carrozza, saltato molto in alto per prendere un cross di Abbate da destra e che aveva colpito bene sul primo palo, ma l’argentino si è tuffato con un riflesso da portiere vero e ha smanacciato fuori, con inevitabile boato da parte dei tifosi interisti presenti allo stadio.
Finisce di fatto così, con Palacio abbracciato da tutti i suoi compagni al fischio finale e l’Inter che si qualifica ai quarti di finale di Coppa Italia (data probabile il 9 Gennaio), dove affronterà in casa e in gara unica la vincente del match fra Napoli e Bologna in programma alle ore 21. Prima delle feste ultima fatica dell’anno Sabato alle 12.30 al Meazza contro il Genoa, per il Verona invece non ci sarà pausa perché la Serie B giocherà anche il 26 e il 30 Dicembre prima di fermarsi per quasi tutto il mese di Gennaio.
IL TABELLINO
Inter (3-4-1-2): Castellazzi; Silvestre, Chivu, Juan Jesus (55′ Zanetti); Jonathan, Duncan, Mariga (46′ Guarín), Nagatomo; R. Álvarez; Cassano (75′ A. Pereira), Palacio (dal 79′ in porta per l’infortunio di Castellazzi). Allenatore: Stramaccioni
Verona (4-3-3): Rafael; Abbate, Albertazzi (80′ Cocco), Moras, Maietta; Hallfredsson, Bacinovic, Jorginho; J. Gómez (46′ Carrozza), Cacia, Grossi (53′ Boinov). Allenatore: Mandorlini
Arbitro: Gianluca Rocchi di Firenze (La Rocca – Iannello; Ostinelli)
Reti: 50′ Cassano, 54′ Guarín
Ammoniti: Bacinovic, Hallfredsson, Cacia, Maietta (V), Silvestre, Guarín (I)
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